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Imprese lombarde sotto pressione: liquidazioni in aumento, credito in calo. Come uscirne


In Lombardia, cuore produttivo d’Italia, il 2024 si è chiuso anche con segnali allarmanti per la salute delle imprese. Liquidazioni in crescita, difficoltà di accesso al credito e aumento del rischio di insolvenza stanno mettendo in crisi molte piccole e medie aziende.

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Boom di liquidazioni giudiziali: +20% in un anno – Nel 2024 sono state aperte 1.911

liquidazioni giudiziali in Lombardia (il termine “liquidazione giudiziale” ha sostituito il termine “fallimento”): oltre 5 al giorno. Milano è la provincia con il maggior numero di casi (294), seguita da Bergamo (65) e Brescia (63). Il dato riporta ai livelli pre-pandemia, ma con un contesto peggiorato da debiti finanziari, calo di marginalità e riduzione degli investimenti.

Il rischio debiti e insolvenze – Il 23% delle imprese lombarde si trova in una zona di rischio elevato, con oltre 62.000 aziende che mostrano segnali di tensione finanziaria, soprattutto nei confronti di fornitori e banche. Varese (29%), Como e Pavia risultano le province più colpite, mentre Sondrio si conferma relativamente più stabile. Il fenomeno del sovraindebitamento è in crescita: tra il 2017 e il 2024 sono state presentate 1.582 istanze di composizione della crisi, perlopiù da microimprese e ditte individuali.

Meno credito, più tensioni – I prestiti bancari alle imprese lombarde sono in calo o, comunque, sono soggetti a regole molto più stringenti rispetto al passato. In alcune province, come Varese e Sondrio, la contrazione ha superato il -10%. Questa situazione genera un effetto domino:
meno credito → meno investimenti → tensioni sulla liquidità → rischio insolvenze.

Uno scenario da monitorare – Naturalmente, non tutti i settori sono colpiti allo stesso modo. Ci sono ambiti del tessile e abbigliamento che registrano il maggior incremento dei default. Le costruzioni sono invece più a macchia di leopardo: alcune soffrono il rallentamento degli ecobonus, altre, invece, hanno saputo muoversi su mercati più stabili e stanno crescendo. Per tutti i settori e per tutte le tipologie di aziende, il problema principale è però quello del personale, che non si trova. A questo tema dedicheremo un contributo più avanti.

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Come reagire: strumenti e strategie concrete – La crisi finanziaria non è inevitabile. Esistono soluzioni pratiche per trasformare le tensioni in opportunità di riorganizzazione e rilancio. Ecco le principali leve da attivare:

Pianificazione finanziaria: il primo argine – Molte difficoltà derivano da una gestione a vista. Il fatturato, da solo, non basta a garantire la sopravvivenza. È fondamentale monitorare liquidità, cash flow operativo, scadenze bancarie ed equilibrio tra entrate e uscite.

Strumento consigliato: previsioni mensili di tesoreria e un budget di cassa, anche con strumenti semplici ma affidabili. Questo consente di anticipare i problemi e non subire gli eventi. Ci sono tecniche e strumenti semplici e altri più performanti, in funzione della quantità di dati da trattare e della dimensione aziendale. Ci sono software accessibili a tutti i portafogli e a tutte le organizzazioni, e consulenti in grado di fare la differenza. E c’è anche la possibilità di accedere a formazione di vario livello (vedi oltre).

Dialogo con le banche: serve metodo – In tempi di stretta creditizia, la comunicazione con gli istituti finanziari deve essere chiara e strutturata, non reticente. Come fare: presentare bilanci attendibili, riclassificati, con evidenza di indicatori chiave (es. EBITDA, DSCR, PFN/EBITDA), illustrare piani concreti e sostenibili. Le banche non premiano solo i numeri, ma anche la visione e la capacità di esecuzione.

Accesso a credito “intelligente”

Quando il credito bancario tradizionale si restringe, è essenziale conoscere e valutare soluzioni alternative: Finanza agevolata; Confidi; Invoice trading; Leasing operativo; Fintech; Mini bond; Altro.

Suggerimento: farsi affiancare da un consulente per mappare le opportunità e strutturare le richieste.

Organizzazione e persone: fondamenta della resilienza
Spesso le difficoltà finanziarie nascono da inefficienze organizzative: mancanza di delega, errori negli acquisti, prezzi sbagliati, ruoli non definiti o team non formati.
Soluzione: investire in organizzazione interna, formazione e processi decisionali più chiari. Una struttura snella e competente è più resistente anche agli shock esterni.

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Prevenzione: analizzare prima di dover intervenire
Il vero vantaggio competitivo è la prevenzione. Un’analisi annuale dello stato patrimoniale e della sostenibilità finanziaria, con il supporto di un consulente esperto, può evitare il passaggio dalla tensione alla crisi.

Conclusione

Il 2024 segna un cambio di paradigma. Finita l’era dei bonus a pioggia e della liquidità facile, oggi le imprese devono puntare su competenza, visione e metodo.
Chi saprà adattarsi, potrà ancora crescere, anche in un contesto complesso.

Un’occasione concreta per cambiare passo è il corso di gestione finanziaria per PMI (9-10 luglio). Se sei un imprenditore e vuoi affrontare con metodo le sfide finanziarie attuali, partecipa al corso di gestione finanziaria per PMI che terrò il 9 e 10 luglio. Posti limitati a 10 imprese, con la partecipazione congiunta di: imprenditore + responsabile amministrativo o finanziario.

Perché questa formula?

Perché molti problemi nascono da mancanza di dialogo interno: l’imprenditore non ha strumenti per leggere i numeri; l’amministrazione non conosce la visione d’impresa

Cosa faremo: Studieremo i fondamentali della gestione finanziaria aziendale, in modo semplice e pratico; Lavoreremo direttamente sui bilanci reali della tua azienda;
Costruiremo insieme un cruscotto finanziario operativo, da usare ogni mese per prendere decisioni migliori.

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Il corso sarà in presenza, su due giornate consecutive. Per informazioni o iscrizioni, scrivimi via email o WhatsApp. I posti sono pochi: contattami subito se vuoi partecipare.

Scrivimi per valutare la tua necessità e per ricevere la tua prima consulenza gratuita: mail@claudioarrigoni.it

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