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Salvini taglia del 70% la manutenzione stradale per dare soldi al Ponte: l’ira di sindaci e imprese


Tagli alla sicurezza stradale per finanziare il Ponte sullo Stretto sognato dal ministro alle Infrastrutture, e leader leghista, Matteo Salvini: un danno da oltre 54 milioni di euro per le Province piemontesi la cui rete stradale, già malandata in molti punti, rischia di diventare critica per la stessa sicurezza di chi guida.

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Sul piede di guerra, ora, sono Upi Piemonte, Ance Piemonte-Valle d’Aosta e Confindustria Piemonte che esprimono congiuntamente “profonda preoccupazione per la drastica riduzione delle risorse destinate alla manutenzione straordinaria della rete viaria provinciale, come certificato dai dati ufficiali elaborati dall’Unione delle Province d’Italia”.

Il Piemonte, spiegano, è tra le regioni più colpite: tra il 2025 e il 2028 subirà tagli per oltre 54,6 milioni di euro, pari al 48% delle risorse inizialmente previste. Ancora più grave la situazione nel solo biennio 2025–2026, dove la riduzione raggiunge il 70%, con 31,8 milioni di euro sottratti su un totale previsto di 45,5 milioni.

Alessandro Lana, presidente di Upi Piemonte, dichiara: “Il danno è evidente e concreto: le Province vengono messe nell’impossibilità di proseguire con le attività di messa in sicurezza della viabilità. È urgente aprire un tavolo di crisi con il ministero delle Infrastrutture affinché vengano ripristinate le risorse e garantita continuità alla programmazione degli interventi. Sull’annualità 2025 la criticità è ancora maggiore in quanto alcune Province hanno già appaltato i lavori finanziati con le risorse tagliate: l’Upi valuterà azioni anche di natura legale”.

I tagli, di natura lineare, interessano tutte le Province piemontesi: a Torino meno 10,5 milioni nel biennio 2025-2026 e meno 18,1 sul quadriennio 2025-2028; a Cuneo, rispettivamente meno 6,9 milioni e meno 11,8; ad Alessandria meno 4 e meno 6,8; a Novara, Asti, Biella, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola tra meno 1,7 e meno 2,4 milioni nel biennio 2025-2026 e tra meno 2,9 e meno 4,1 milioni nel quadriennio 2025-2028.

Paola Malabaila, presidente di Ance Piemonte Valle d’Aosta, commenta: “La scelta mette a rischio la sicurezza delle nostre strade e blocca interventi strategici programmati e per quali è stata fatta la progettazione, quindi pronti da mettere in cantiere. Colpire gli enti locali su un tema tanto delicato significa fermare la modernizzazione delle infrastrutture e disattendere la fiducia costruita con i fondi del Pnrr”.

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E Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte, sottolinea: “Esprimiamo forte preoccupazione: i tagli alla manutenzione della rete stradale provinciale rischiano di aggravare le difficoltà già vissute in Piemonte con il blocco del Colle di Tenda e le criticità del traforo del Monte Bianco. La rete viaria secondaria, senza interventi costanti e strutturati, potrebbe diventare sempre meno percorribile. Questo comprometterebbe la logistica regionale, le filiere produttive e la competitività delle imprese. Anche i territori più periferici ne uscirebbero penalizzati, con un crescente rischio di isolamento. È fondamentale che governo e Parlamento rivedano al più presto le misure della legge di bilancio. Al Piemonte servono risorse, certezze e una visione strategica per garantire crescita, coesione e sviluppo.

Per Mauro Piras, coordinatore opere pubbliche di Ance Piemonte, aggiunge:“Il taglio delle risorse impone un ridimensionamento immediato della capacità operativa degli enti locali. I fondi già assegnati per interventi pianificati, progettati o in fase di avvio vengono improvvisamente ridotti o cancellati, con gravi ripercussioni sull’intero sistema infrastrutturale regionale. A ciò si aggiunge l’assenza di un adeguato sostegno sul fronte occupazionale, in un momento già segnato dalla contrazione del mercato dovuta alla progressiva chiusura delle misure straordinarie del Pnrr e dei bonus edilizi. Il rischio è quello di un effetto domino che colpirà imprese, lavoratori e territori”.

Upi Piemonte, Ance Piemonte e Confindustria Piemonte chiedono con forza che vengano ripristinate almeno le risorse già assegnate per il biennio 2025–2026, pari a 385 milioni di euro a livello nazionale, e che venga garantita agli enti territoriali la possibilità concreta di attuare gli interventi previsti, senza ulteriori incertezze o penalizzazioni.

Il taglio pro-Ponte sullo Stretto diventa, come è ovvio, anche un caso politico. Chiara Gribaudo, piemontese e vicepresidente nazionale del Pd, lo definisce “un colpo di mano con cui Salvini ha cancellato 385 milioni di euro destinati alla manutenzione straordinaria delle strade provinciali e metropolitane. Una decisione gravissima, che mette a rischio la sicurezza della cittadinanza, isola interi territori e penalizza le imprese locali. Altro che ‘Italia veloce’: questo governo sta fermando il Paese con tagli insensati”.

Invece di investire nella rete stradale secondaria, fondamentale per collegare le aree interne e le comunità locali, aggiunge Gribaudo, “Salvini ha deciso di fare cassa per finanziare la propaganda sul Ponte sullo Stretto. Così vengono punite province e città metropolitane, in particolare nel Nord e nelle aree montane. Il Piemonte è una delle regioni più colpite con tagli che sfiorano l’assurdo: sindaci e presidenti di provincia sono lasciati soli a gestire strade insicure, ponti pericolanti e risorse ridotte al lumicino. Quello di Salvini è un comportamento irresponsabile e pericoloso: mi auguro che anche i governatori e gli amministratori di centrodestra abbiano un sussulto di dignità e si ribellino a questa decisione folle. Le strade sicure non sono un capriccio della sinistra: sono un diritto di tutti, da Nord a Sud”.



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