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Filosa, i piani tricolore per Stellantis: prima mossa, l’addio al sistema Tavares


di
Bianca Carretto

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Con Luca de Meo a capo di Renault, l’industria francese è ora in mano a manager italiani. Il 23 giugno la presentazione della nuova squadra. Tra gli obiettivi, l’aumento della la presenza globale di Jeep, anche in Europa

Per essere a capo di un gruppo come Stellantis, dalle radici italiane, francesi e americane, è necessario avere delle chiare doti diplomatiche. E il nuovo ceo Antonio Filosa, da buon napoletano, le possiede sicuramente. Come ha già dimostrando effettuando la sua prima visita nel centro ricerca e sviluppo di Carrieres-sous-Poissy, nella regione parigina, recandosi subito dopo a Sochaux, la sede storica di Peugeot, nella fabbrica originaria, dove sono prodotti i suv 3008 e 5008 e poi al museo dove è raccontata tutta la vita del brand francese. Sapeva di non dover urtare la suscettibilità dei nostri vicini transalpini ma, dopo poche ore, era già a Mirafiori in maniche di camicia, mani in tasca, disinvolto e amichevole, per salutare tutti gli operai che sperano, con il ritorno di un italiano ai vertici, di terminare cassa integrazione e lavoro intermittente.
Il ministro dell’industria Adolfo Urso ha considerato «eccellente» la scelta effettuata da John Elkann, ora nominato Executive Chairman (di fatto il presidente esecutivo). 

Al comando

In pratica tutta l’industria francese, con Luca de Meo ceo di Renault, è diretta ora da manager nati nello Stivale. Non è una soddisfazione da poco. Infatti, i sindacati di Parigi si sono subito mossi, vogliono essere rassicurati sulla distribuzione «equilibrata delle attività nelle diverse aree geografiche che non releghino la Francia e l’Europa in secondo piano». Dato il momento in cui il destino di alcune fabbriche è incerto, la folta rappresentanza degli italiani in testa al gruppo preoccupa per il futuro dei vari siti, tra cui quello di Poissy, nelle vicinanze della capitale. 




















































Esperienza

Filosa si è occupato, in passato, delle operazioni di Stellantis per il Nord e il Sud America, il mercato più redditizio. E, a febbraio, era stato nominato direttore della qualità a livello mondiale. Ma il suo curriculum è una scalata di responsabilità: è passato da essere direttore dell’impianto Fiat di Betim, in Brasile, a divenire capo degli acquisti, sempre in America Latina, per poi evolversi come direttore dell’Argentina e di Alfa Romeo e Maserati e, sotto di lui, il brand Fiat è diventato leader in Sud America, contribuendo allo sviluppo dei marchi Peugeot, Citroën, Ram e Jeep. Ha guidato la creazione della fabbrica Fiat a Pernambuco che ha consentito a Jeep di diventare, in Brasile, il numero uno al di fuori degli Stati Uniti, e ha saputo gestire la crisi dei concessionari, di fronte a un eccesso di scorte.
La sua nomina, dunque, non è stata una sorpresa: è stato eletto all’unanimità dal consiglio di amministrazione, il suo nome circolava da tempo tra i possibili candidati interni, anche perché salire a bordo di questa avventura per chi veniva da fuori non era semplice. 

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Il rilancio

Il periodo è complicato, il gruppo Stellantis ha registrato nel 2024 un calo del 70% del suo utile netto, che si è fermato a 5,5 miliardi di euro, perdendo 6 miliardi di liquidità. E se il valore del suo titolo in Borsa si aggirava sui 9 euro per azione, dopo l’annuncio della nomina di Filosa è salito sino a sfiorare i 12 euro. Di sicuro per Filosa sarà determinante il risanamento finanziario, ma il manager dovrà occuparsi, contemporaneamente, anche della ristrutturazione degli impianti, rispettando l’autonomia di ogni Paese coinvolto, rompendo completamente con la strategia che era stata adottata da Carlos Tavares.
Anche l’abbandono della motorizzazione termica è stato accantonato, per cui non si venderanno solamente vetture elettriche a partire dal 2030. Di conseguenza è ripresa la produzione dei motori V8 Hemi, che era stata fermata e dovrà anche superare gli scandali legati ai motori PureTech e agli airbag Takata.
Senza dimenticare le pressioni geopolitiche legate ai conflitti in atto, ai dazi doganali americani, valutando come rispondere alle politiche commerciali del presidente Trump e alle sollecitazioni della Commissione europea.
Va sottolineato che Filosa vorrà applicare le sue idee per cercare di rilanciare Stellantis, pur in questo contesto così duro del settore automobilistico e formerà la sua squadra di fiducia che presenterà il 23 giugno in occasione del suo insediamento ufficiale. «In questa prossima fase cruciale per lo sviluppo di Stellantis — ha sottolineato John Elkann —, Antonio Filosa mostra una reale comprensione del nostro settore, della nostra azienda e dei suoi dipendenti che considera il nostro principale punto di forza».
Filosa ha aumentato la presenza globale di Jeep, anche in Europa, ed ha avviato il rafforzamento delle operazioni negli Stati Uniti, riducendo significativamente l’inventario eccessivo dei rivenditori, pilotando l’introduzione di nuovi modelli e propulsori, ampliando il dialogo con rivenditori e fornitori. Sua la decisione di rinviare la produzione del Dodge Charger Daytona elettrico presso lo stabilimento di Windsor, nell’Ontario, sempre in attesa di considerare la politica amministrativa incostante di Trump.

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