Il 12 giugno 2025 è stato approvato il decreto fiscale dal Consiglio dei Ministri, con alcune importanti proroghe che riguardano anche il pagamento delle tasse per i professionisti autonomi, al 21 luglio al posto del 30 giugno. Vengono poi introdotte misure specifiche per semplificare l’individuazione del reddito da lavoro autonomo.
Si conferma che le spese di rappresentanza devono essere svolte con modalità tracciabili solo per i costi sostenuti entro confini nazionali, da lavoratori e professionisti. Viene posto inoltre un chiarimento sulla cumulabilità tra alcuni importanti sostegni per impatriati dall’estero.
Decreto fiscale approvato: le misure per le partite IVA
Per le partite IVA il decreto conferma alcune importanti proroghe e misure che vanno a determinare delle modifiche al funzionamento del calcolo della base imponibile. Nello specifico, viene confermata la proroga allo slittamento delle tasse al 21 luglio per le partite IVA senza l’applicazione di alcuna maggiorazione.
Un altro intervento importante è quello sulle spese di rappresentanza e per trasferte. Viene confermato l’obbligo dei pagamenti tracciabili intorno ai rimborsi spesa dei dipendenti entro i confini nazionali. Questo vuol dire che dal 2025 le spese all’estero non dovranno più essere sostenute in modo tracciabile e la deducibilità sarà comunque possibile.
Si fa riferimento qui a tutti quei costi pagati dai lavoratori e poi rimborsati dalle aziende per viaggi, vitto e alloggio. Prima di questa presa di posizione, era infatti stato stabilito un obbligo per cui tutte le spese (anche all’estero) dovevano essere tracciabili. La novità riguarda anche le partite IVA perché la nuova regola si applica anche sui costi degli autonomi in trasferta, nel momento in cui si vanno a detrarre fiscalmente.
Per le spese di rappresentanza la deducibilità al contrario è possibile solamente se i pagamenti sono avvenuti con mezzi tracciabili, in Italia o all’estero e riguarda sia le imprese che i professionisti.
Un intervento di rilevo è anche quello che riguarda i diversi sostegni per gli impatriati, ovvero per chi torna in Italia dopo un periodo prolungato all’estero. Viene imposto il divieto di cumulabilità tra i bonus per gli impatriati e gli incentivi verso i ricercatori che si spostano in Italia. Questo già con applicazione dal 2024.
Slittano ancora invece l’intervento sull’IVA dei beni artistici e l’applicazione della sugar tax, per cui si dovrà attendere un apposito decreto.
Decreto fiscale: il punto su Irpef e rottamazione
Da diverse settimane il governo ipotizza due interventi di tipo fiscale da introdurre nel prossimo periodo, per cui ancora non è chiaro quali risorse saranno messe a disposizione.
Il primo provvedimento ancora in standby è la riduzione dell’aliquota Irpef del ceto medio dal 35% al 33%, secondo le ipotesi più recenti. La seconda questione riguarda una possibile nuova rottamazione dei debiti contratti dai cittadini, per cui allo stesso modo mancherebbero le risorse.
Su questi punti secondo il ministro Giorgetti sono comunque necessarie risorse specifiche da mettere in campo, non sono sufficienti le somme recuperate dai tagli precedenti.
Misure urgenti per la crisi industriale
A proposito della crisi del comparto industriale, il decreto propone un intervento ad hoc con 200 milioni di euro stanziati per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. Inoltre va a semplificare alcune norme che riguardano la produzione del ferro, con il fine di accelerare i programmi di investimento.
Viene proposto l’esonero per gli anni 2025 e 2026 per le imprese che si trovano in un’area di crisi industriale, dal pagamento degli oneri aggiuntivi riferiti alla cassa integrazione straordinaria. Nel decreto si parla anche di potenziamento dell’integrazione salariale straordinaria.
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