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finalmente è collegato alla rete delle ferrovie


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Il porto di Napoli guarda al futuro. Un futuro operativo importante con il collegamento alla rete ferroviaria nazionale. Il primo passo, grazie al Pnrr, è stato fatto proprio in questi giorni: è operativo, infatti, il cantiere per i raccordi ferroviari tra la nuova darsena di levante e il fascio di varco Bausan. Un’opera fondamentale, propedeutica a quello che dovrà essere il definitivo collegamento del porto di Napoli con la rete ferroviaria nazionale. Sono decenni che Napoli aspetta questa svolta: far partire i treni con i contenitori verso gli interporti di Nola e Marcianise vuol dire ridurre il trasporto su gomma, ancora oggi, poco sostenibili ambientalmente e con pesanti pregiudizi sul traffico dell’area Est. Quella dei raccordi ferroviari si è rivelata una criticità nei progetti finanziati con il Pnrr. Sono stati necessari mesi di confronto con i diversi concessionari per superare le grandi criticità. Si tratta di un’opera del valore di 25 milioni, gestita dal Rup Adele Vasaturo, che ha trovato moltissimi ostacoli in quanto si tratta di attraversare le concessioni di imprese molto operative. Inoltre è stato necessario prevedere anche il completamento della bonifica da amianto di alcuni suoli.

La diga foranea

A questo punto con il prolungamento della diga foranea, con il rafforzamento della parte danneggiata dalle mareggiate, con il completamento della darsena di levante il porto di Napoli si avvia ad essere uno degli scali più strutturati e funzionali dell’intero Mediterraneo. E se diciamo anche che nella parte turistica opera il nuovo Beverello e che il porto di Napoli dispone di un piano regolatore dopo 60 anni di attesa, il quadro di come si guarda al futuro lavorando, è completo. «I raccordi ferroviari sono una infrastruttura fondamentale per la nuova darsena di levante che dovrà diventare un moderno e funzionale terminal contenitori, ha sottolineato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale, Andrea Annunziata». Il porto di Napoli sui collegamenti ferroviari ha già scommesso varie volte e puntualmente ha perso. Come dimenticare un finanziamento di 100 milioni di euro per collegare lo scalo alla rete ferroviaria nazionale, perso per la assoluta incapacità di mettere in campo un progetto valido. Ora la questione è stata affrontata dal versante opposto: prima i raccordi interni al porto e poi si passerà ad un progetto per collegare direttamente il porto con la stazione di Napoli Traccia dove anche bisognerà prevedere un prolungamento delle banchine.

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I risultati

Insomma poche chiacchiere e più fatti. Questa il cambio di paradigma introdotto dal presidente Andrea Annunziata e dal segretario Giuseppe Grimaldi. E i risultati stanno venendo. A definire completamente il Pnrr del porto di Napoli a questo punto mancano solo il parcheggio interrato previsti alla calata Piliero a ridosso di piazza Municipio, per il quale l’area è già sta recintata. Un’opera di 26 milioni di euro che dovrebbe portare all’esecuzione di una struttura di 15 mila metri quadri che ospiterà oltre 460 autovetture. Superate le interferenze con la viabilità comunale, restano da definire alcune questioni con la Soprintendenza e, in particolare, la definitiva destinazione del palazzone una volta destinato ai magazzini generali, che affaccia proprio sull’area dove dovrà nascere il parcheggio.

Progettato da Marcello Canino nel 1947, il palazzo è oggi un rudere fatiscente di archeologia industriale a cui non si è mai riusciti a dare una destinazione. Annunziata non vuole rinunciare a quest’opera e continua a compulsare l’avvio del cantiere che potrebbe segnare un traguardo importante per la parte turistica del porto. L’ultimo cantiere non ancora decollato è quello del Cold Ironing. Anche di questo fronte la governance del porto non sta certo abbassando la guardia ed è alle prese con le ultime attività propedeutiche all’apertura del cantiere. Sono da spendere 25 milioni di euro per stendere i cavi dalla stazione di trasformazione localizzata a ridosso dell’area dell’Immacolatella, fino al molo Angioino, al Piliero e a Porta di Massa. In pratica in tutta l’area che il nuovo piano regolatore portuale destina alle navi da crociera, ai traghetti del corto raggio e a quelli che collegano il porto di Napoli con la Sicilia e la Sardegna. Una ragnatela di cavi elettrici che avvieranno a soluzione il possibile collegamento delle navi moderne alla rete elettrica terrestre spegnendo i propri motori di generazione.





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