Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Commercialisti, il Presidente Soave: Attrarre nuove leve


Attrarre nuove leve: è la missione prioritaria emersa nel corso dell’ultima Assemblea degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Salerno riunitasi per l’approvazione del Rendiconto 2024. “Tante le presenze e gli spunti interessanti – racconta il presidente dell’ODCEC Salerno Agostino Soave – in particolare è emersa la necessità di invertire la tendenza del calo degli iscritti nel Registro dei Tirocinanti mettendo in campo tutte le azioni possibili per invogliare i giovani a scegliere la nostra Categoria professionale per il loro futuro lavorativo”.

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Presidente Soave quali attività state immaginando allo scopo? “Vogliamo programmare iniziative e incontri con gli studenti di Economia all’Università degli Studi di Salerno e con i diplomandi degli Istituti tecnico-economici per illustrare non solo come si accede alla nostra professione ma anche quali sono le possibilità e gli sbocchi offerti: nonostante le difficoltà che vive, al pari delle altre, nella nostra Categoria professionale ci sono ampi spazi, dalla grande richiesta di contabili da parte di aziende e studi professionali alle opportunità nelle nuove nicchie specialistiche, con buoni margini di realizzazione. Certo la gavetta è lunga e richiede sacrifici, ma l’impegno sarà ripagato”.

A proposito di impegno e sacrifici, che anno si prospetta per i commercialisti e i contribuenti? Il 2025 è un anno cruciale in ambito fiscale, caratterizzato da numerose novità che coinvolgono in maniera diretta sia le famiglie che le imprese italiane. In questo contesto, il ruolo di noi commercialisti diventa sempre più centrale, poiché siamo chiamati a interpretare e applicare correttamente le nuove disposizioni previste dalla riforma fiscale e introdotte grazie alla Legge delega sul sistema tributario italiano, la cui validità è stata estesa fino al 31 Dicembre 2027.

Quali sono le novità principali? Di particolare interesse sono le novità che prevedono la stabilizzazione delle 3 aliquote Irpef e degli aumenti delle detrazioni per lavoro dipendente fino a 15mila euro. Relativamente alle detrazioni fiscali la manovra introduce un limite massimo per i contribuenti con redditi superiori ai 75mila euro. Inoltre, è stato esteso il taglio del cuneo fiscale ai redditi per i lavoratori dipendenti fino a 40mila euro. Sostanzialmente è una manovra che aiuta i redditi medio bassi, ma ci auguriamo che oltre a questo ci sia uno sviluppo anche per le imprese perché solo attraverso la crescita delle aziende si può ottenere il benessere anche dei dipendenti.

Quindi per le imprese non ci sono grandi vantaggi? Si prevede la riduzione dal 24% al 20% dell’aliquota Ires premiale per le imprese che reinvestono l’80% degli utili, di cui almeno il 30% per investimenti in beni 4.0 e 5.0, e che assumano l’1% di lavoratori in più, il che rende l’agevolazione di difficile applicazione. In compenso si auspica che le imprese edili potranno trarre beneficio della proroga del bonus ristrutturazioni prevista al 50% limitatamente alle prima case fino a 96mila euro, mentre per gli altri immobili il bonus torna al 36% e fino a 48mila euro. A risultare penalizzati dalla manovra sono gli Enti Locali che vedono ridursi in modo significativo i fondi destinati agli investimenti: il taglio rappresenta un duro colpo per i piccoli Comuni che spesso non dispongono di risorse proprie sufficienti per far fronte agli investimenti.

Intanto si è tornato a parlare di pace fiscale. Qualche giorno fa è scaduto il termine per accedere all’ultima finestra della Rottamazione quater e già si parla di una possibile quinquies. Cosa ci può dire in merito? Per quanto riguarda la Rottamazione Quater secondo alcune stime la platea potenziale degli interessati che potevano presentare la domanda di riammissione, ovvero coloro che risultassero «decaduti» dalla definizione agevolata, per mancato o tardivo versamento di quanto dovuto alle scadenze previste, si aggirava intorno a mezzo milione di contribuenti ma i riammessi sono solo la metà. Entro il 30 giugno riceveranno una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate con l’ammontare delle somme dovute e i moduli di pagamento in base al piano di rate scelto in fase di domanda di riammissione, che varia da un’unica soluzione fino a un numero massimo di 10 rate. Il fatto che si parli già di una nuova rottamazione, di cui peraltro è stato già presentato un disegno di legge a inizio anno, purtroppo non stupisce: nell’audizione al Senato lo scorso marzo il Direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione Vincenzo Carbone ha illustrato nel dettaglio l’enorme consistenza del cosiddetto “magazzino della riscossione”, precisando che i crediti residui appaiono per circa il 40% del loro importo di difficile recuperabilità per le condizioni soggettive del contribuente, tra soggetti interessati da procedure concorsuali, soggetti che risultano nullatenenti, persone decedute e imprese cessate. A monte però resta il problema principale del nostro Paese. Quale? Negli ultimi decenni il sistema fiscale ha subito modifiche costanti tanto da essersi trasformato in una giungla normativa nella quale è estremamente difficile districarsi sia per i professionisti che per i cittadini. C’è bisogno di una riforma fiscale strutturale che ridisegni in maniera organica il nostro sistema tributario, per renderlo più chiaro e più semplice per cittadini e imprese. L’auspicio di una semplificazione del sistema fiscale italiano, utile per attrarre investimenti anche dall’estero, passa necessariamente da una sburocratizzazione.

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