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Imprese ostaggio della burocrazia: il Molise tra le regioni peggiori d’Europa per efficienza amministrativa | isNews


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Foto archivio (Ansa)

Il dossier della Cgia di Mestre: “Un fardello insopportabile che schiaccia soprattutto le Pmi, costrette a destreggiarsi tra moduli da compilare, documenti da produrre, timbri da apporre e file interminabili agli sportelli pubblici”


CAMPOBASSO/ISERNIA. La burocrazia? Un vero e proprio nemico invisibile che pesa ingiustamente sul sistema e Pmi. Un fardello insopportabile che ‘schiaccia’ soprattutto le microimprese, costrette a destreggiarsi tra moduli da compilare, documenti da produrre, timbri da apporre e file interminabili agli sportelli pubblici solo per ottenere una semplice informazione.

Tanti, troppi i disagi per gli imprenditori quelli emersi dallo studio della Cgia di Mestre che vede il Molise tra i territori in cui si registra la situazione peggiore. La regione è infatti al penultimo posto della classifica italiana. Mentre a livello europeo fanno peggio solo la Sicilia, Yuzhen tsentralen e Severozapaden in Bulgaria.

“Secondo la periodica indagine condotta nel 2024 dall’Università di Göteborg sulla qualità istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni presenti nelle 210 regioni dell’Unione Europea, i risultati delle realtà territoriali italiane sono state molto modeste”. La Cgia segnala che la prima regione d’Italia è il Friuli Venezia Giulia che si colloca al 63 posto a livello europeo. Seguono la provincia Autonoma di Trento (81°), la Liguria (95°) e la Provincia Autonoma di Bolzano (96°). Male le regioni del Sud: Puglia al 195° posto, Calabria al 197°, il Molise al 207° e la Sicilia al 208° si collocano proprio in coda alla classifica generale. In UE, infine, la regione più efficiente è la finlandese Åland. Maglia nera, invece, è la realtà bulgara di Severozapaden.

“Nonostante qualche timido passo in avanti fatto negli ultimi anni – evidenzia lo studio –  la complessità delle norme e, spesso, l’impossibilità pratica di applicarle rappresentano un ‘dramma’ insopportabile. Senza contare che i tempi medi per il rilascio di permessi e autorizzazioni da parte della nostra Pubblica Amministrazione  restano tra i più elevati d’Europa; uno score da non andare particolarmente fieri e riconducibile, in particolare, a un livello di digitalizzazione dei servizi pubblici ancora troppo basso. Di conseguenza, a pagare il conto sono le aziende: che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche fondamentali alla loro attività produttiva.

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Sia chiaro: fare di tutta l’erba un fascio è sempre sbagliato. Nessuno, men che meno la Cgia, può disconoscere che anche la nostra PA presenta delle punte di eccellenza che ci sono invidiate in tutto il mondo; pensiamo alla sanità, alla ricerca, all’università e alla sicurezza. Purtroppo, la macchina dello Stato nel suo complesso funziona mediamente con difficoltà, soprattutto in molte regioni del Mezzogiorno, dove l’inefficienza costituisce un tratto caratteristico di queste realtà pubbliche.

Non solo. A preoccupare cittadini e imprese sono i tempi di risposta e i costi della burocrazia che sono diventati una patologia non più sopportabile. Avremmo bisogno di un servizio pubblico efficiente ed economicamente vantaggioso, invece, ci ritroviamo con una macchina pubblica ‘scassata’ che fatica a tenere il passo con i cambiamenti epocali in atto”.



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