La relazione del Segretario Enrico Coppotelli durante il Congresso Cisl del Lazio. Non è una relazione. È una mappa per portare il Lazio fuori dalla palude della mediocrità.
Non è una relazione congressuale: è un’agenda economica. Non è un elenco di rivendicazioni sindacali: è una mappa per portare il Lazio fuori dalla palude della mediocrità. Enrico Coppotelli, Segretario Generale della Cisl Lazio, al XIV Congresso del sindacato ha esposto un documento che sembra scritto più per una cabina di regia regionale che per un’assemblea sindacale.
Dentro c’è tutto. Le debolezze, i punti di forza, le zone d’ombra e i varchi da aprire per rilanciare una Regione che viaggia a due velocità: Roma con il turbo, il resto del Lazio a pedalata assistita.
Il Lazio delle due velocità
Il dato è noto: l’80% del Pil regionale lo fa Roma. Ma il resto del Lazio, cioè Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, ha dentro quasi 100mila imprese e il 21% della forza produttiva. Non è terra di scarto, è una seconda locomotiva che sta ferma in stazione perché nessuno le dà corrente. Coppotelli non ci gira attorno: serve una strategia non unica ma plurale, che riconosca le specificità territoriali. Basta pensare un Lazio a trazione unica.
Un esempio della trazione lenta è lo stabilimento Stellantis di Cassino: è in caduta libera, -47% di auto prodotte nel 2024. Coppotelli lo dice chiaro: “la crisi sta per esplodere”. Mentre si aspetta il rilancio legato al motore ibrido o quello elettrico, il presente muore. Serve una ZES allargata, servono investimenti, serve un’accelerazione sui modelli. E serve adesso. La Fim Cisl chiede un anticipo sulla produzione dei nuovi modelli: perché i posti si difendono con le linee accese, non con le promesse. Ma la realtà è un’altra: sulle linee di produzione di Piedimonte San Germano è rimasto poco o quasi nulla, le immense aree rimaste senza produzione con il passaggio all’elettrico sono state offerte ad una delle grandi di Big Pharma mettendosi in concorrenza con altri tre siti.
Lavoro: il problema non è il contratto, ma lo stipendio
La relazione di Coppotelli è cruda nel descrivere la realtà: nel Lazio i giovani scappano. Dal 2011 al 2023 ne sono partiti quasi 26mila. Coppotelli dice: “Il lavoro povero non è lavoro”. Colloca la Cisl su un fronte di battaglia: vuole che ci si batta per alzare i salari, stabilizzare i contratti, creare un sistema che premi chi produce valore.
Per questo cavalca la legge fortemente sostenuta da Cisl ed approvata proprio nelle ore del Congresso: partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, come da articolo 46 della Costituzione. Non retorica ma proposta di legge già depositata. E Coppotelli chiarisce l’idea: redistribuire la produttività. Farla diventare salario, non solo margine. Per arrivare all’approvazione di oggi in Senato ci sono stati due anni di mobilitazione, 400mila firme in tutte le regioni, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei territori.
I numeri dell’agroalimentare, la spinta del farmaceutico
Ci sono poi i numeri che confortano. Come l’export dell’agroalimentare nel Lazio: 1,56 miliardi nel 2023, +9%. Ma c’è la piaga del caporalato: che non è solo sfruttamento ma il segnale di un’agricoltura ancora su schemi medioevali mentre quella moderna è fatta di sensori, centraline meteo su tablet per gestire l’irrigazione a goccia e non sprecare acqua risparmiando. Coppotelli chiede tutele per quei braccianti, deboli tra i deboli.
E poi il Lazio è la seconda regione in Italia per farmaceutica. Ora bisognerà vedere quale sarà l’impatto dei dazi imposti da Donald Trump sul comparto che ha il suo polo nel triangolo al confine tra le province di Frosinone – Latina – Roma. Le prospettive parlano di un’enorme potenzialità di sviluppo e della capacità di creare lavoro di qualità: ma servono persone qualificate e formate per i nuovi lavori.
Tecnologia, nucleare e IA: visione lunga
Coppotelli ha un occhio sul Pil e uno sul futuro. Parla di energia e non si ha tentennamenti nel sostenere che il nucleare sostenibile serve. Perché senza energia non c’è impresa, senza impresa non c’è lavoro. Parla di Intelligenza Artificiale con una consapevolezza rara nel sindacato: “La Persona deve restare al centro, l’algoritmo deve servire l’uomo, non sostituirlo”.
Bene i poteri speciali per Roma, dice Coppotelli. Ma “solo se portano equilibrio anche fuori dal Raccordo”. La Regione deve ripensarsi: infrastrutture differenziate, sviluppo sartoriale. Perché se pensi una strategia buona per Roma e buona per Latina, allora non è buona per nessuna delle due, ad ognuno occorre un abito su misura
Il piano industriale della Cisl
Lo hanno chiamato “Congresso” ed in pratica lo è. Ma è anche un Piano Industriale. Dentro c’è la Stazione Tav per il Basso Lazio, la Bretella Cisterna–Valmontone, l’integrazione tra università e impresa, il rilancio dell’edilizia scolastica, il contrasto alla desertificazione bancaria, la lotta ai contratti lampo. E poi il welfare: sanità pubblica con 5.000 assunzioni, 3.300 stabilizzazioni, 661 milioni in arrivo dal PNRR, 35 ospedali di comunità, 131 case di comunità. Numeri che diventano politica, non propaganda.
“Noi – ha detto Coppotelli – abbiamo scelto. La nostra strada è quella della contrattazione, del dialogo, della partecipazione. Il sindacato serve se sa cambiare, se sa proporre, se sa decidere”. La Cisl del Lazio, nel pieno stile Coppotelli, lo sta facendo. Con competenza.
Se questo è un sindacato, qualcuno avvisi le giunte regionali: qui dentro c’è già un programma di governo.
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