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L’agricoltura del futuro produce anche energia: a Battipaglia il confronto sulla transizione green 


L’agricoltura italiana guarda oltre la produzione alimentare e si afferma sempre più come protagonista della transizione energetica, integrando biogas, biometano e fotovoltaico agricolo. Un’evoluzione già avviata che richiede ora visione strategica, competenze specialistiche e un quadro normativo adeguato.

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Se ne è discusso nel corso dell’incontro “Transizione energetica in agricoltura”, tenutosi presso la sede di Confagricoltura Salerno a Battipaglia, promosso da Confagricoltura Campania, Confagricoltura Salerno e Associazione Nazionale Bieticoltori. Tra gli interventi: Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania, Antonio Costantino, presidente di Confagricoltura Salerno, Nicola Gherardi, presidente ANB e Tommaso Honorati, presidente di Bio.Methane.Hub.

“La multifunzionalità dell’agricoltura si apre oggi a nuove prospettive: le agroenergie rappresentano un’opportunità concreta per rafforzare la sostenibilità ambientale, migliorare la gestione delle risorse e aumentare la competitività delle imprese agricole. Produzione diretta di energia rinnovabile, gestione sostenibile delle risorse agroforestali e promozione dell’economia circolare sono solo alcuni dei vantaggi evidenziati”, ha affermato Fabrizio Marzano.

Il comparto agricolo – secondo quanto emerso nel dibattito – è già in grado di contribuire con ulteriori 3 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili entro il 2026, grazie anche agli investimenti previsti nel PNRR. Già oggi conta circa 3.500 MW di potenza installata, pari a circa l’8,5 per cento della produzione nazionale di energia elettrica rinnovabile. Un potenziale che può crescere ancora con il giusto supporto normativo, in particolare incentivando l’autoconsumo energetico, la valorizzazione dei sottoprodotti agricoli e una visione integrata della produzione agroalimentare ed energetica. “Come Associazione Nazionale Bieticoltori – ha aggiunto il presidente ANB Nicola Gherardi – da anni promuoviamo l’impiego di sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici e colture no food a fini energetici, per la produzione di biogas e biometano, garantendo agli agricoltori una nuova fonte di reddito e andando sempre più verso una agricoltura sostenibile e rigenerativa”.

Un focus specifico è stato dedicato alla necessità di riformare l’articolo 2135 del codice civile, riconoscendo formalmente il ruolo dell’agricoltore come produttore di energia da fonti rinnovabili, tra le attività connesse dell’impresa agricola. Una modifica attesa da tempo, che darebbe piena giuridicità a una realtà ormai consolidata sul campo.

Nel corso dell’incontro, Confagricoltura Campania ha rilanciato il proprio impegno sul fronte delle agroenergie attraverso strumenti concreti come l’Osservatorio Agroenergie e la recente costituzione della prima Comunità Energetica Rinnovabile agricola nazionale (Confagri CER), fondata su un modello cooperativo che favorisce la condivisione e l’autosufficienza energetica tra imprese agricole.

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Tra le richieste principali, il sostegno ai piccoli impianti, l’estensione delle misure del PNRR oltre il 2026, l’introduzione di prezzi minimi garantiti per gli impianti che non convertono a biometano e una più ampia programmazione in tema di economia circolare e gestione dei sottoprodotti. Il settore agricolo, è stato ribadito, può e deve essere uno degli assi portanti della transizione ecologica nazionale, ma ha bisogno di certezze normative e finanziarie per consolidare il proprio ruolo strategico.



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