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Cristofaro (Università Tor Vergata): le imprese che puntano fin da subito su impianti e macchinari hanno maggiori probabilità di crescere rispetto alle più prudenti



Ma sopravvivere è solo il primo passo. La vera sfida è crescere significativamente dopo aver superato i primi anni critici. Nel 2022, la quota di imprese ad alta crescita nell’UE ha visto la Svezia primeggiare (20%), mentre l’Italia, con un modesto 7%, resta sotto la media europea.


Cosa distingue allora le startup di successo da quelle destinate al fallimento? Uno studio condotto da ricercatori delle Università di Tor Vergata, L’Aquila e Sydney offre una risposta chiara: l’allocazione delle risorse nei primi anni è determinante.


“La strategia di allocazione delle risorse nei primi anni di attività risulta determinante per il futuro delle startup. Le imprese che investono fin da subito in asset materiali e immateriali hanno maggiori probabilità di sopravvivere e crescere in maniera significativa rispetto a quelle che adottano un approccio più prudente, privilegiando la liquidità”, spiega Matteo Cristofaro dell’Università di Roma Tor Vergata.

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La ricerca, che ha analizzato circa 44.500 osservazioni di imprese italiane tra il 2011 e il 2019, evidenzia come le aziende si dividano sostanzialmente in due approcci: uno prudente e conservativo, che privilegia l’accumulo di liquidità, e uno aggressivo orientato alla crescita, che punta su investimenti immediati in tecnologia e infrastrutture.


“L’investimento in impianti e macchinari gioca un ruolo cruciale: non solo rafforza la stabilità operativa, ma migliora anche la credibilità dell’azienda agli occhi di investitori e partner strategici”, sottolinea Riccardo Cimini, altro autore dello studio.


Secondo Ivo Hristov dell’Università dell’Aquila, questo approccio genera benefici multipli: “Riduce l’incertezza, abbassa i costi nel lungo termine e innesca un circolo virtuoso che favorisce crescita e competitività”.


Le decisioni iniziali creano quindi un “effetto domino” che può determinare il destino dell’impresa. Se la liquidità offre sicurezza immediata, sono gli investimenti in asset strategici a costruire le fondamenta per una crescita sostenibile.



Il messaggio per gli imprenditori è chiaro: l’audacia strategica premia. Ma questo solleva interrogativi cruciali per la politica industriale italiana: come creare un ecosistema che favorisca il coraggio imprenditoriale senza esporre le aziende a rischi eccessivi?

Lo studio suggerisce che i policy maker possano incentivare l’allocazione di capitale in impianti e infrastrutture attraverso sgravi fiscali e incentivi mirati. In questa direzione si muovono alcune recenti iniziative governative come il Piano Transizione 5.0, con una dotazione di 12,7 miliardi di euro per sostenere la trasformazione digitale ed energetica, e il programma Beni Strumentali – Nuova Sabatini, pensato per facilitare l’accesso al credito delle PMI che investono in macchinari.


Queste misure rappresentano passi importanti, ma per produrre effetti duraturi sarà necessario un impegno continuativo, sostenuto da una visione strategica di lungo periodo che accompagni le startup italiane nel loro percorso di crescita e consolidamento.




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