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Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra UE ad alto potenziale


Farnesina –

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Il Sistema-Paese unito per conquistare nuovi mercati.
L’Italia si conferma una superpotenza esportatrice. Con un valore che sfiora il 40% del PIL e il sesto posto nella classifica mondiale, l’export italiano si rivela un motore fondamentale per l’economia nazionale, la cui forza risiede anche in una straordinaria diversificazione produttiva, la più ampia in Europa e seconda al mondo solo alla Cina, che gli consente di competere in quasi ogni settore. Lo scorso anno, le vendite del Made in Italy hanno difatti raggiunto un nuovo record sui mercati extra-UE, superando i 305 miliardi di euro, per un incremento dell’1,2%.
Forte di questi risultati, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) ha fissato un obiettivo ambizioso: portare il valore dell’export italiano a 700 miliardi di euro entro la fine della legislatura, nel 2027. E per raggiungere questo traguardo, è stato varato un Piano d’Azione strategico per l’export nei mercati extra-UE ad alto potenziale, frutto di un dialogo con il mondo produttivo e basato sulla sinergia operativa tra tutti gli attori del Sistema-Italia.

Una Cabina di Regia unica: la Diplomazia della crescita.
Al centro di questa strategia si pone il MAECI, che rafforza il suo ruolo di Cabina di Regia per il commercio internazionale, trasformandosi in un dicastero con una chiara vocazione economica, con l’obiettivo di attuare la “Diplomazia della Crescita”, un approccio che vede la rete diplomatica italiana mobilitata per sostenere attivamente le imprese. Per questo motivo, nel Piano d’Azione, le Ambasciate evolvono da sedi di rappresentanza a vere e proprie basi operative e trampolini di lancio all’estero, pronte ad accompagnare le aziende con servizi concreti, informazioni strategiche (anche grazie alle previste “Guide-Paese per la Diplomazia della Crescita”) e supporto promozionale. Per garantire un dialogo diretto e costante, è stata inoltre attivata anche un’apposita “Unità per l’export” presso il MAECI (email: export@esteri.it, cell: 3490929568) al servizio delle imprese.
Questa regia si avvale della piena collaborazione degli altri protagonisti del Sistema-Paese: ICE, Simest, SACE e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), con l’intento di offrire alle imprese italiane, dalle PMI ai grandi gruppi, un accompagnamento integrato e coordinato lungo tutto il percorso di internazionalizzazione, dalla prima analisi di mercato alla gestione dei rischi, dal supporto promozionale a quello finanziario.

Una gamma di strumenti completa al servizio delle imprese.
Nella strategia del MAECI, l’Agenzia ICE è il braccio operativo per la promozione. Organizza la partecipazione a fiere internazionali con padiglioni nazionali dedicati, promuove missioni imprenditoriali e l’incoming di buyer esteri in Italia. Stipula accordi strategici con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e piattaforme di e-commerce internazionali per facilitare l’accesso ai canali distributivi. Fornisce assistenza diretta con servizi personalizzati (ricerca partner, analisi, consulenza) e gestisce il nuovo piano “Opportunitalia” per generare contatti commerciali mirati in 20 mercati chiave.
Da parte sua, Simest interviene con un ventaglio di soluzioni finanziarie, specialmente per le PMI. Gestendo fondi pubblici per conto del MAECI (come il Fondo 394/81), eroga finanziamenti a tassi agevolati e contributi a fondo perduto per sostenere investimenti produttivi, l’innovazione tecnologica, la transizione ecologica e digitale, e il rafforzamento patrimoniale. Ha attivato Misure specifiche per aree geografiche prioritarie come Africa (200 milioni di euro), Balcani Occidentali (200 milioni di euro) e America Centrale e Meridionale (200 milioni di euro), oltre a supportare le imprese energivore e la partecipazione a progetti infrastrutturali internazionali anche tramite strumenti di equity. L’obiettivo è anche aumentare il numero di imprese esportatrici dirette e sostenere le filiere.
La gestione dei rischi legati all’export e all’internazionalizzazione avviene tramite SACE, che offre coperture assicurative contro i rischi commerciali (mancato pagamento) e politici (nazionalizzazioni, instabilità), sia per singole commesse (Credito Fornitore) che per finanziamenti legati a progetti (Credito Acquirente, Investimenti). Fornisce inoltre garanzie su finanziamenti bancari per la crescita internazionale delle imprese (Garanzia Growth) e cauzioni per la partecipazione a gare e l’esecuzione di contratti all’estero. Promuove attivamente l’export italiano con la “Push Strategy” attraverso finanziamenti garantiti a grandi buyer esteri a condizione che acquistino da fornitori italiani (spesso PMI), facilitando l’accesso a nuove catene di valore e organizzando eventi di business matching.
A completamento del quadro, CDP interviene su operazioni di maggiori dimensioni e con strumenti complementari. Fornisce finanziamenti diretti (Export Credit) a medio-lungo termine a controparti estere (governi, banche, imprese) per l’acquisto di beni e servizi italiani, spesso in pool con altre banche e con la copertura di SACE. Offre inoltre finanziamenti diretti a medie e grandi imprese italiane per i loro piani di crescita internazionale (investimenti, acquisizioni). In qualità di Istituzione Finanziaria per la Cooperazione allo Sviluppo, finanzia progetti sostenibili in Paesi emergenti tramite ad esempio il “Plafond Africa” per finanziamenti fino a 500 milioni di euro. Gestisce infine una Piattaforma digitale di Business Matching operativa in numerosi Paesi target del Piano, per facilitare l’incontro tra imprese italiane ed estere.

