di Prof. Gabriele Pao-Pei Andreoli
La conversazione di apertura ha dato il tono per un’era di diplomazia visionaria, investimenti etici e innovazione collaborativa.
In qualità di Presidente dell’Istituto per gli Studi Avanzati e la Cooperazione (IASC) e di Fondatore del World Changers Network, ho avuto l’onore di assistere a un potente scambio tra voci globali di spicco, che hanno offerto non solo una visione delle priorità economiche e geopolitiche di oggi, ma anche un chiaro impegno per un futuro condiviso e incentrato sull’uomo.
La presenza del Presidente francese Emmanuel Macron, del Primo Ministro albanese Edi Rama e dell’ex Primo Ministro italiano Matteo Renzi ha aggiunto profondità e gravità al dialogo. La loro partecipazione ha segnalato un’aspirazione europea unitaria: passare con coraggio dalla stagnazione al rinnovamento e dall’inerzia burocratica all’innovazione dinamica.
Matteo Renzi ha sottolineato questa urgenza con una riflessione toccante: “L’Europa deve passare dalla burocrazia all’innovazione”. Le sue parole hanno fatto eco al sentimento condiviso in tutto il vertice: senza agilità, creatività e riforme, l’Europa rischia di rimanere indietro in un mondo guidato dalla trasformazione.
Nel suo discorso di apertura, S.E. Yasir O. Al-Rumayyan, governatore del Fondo pubblico per gli investimenti (PIF) dell’Arabia Saudita, ha espresso una visione radicata nella chiarezza strategica e nella lungimiranza politica. “Non possiamo permettere che l’eccesso di regolamentazione e le modifiche retroattive delle politiche soffochino la crescita o scoraggino gli investimenti”, ha affermato. Prendendo spunto dai recenti sconvolgimenti finanziari, tra cui l’improvvisa inversione delle norme svizzere di lunga data, ha sottolineato i pericoli dell’imprevedibilità e l’urgente necessità di ambienti normativi che sostengano, e non ostacolino, gli investimenti.
“Un’economia globale fiorente”, ha sottolineato Al-Rumayyan, ‘dipende dalla fiducia, dalla coerenza e dall’allineamento della regolamentazione con le esigenze a lungo termine delle imprese e della società’. Le imprese e gli investimenti, ha concluso, devono essere potenziati dalla politica, non appesantiti dall’ideologia.
L’Istituto FII continua a essere un catalizzatore del pensiero trasformativo e noi dello IASC siamo pronti a collaborare per promuovere strategie a lungo termine che allineino gli investimenti con lo scopo, il progresso con la dignità e la tecnologia con l’evoluzione etica dell’umanità.
Apriamo non solo conversazioni, ma nuovi percorsi verso la cooperazione, la fiducia e il rinnovamento globale.
By Prof. Gabriele Pao-Pei Andreoli
The opening conversation set the tone for an era of visionary diplomacy, ethical investment, and collaborative innovation.
As President of the Institute for Advanced Studies and Cooperation (IASC) and Founder of the World Changers Network, I was honored to witness a powerful exchange between leading global voices—offering not only insight into today’s economic and geopolitical priorities, but a clear commitment to a shared, human-centric future.
The presence of President Emmanuel Macron of France, Prime Minister Edi Rama of Albania, and former Prime Minister of Italy Matteo Renzi added depth and gravity to the dialogue. Their participation signaled a unified European aspiration: to move boldly from stagnation to renewal, and from bureaucratic inertia to dynamic innovation.
Matteo Renzi underscored this urgency with a poignant reflection: “Europe needs to move from bureaucracy to innovation.” His words echoed the sentiment shared across the summit—that without agility, creativity, and reform, Europe risks falling behind in a world driven by transformation.
In his opening address, H.E. Yasir O. Al-Rumayyan, Governor of the Public Investment Fund (PIF) of Saudi Arabia, articulated a vision rooted in strategic clarity and policy foresight. “We cannot allow overregulation and retrospective policy shifts to stifle growth or discourage investment,” he affirmed. Drawing from recent financial disruptions, including the sudden reversal of longstanding Swiss regulatory norms, he emphasized the dangers of unpredictability and the urgent need for regulatory environments that support—not hinder—investment.
“A flourishing global economy,” Al-Rumayyan stressed, “depends on confidence, consistency, and the alignment of regulation with the long-term needs of business and society.” Business and investment, he concluded, must be empowered by policy—not burdened by ideology.
The FII Institute continues to be a catalyst for transformative thinking, and we at IASC stand ready to collaborate in fostering long-term strategies that align investment with purpose, progress with dignity, and technology with the ethical evolution of humanity.
Let us open not only conversations—but new paths toward cooperation, trust, and global renewal.
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