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M5, la metropolitana dei capoluoghi a rischio. Assolombarda: serve responsabilità


Il tracciato c’è, i finanziamenti pure, eppure la linea lilla della metropolitana per Monza si è fermata: sui binari il prolungamento della M5 da Bignami alla Brianza ha trovato un nuovo ostacolo. Mancano 589 milioni al traguardo, perché nonostante i finanziamenti già ottenuti (1 miliardo e 296 milioni di euro), gli extra-costi sono lievitati. E ora tutto rischia di saltare.

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Il progetto è noto: 13 chilometri di prolungamento per portare attraverso 11 stazioni la linea da Milano a Monza passando da Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, per poi approdare a Monza Bettola, dove dovrebbe attestarsi il nuovo capolinea della M1, e di qui proiettarsi verso la Brianza con fermate strategiche come la stazione Fs, piazza Trento e Trieste (in centro città), Parco e Villa Reale e infine il polo istituzionale, a due passi dalle principali arterie stradali verso il resto della provincia.

Per cercare una soluzione, il sindaco di Milano Sala e il governatore lombardo Fontana hanno scritto a Salvini: chiedono un incontro, ma il ministro delle Infrastrutture non ha ancora fissato una data. I partiti fanno pressing: si sono incontrati, firmando un documento trasversale che rappresenta un’alleanza inedita su un obiettivo molto concreto, quello di portare la metropolitana a Monza una volta per tutte. Un documento chiaro nello scopo, anche se al momento abbastanza generico nelle modalità. b“Non avremo tutti i fondi subito, ma dobbiamo partire con un solo lotto”, chiarisce il senatore di Monza e segretario della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo.

Sono passati nove anni da quando venne firmato l’accordo tra lo Stato, la Regione Lombardia e i Comuni coinvolti per il prolungamento della linea metropolitana M5 da Milano a Monza. Nove anni in cui si è condivisa l’importanza strategica dell’opera per il futuro della mobilità in una delle aree più produttive d’Italia.

Ma, nel frattempo, il tempo è trascorso e non tutte le risorse necessarie sono state trovate. Oggi mi trovo ancora una volta a ribadire la nostra profonda preoccupazione: se non si troveranno rapidamente i finanziamenti mancanti – quasi 600 milioni di euro – l’opera rischia seriamente di non essere mai realizzata. E sarebbe un danno irreversibile per il nostro sviluppo. L’estensione della M5 non è un’opzione, è una necessità che trova il sostegno di tutto il nostro territorio, in maniera trasversale, come testimonia il recente documento sottoscritto trasversalmente da tutte le forze politiche.

Come Assolombarda, siamo disponibili a unirci a questo appello. È, infatti, il primo progetto in Italia che collega due città capoluogo con una metropolitana urbana: un’infrastruttura moderna, sostenibile, in grado di attrarre ogni giorno oltre 200mila passeggeri, togliere 30mila veicoli dalla rete stradale, decongestionare arterie tra le più trafficate d’Italia come la SS36 e abbattere le emissioni inquinanti. Le vere politiche su mobilità e ambiente, infatti, passano dalla realizzazione di opere che collegano territori ad alta densità abitativa. Per Monza, ma anche per Milano, significherebbe dotarsi finalmente di una rete metropolitana in grado di sorreggere le proprie politiche urbane per la mobilità sostenibile e di rafforzare i legami tra le due città. Per l’intero sistema produttivo, vorrebbe dire disporre di un’infrastruttura capace di aumentare l’accessibilità, attrarre investimenti e migliorare la qualità della vita dei lavoratori.

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Ma ad oggi, nonostante l’approvazione definitiva del progetto e le risorse già stanziate, l’aumento dei costi – causato dal rialzo prezzi delle materie prime, inflazione e adeguamenti progettuali – ha lasciato scoperto un gap di quasi il 45% sul totale del finanziamento attualmente disponibile. Un divario che non possiamo più permetterci di ignorare. Siamo quindi preoccupati perché senza un impegno finanziario immediato e risolutivo da parte delle istituzioni volto a coprire tutti gli extracosti rischiamo che l’opera non si realizzi più. Ora, occorre che tutti gli attori interessati – Ministero, Regione e comuni – proseguano con decisione la loro attività di proposta per la realizzazione della M5. Lato nostro, come Assolombarda, fermo restando l’importanza di mantenere l’intero tracciato con tutte le fermate previste, diamo la nostra disponibilità per facilitare il dialogo in particolare tra i comuni coinvolti nel progetto con l’obiettivo di capire se è possibile ridimensionare le opere accessorie e, di conseguenza, abbassare i costi complessivi di realizzazione.

L’associazione vuole farsi parte proattiva perché le imprese, che ogni giorno generano valore e occupazione, non possono più attendere. Investire in infrastrutture è una scelta di visione e significa costruire le condizioni per essere competitivi domani. Per questo chiediamo responsabilità, coraggio, e soprattutto decisioni rapide e definitive. Il tempo è finito. Non possiamo permetterci di perdere la M5 nella sua interezza: lo chiedono le imprese,

*Presidente Assolombarda



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