Mercati target: oltre le frontiere tradizionali.
La scelta dei mercati su cui concentrare gli sforzi è strategica. Il Piano punta a diversificare le destinazioni del Made in Italy, accelerando la penetrazione in Paesi extra-UE emergenti ad alto potenziale di crescita e rafforzando la presenza in mercati maturi dove esistono ancora margini significativi.
Tra i mercati emergenti prioritari troviamo: la Turchia, un partner strategico con forti legami economici, che offre opportunità nella meccanica avanzata, infrastrutture e tecnologie digitali; Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, due hub fondamentali nel Golfo, con grandi piani di sviluppo focalizzati su energie rinnovabili, infrastrutture, lusso e tecnologie green; la Cina, la quale, nonostante le recenti flessioni, rimane un mercato immenso per beni di alta qualità, agroalimentare, moda e farmaceutica. Sempre in Asia, l’India, un gigante economico con enormi prospettive di crescita per meccanica, tecnologie green, beni di consumo e infrastrutture.
Il Piano d’Azione guarda anche a Messico, Brasile, Algeria e Sudafrica, quattro Paesi che, oltre alle opportunità che offrono nell’automotive, meccanica agricola, infrastrutture, materie prime e agroalimentare, costituiscono altrettante porte d’accesso privilegiate all’America Latina per i primi due, nonché, per gli ultimi due, alla più grande zona di libero scambio del mondo: l’African Continental Free Trade Area (AfCFTA).
Infatti ai mercati emergenti si aggiungono intere regioni strategiche per il Made in Italy. Così nel Piano d’Azione, l’Africa – al centro del Piano Mattei – e l’America Latina si affiancano all’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico, un’area in fortissima crescita con domanda di macchinari, rinnovabili, chimica e agroalimentare. Più vicini all’Italia, l’Asia Centrale e i Balcani Occidentali sono le ultime due regioni su cui concentrare l’azione del Sistema-Paese: la prima in quanto rappresenta uno snodo logistico cruciale tra Medio e Estremo Oriente, con una forte domanda di macchinari, infrastrutture energetiche e agroindustria, e la seconda per la sua prossimità strategica.
Infine il Piano non trascura i mercati maturi extra-UE, dove consolidare e ampliare la presenza dei prodotti italiani: li Stati Uniti costituiscono il secondo mercato in assoluto del Made in Italy; la Svizzera è uno sbocco vicino e ricco per l’export italiano; il Regno Unito, nonostante la Brexit, resta un partner importante per meccanica, alimentare e salute; il Giappone rappresenta un bacino di consumi ricettivo all’eccellenza italiana; mentre il Canada offre opportunità crescenti favorite dall’Accordo economico e commerciale globale (CETA) firmato con l’UE e in vigore dal 2017.

