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Ast torna a chiedere il disaccoppiamento dei prezzi dell’idroelettrico e ferma una linea dell’acciaieria


Arvedi Ast critica lo Steel and Metal Action Plan dell’Unione Europeal giudicandolo insufficiente sul fronte della protezione delle produzioni siderurgiche continentali, e torna a chiedere al governo di modificare i processi di formazione del costi dell’energia, introducendo il cosiddetto “disaccoppiamento dei prezzi” di quota parte dell’idroelettrico (come anticipato da Tag24 Umbria). 

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Intanto, proprio in ragione del calo della domanda di prodotti laminati piani, torna a fermarsi una linea dell’area a caldo di Acciai Speciali Terni. La direzione aziendale ha infatti comunicato ieri sera alle RSU uno stop di una linea di Acc dalle ore 6.00 di lunedì fino alla fine del mese. Si tratta di una delle fermate più lunghe degli ultimi mesi, motivate da tempo da parte dell’azienda da scarichi produttivi. Anche in questa occasione non è comunque prevista l’attivazione di cassa integrazione, visto che l’azienda, come forma di sostegno ai lavoratori, ha comunicato che il personale coinvolto potrà recarsi al lavoro rispettando il proprio turno di appartenenza.

Costo dell’energia: Ast alla fiera Made in Steel critica le misure europee di sostegno al settore e torna a chiedere prezzi più bassi per l’idroelettrico

A rilanciare il tema dell’energia a costi competitivi per viale Brin è stato Mattia Sala, direttore commerciale e marketing di Arvedi Ast, durante il convegno organizzato da Siderweb nel corso della fiera Made in Steel che si è svolta nei giorni scorsi a Milano. Il maneger del colosso siderugico è intervenuto al convegno “Acciaio inossidabile: mercato e prospettive”, e ha toccato temi centrali per il futuro della siderurgia europea, a cominciare dalla necessaria revisione del sistema di formazione dei prezzi energetici per garantire prezzi più equi per l’Italia. 

Noi auspichiamo che la Commissione Europea possa intervenire sulla formazione dei prezzi dell’energia – ha spiegato Sala di fronte alla platea dell’importante fiera della siderurgia -. L’auspicio è quello che l’esecutivo continentale possa lanciare una valutazione dell’impatto per ciò che riguarda l’analisi della costruzione del prezzo. E che alla fine proponga anche un disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile, soprattutto l’idroelettrico, rispetto a quella prodotta dalle centrali turbogas, differenziando quindi anche i costi per le imprese. Questo potrebbe portare dal nostro punto di vista a un beneficio generalizzato in quanto ci sarebbe una maggiore stabilità nel prezzo dell’energia elettrica e un beneficio alla transizione energetica“.

Insomma, il disaccoppiamento dei prezzi dell’idroelettrico e delle rinnovabili dal prezzo formato sui costi di produzione delle centrali tradizionali. La proposta di Arvedi Ast, avanzata anche al governo dall’Ad Mario Caldonazzo, è quella di passare dal sistema che viene definito “pay as clear” al sistema “segmented pay as clear, con investimenti per sostenere la transizione energetica che vedrebbe favorevoli anche gli energivori.

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L’obiettivo è quello di arrivare a un prezzo di 65 euro a megawattora, come ha ricordato nei giorni scorsi Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che ha annunciato continui contatti con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e uno scambio di documenti per la stesura di alcuni capitoli sul tema dell’energia. 

Le prospettive di Ast nel mercato dell’inox e i risultati commerciali dei primi 4 mesi dell’anno

Il direttore commerciale e marketing di Arvedi Ast, Mattia Sala, ha anche parlato dei risultati industriali dei primi quattro mesi e delle prospettive di mercato. Evidenziando come una forte ripresa dell’industria europea dipenda anche dalle policy europee per la difesa delle produzioni continentali dalla pressione del dumping asiatico e dal rilancio del settore automotive. Ma ha aperto anche spiragli positivi sull’andamento di viale Brin sui mercati internazionali.

In questi mesi – ha detto Mattia Salaabbiamo consolidato la nostra posizione, rafforzando l’export come leva strategica. Per quello che riguarda l’acquisizione di ordini, abbiamo raggiunto gli obiettivi nei primi mesi del 2025, anche se la crescita di mercato è più contenuta di quella che era stata prevista dagli analisti. Ci aspettiamo che l’Unione Europea intervenga per irrobustire la domanda interna. Siamo troppo esposti alla over capacity di alcuni paesi, che impongono dazi alle nostre produzioni e sono liberi di vendere il loro acciaio sul nostro mercato. Per quello che riguarda l’Italia, sarebbe importante diminuire la pressione fiscale e, soprattutto, varare un ambizioso piano di investimenti simile a quello da 500 miliardi che sta lanciando la Germania. Infine, ci auguriamo che arrivino provedimenti della Commissione Ue a sostegno del settore automotive, che è strategico per l’indusria europea“. 



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