L’area dei campi flegrei, che si estende lungo il golfo di pozzuoli e include città come bagnoli, bacoli e monte di procida, è interessata da fenomeni di bradisismo che influenzano la vita quotidiana e l’economia locale. Nonostante le continue variazioni del terreno e le preoccupazioni per la sicurezza, alcune attività industriali e tecnologiche chiave resistono o addirittura si espandono, in un territorio segnato dalla deindustrializzazione dagli anni ottanta. Questo articolo fa luce su come le imprese locali affrontano queste sfide e su quali settori mantengono un ruolo di rilievo.
Come il bradisismo si manifesta nei campi flegrei
I campi flegrei sono noti per il fenomeno del bradisismo, che provoca l’innalzamento o l’abbassamento del suolo con valori anche di 1,5 centimetri al mese. Le scosse frequenti e la paura di crolli alle strutture hanno generato un clima di incertezza tra i residenti e gli operatori economici. L’area copre un territorio ampio che va da bagnoli a monte di procida, includendo baia, bacoli, quarto, parte di marano, e alcune zone di giugliano e napoli.
Effetti sullo sviluppo locale e sul turismo
Questo contesto geologico ha inciso sul lento sviluppo locale. Negli anni ’90, si è tentata una conversione dell’economia dall’industrializzazione pesante al turismo, sfruttando le ricchezze ambientali e archeologiche del territorio. Tuttavia, la trasformazione è stata parziale; mentre alcune imprese ancora operano, il turismo è rimasto confinato a un pubblico locale, senza attrarre flussi internazionali significativi.
La percezione della continua minaccia sismica contribuisce a un senso di stress tra le famiglie e le aziende. Nonostante tutto, molte imprese non hanno scelto la fuga o la delocalizzazione. Diverse realtà produttive hanno messo in piedi misure di prevenzione e si sono adattate a operare anche con il rischio geologico attivo, scegliendo di restare radicate nel territorio.
Esempi di imprese industriali attive nell’area
In mezzo a questo scenario segnato dal bradisismo, restano attive e competitive alcune eccellenze industriali. Lo stabilimento di prysmian ad arco felice, nel comune di pozzuoli, è un esempio importante. Qui si producono cavi sottomarini destinati a progetti complessi, spesso realizzati “chiavi in mano”. L’azienda dichiara che le competenze del personale locale rappresentano un vantaggio insostituibile e che i fenomeni geologici non hanno alcun impatto diretto sulla produzione.
Nei dintorni, a bacoli, opera mbda che produce missili e ha annunciato a marzo del 2025 un ampliamento significativo per la sua unità. Leonardo, sempre nel territorio flegreo, costruisce sistemi radar, attività potenziate dagli investimenti nel riarmo europeo.
Queste imprese rappresentano una fetta importante del comparto industriale, che copre anche settori aerospaziali e cantieristici. La presenza di leader dell’industria militare e tecnologica dimostra la vitalità delle aziende locali, che lavorano per rafforzarsi piuttosto che spostarsi altrove.
Il contributo delle pmi e la trasformazione del territorio
Il tessuto produttivo dei campi flegrei conta anche su una presenza significativa di piccole e medie imprese. Dielle srl, con sede a monte di procida, si occupa di automazione industriale e impiega circa novanta persone producendo un fatturato di 24 milioni di euro. La ceo, maria de lillo, ha confermato che l’azienda non solo rimane nella zona, ma sta investendo per aprire un nuovo stabilimento.
Esempi di riconversione industriale tecnologica
Oltre alle realtà di medie dimensioni, esistono esempi di riconversione industriale che vanno oltre la manifattura tradizionale. La ex olivetti di pozzuoli si è trasformata in un polo tecnologico dove operano aziende come wind3, vodafone, il cnr e tigem. Al suo interno si trova anche la stazione sperimentale pelli, che si dedica a ricerca e formazione nel settore conciario, con un’accademia dedicata. Edoardo Imperiale, direttore della stazione, sottolinea l’importanza del luogo, disegnato da Adriano Olivetti, e la sicurezza delle strutture nonostante il bradisismo. Qui si svolge sia smart working che lavoro in presenza.
L’esperienza della ex olivetti dimostra come una struttura industriale possa ospitare servizi e attività ad alto valore tecnologico, contribuendo allo sviluppo locale.
Strategie e iniziative per sostenere le imprese del territorio
Le imprese flegree hanno trovato accordi con l’unione industriali di napoli per creare un tavolo di confronto dedicato al rafforzamento della presenza industriale nel territorio. Salvatore Lucci, presidente del raggruppamento territoriale zoonale dei campi flegrei, mette in evidenza l’intenzione delle aziende di consolidare la loro attività senza spostarsi altrove, a dispetto delle difficoltà geologiche.
Il tavolo serve a coordinare azioni comuni per affrontare i problemi dell’area, migliorare le condizioni operative e promuovere la crescita industriale. Il fatto che società di spicco come leonardo e prysmian aderiscano a questo percorso conferma la volontà di mantenere solide radici locali.
Questa strategia potrebbe garantire occupazione e salvaguardare competenze preziose, mentre la convivenza con il bradisismo fa parte della quotidianità di lavoratori e cittadini.
L’economia dei campi flegrei in questo inizio 2025 appare in bilico tra le sfide imposte dalla natura e le iniziative di imprese radicate nel territorio. Nell’area, alcune industrie continuano a produrre e a crescere, mentre si prova a creare un ecosistema tecnologico e produttivo a partire da strutture storiche, come la ex olivetti. Si tratta di una realtà complessa, dove la pressione geologica lascia segni evidenti ma non ferma del tutto l’attività economica. Chi opera qui deve fare i conti con la forza della terra, ma sceglie di affrontarla senza abbandonare il terreno di casa.
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