La Cabina di Regia per l’internazionalizzazione indica la strada per vincere le sfide globali.
Di fronte a una platea di oltre 140 associazioni di categoria, presenti o collegate in remoto, lo scorso 7 marzo a Villa Madama si è tenuta la XIII edizione della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione. La Cabina di Regia si riunisce annualmente a livello politico ed esercita i poteri di indirizzo in materia di internazionalizzazione delle imprese italiane. Un appuntamento ancor più importante, ha sottolineato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, in una fase di incertezze globali, che bisogna affrontare con pragmatismo e con piani che possano rappresentare opportunità concrete per il comparto industriale.
I lavori della Cabina di Regia sono stati aperti dal Ministro Tajani insieme al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Vi hanno preso parte anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Sottosegretario di Stato per il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Giacomo La Pietra e il Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Tullio Ferrante.
La riunione si è incentrata sulle strategie per tutelare le imprese italiane sui mercati internazionali e aumentare la loro competitività di fronte alle attuali sfide geopolitiche. I dati ISTAT mostrano, infatti, che l’export italiano tiene anche in uno scenario globale molto complesso. Il lieve calo in termini di valore registrato nel 2024 (623,5 miliardi) ha risentito solo in misura contenuta del rallentamento dell’economia europea e del contesto internazionale. A ulteriore dimostrazione della vitalità del settore produttivo italiano e della proiezione internazionale delle imprese italiane si è registrato un vero e proprio balzo nell’avanzo commerciale, +61%, raggiungendo quasi i 55 miliardi. Sempre nel 2024, le esportazioni verso l’area extra UE hanno fatto poi registrare un record di 305 miliardi, il valore più alto degli ultimi 10 anni.
Su queste premesse – è stato sottolineato – è necessario elaborare strategie innovative per rispondere a pressioni esterne sempre più intense e a incertezze generate dalla situazione internazionale. La Cabina di Regia ha quindi discusso di una strategia imperniata su iniziative mirate, tra cui forum economici e missioni imprenditoriali di settore, che potranno offrire un’ulteriore leva per espandere la presenza italiana nei mercati emergenti senza, al contempo, dimenticare il consolidamento nei mercati maturi, garantendo il presidio delle quote di mercato delle imprese italiane. A livello europeo, l’azione italiana dovrà essere indirizzata ad una politica commerciale europea più competitiva, aperta alla diversificazione dei mercati e al rafforzamento delle catene del valore, tutelando le filiere italiane.
Particolare attenzione è stata dedicata, infine, a eventi di grande rilevanza internazionale e alla diplomazia sportiva, che nel 2025 vedrà il consolidamento della “Giornata dello Sport Italiano nel Mondo” per dare massimo supporto e visibilità ai prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina 2026.

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Via libera a export agroalimentare con la revisione dell’Accordo UE-Messico.
Si sono svolti con successo a gennaio i negoziati politici mirati a modernizzare l’Accordo globale tra Ue e Messico, i quali procederanno ora alle rispettive procedure per la conclusione e la ratifica. Tra le questioni all’ordine del giorno del dialogo, la riduzione dei rischi per le catene di approvvigionamento, la garanzia di un approvvigionamento affidabile di materie prime critiche e la lotta ai cambiamenti climatici. Secondo quanto indicato dalla Commissione Europea, l’obiettivo è quello di sostenere la competitività delle imprese di entrambe le parti, assicurando passi avanti verso il conseguimento dell’obiettivo condiviso di realizzare un’economia a zero emissioni nette.
L’accordo aprirà una vasta gamma di opportunità per gli agricoltori e gli esportatori agroalimentari dell’UE, visto che il Messico è un importatore netto di prodotti agroalimentari dell’UE. ln particolare eliminerà i dazi su importanti prodotti di esportazione dell’UE, quali formaggi, pollame, carni suine, pasta, mele, confetture e marmellate, nonché cioccolato e vino; aumenterà il numero dei prodotti europei protetti, portandoli a 568; e renderà le esportazioni agroalimentari più rapide e meno costose grazie a procedure più semplici.
UE e Messico hanno registrato nel 2023 scambi di merci per 82 miliardi di euro, mentre gli scambi bilaterali di servizi hanno raggiunto i 22 miliardi nel 2022, facendo del Messico il secondo partner commerciale dell’UE in America latina.

L’enorme potenziale economico dell’accordo di libero scambio UE-India.
Creerebbe un mercato da oltre 2 miliardi di consumatori, pari a oltre 20% del PIL globale, e potrebbe generare benefici concreti in termini di crescita economica, investimenti, occupazione l’accordo di libero scambio tra India e Unione Europea (UE) i cui negoziati sono stati rilanciati tra le parti dal 2022.
Oggi l’UE è il principale partner commerciale dell’India – davanti sia agli Stati Uniti sia alla Cina -, con 124 miliardi di euro di scambi di merci nel 2023, ovvero oltre il 12% del commercio indiano totale. Questo mercato in espansione offre opportunità importanti per l’Europa, ma resta protetto da elevati dazi doganali. Rappresenta solo il 2,2% degli scambi commerciali di merci dell’UE. Bruxelles sta in particolare sostenendo l’apertura del mercato indiano alle automobili e agli alcolici. Da parte sua, New Delhi vorrebbe vendere più facilmente i suoi prodotti tessili e medicinali sul suolo europeo e richiede più visti per i suoi cittadini.
Dopo una visita a febbraio della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in India, le parti hanno sottolineato il loro intento di raggiungere un accordo entro la fine del 2025.

Con SoutH2 Corridor, l’Italia diventa hub strategico per l’idrogeno tra Algeria ed Europa.
L’Algeria suscita sempre più interesse da parte dell’UE e dell’Italia in particolare. Oltre ad essere il primo fornitore energetico della penisola, il Paese ha aderito a gennaio, insieme alla Tunisia, al progetto SoutH2 Corridor, che prevede la realizzazione di un’infrastruttura di trasporto dell’idrogeno tra Nord Africa e mercato europeo, di cui il segmento italiano sarà un elemento centrale. L’obiettivo è sviluppare impianti di produzione di idrogeno rinnovabile e le relative infrastrutture, rafforzando la sicurezza energetica europea e favorendo commercio e investimenti in Algeria e Tunisia.
Il segmento italiano del progetto SoutH2 Corridor, in fase di sviluppo da parte di Snam, è stato inserito dalla Commissione Europea nella lista dei PCI (Project of Common Interest). Oltre all’Italia sono coinvolte anche Germania e Austria. L’infrastruttura complessiva prevede la realizzazione di una linea di trasporto lunga 3.300 km, costituita per il 70% da infrastrutture già esistenti e utilizzate ad oggi per il trasporto di gas. Dovrebbe entrare in funzione entro il 1° gennaio 2030.

L’Italia spinge per un negoziato UE sui dazi statunitensi.
I dazi statunitensi hanno alimentato ampi dibattiti nelle ultime settimane. Tuttavia sembra impossibile rinunciare a un mercato che rappresenta da solo un decimo dell’export totale italiano, per un importo di 64,7 miliardi di euro nel 2024. Pertanto, il Governo si oppone a qualunque guerra commerciale con gli Stati Uniti. “Dobbiamo proteggere le nostre esportazioni e il sistema industriale, per questo occorre trattare con gli Stati Uniti e lo deve fare l’Europa unita”, ha ribadito il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del recente Consiglio UE Affari esteri svoltosi in formato Commercio a Lussemburgo.
Nel frattempo, dal 9 aprile, il Presidente statunitense Donald Trump ha annunciato la sospensione immediata per tre mesi, nel giorno della loro entrata in vigore, dei dazi reciproci ai Paesi che hanno manifestato l’intenzione di negoziare, tra cui l’UE, mantenendo per tutti la tariffa base del 10%. Le imposte inizialmente decise dall’amministrazione degli Stati Uniti sulle merci europee includono il 25% sulle automobili e il 25% su acciaio e alluminio.

Expo 2025 Osaka: tutta l’eccellenza del Made in Italy in mostra nel Padiglione Italia.
In Giappone, il Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka costituirà una vetrina dinamica del Made in Italy. “L’Arte rigenera la Vita” è il tema dello spazio concepito dall’architetto Mario Cucinella. L’obiettivo è di reinterpretare storia e cultura in chiave moderna e sostenibile, promuovendo al contempo i valori di creatività e innovazione radicata nel “saper fare”. Ospiterà spettacoli teatrali quotidiani e presentazioni dello stile di vita di 18 Regioni italiane a rotazione, offrendo al visitatore un’esperienza immersiva.
Per tutta la durata dei sei mesi dell’Expo, design, moda, manifattura avanzata, scienza, arte e tecnologia metteranno in mostra i prodotti del Bel Paese. Anche le eccellenze del patrimonio enogastronomico italiano saranno protagoniste, grazie al menù proposto al ristorante Eataly, che, situato sul tetto del Padiglione Italia, consentirà ai suoi ospiti di scoprire ogni tradizione culinaria, valorizzando la biodiversità e le peculiarità delle cucine locali.



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