Firmato al Mimit l’accordo di sviluppo per il sito Stmicroelectronics di Catania, tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’azienda, alla presenza dei rappresentanti della Regione Siciliana. L’obiettivo, spiega il dicastero in una nota, sarebbe di «sostenere la crescita e l’espansione del sito di Catania, consolidando il supporto pubblico a un progetto strategico destinato ad avere un impatto trasformativo sull’industria tecnologica nazionale, favorendo l’occupazione, l’innovazione e il ruolo dell’Italia come hub europeo della microelettronica».
La realizzazione del programma prevede investimenti per 5 miliardi di euro nel periodo 2023-2037, con agevolazioni pubbliche superiori a 2 miliardi. È previsto un cofinanziamento della Regione Siciliana fino a 300 milioni di euro, con modalità che saranno definite attraverso un successivo atto integrativo all’accordo. «È un investimento strategico per l’Europa – ha commentato il ministro Adolfo Urso-. Un atto concreto che conferma il nostro impegno a rendere la Sicilia e l’Italia protagoniste nello scenario europeo dell’innovazione, della ricerca e della produzione avanzata. Grazie alla collaborazione tra istituzioni e impresa, il nostro Paese è pronto a guidare una nuova stagione di crescita industriale e tecnologica».
Con questo nuovo investimento – che segue quello da 730 milioni per un impianto per la produzione di substrati che sarà completato nel 2026 – sarà costruito un ulteriore impianto produttivo adiacente a quello esistente per integrare le fasi di front-end e back-end, permettendo la copertura dell’intera filiera produttiva nel sito di Catania, con una produzione a regime di 15.000 fette a settimana.
L’integrazione dei due progetti porterà «alla realizzazione a Catania del primo sito produttivo integrato europeo capace di gestire tutte le fasi di produzione, dal materiale in polvere ai dispositivi finiti, rafforzando l’autonomia strategica europea e la resilienza alle dinamiche di mercato e agli eventi geopolitici esogeni», evidenzia il Mimit, secondo cui il progetto «avrà un impatto significativo sul tessuto produttivo nazionale: oltre il 42% delle forniture sarà di origine italiana (3,9 miliardi di euro), coinvolgendo circa 280 fornitori attivi nel settore dei semiconduttori. Di questi, il 41% ha sede nel Nord Italia, 20 aziende nel Centro, e oltre la metà nel Sud Italia, con 135 aziende in Sicilia. Complessivamente, l’84% dei fornitori saranno Pmi italiane».
Si stimerebbe, dunque, «un valore aggiunto di circa 1,3 miliardi di euro sull’intera filiera e un incremento occupazionale di circa 12.480 unità di lavoro a livello nazionale. Per la sola Sicilia, l’impatto sarà pari a circa 895 milioni di euro di valore aggiunto e oltre 8.500 unità di lavoro» mentre sul sito di Catania sono previste circa 3.000 assunzioni dirette, di cui oltre 1.200 altamente qualificate, portando il totale dei lavoratori da 4.791 a 7.757.
«Accolgo con profonda soddisfazione il risultato raggiunto, frutto di un impegno istituzionale al massimo livello che ha visto protagonista il ministro Adolfo Urso, al quale va il sentito ringraziamento mio e della città di Catania – ha dichiarato il sindaco di Catania, Enrico Trantino –. Il lavoro svolto tanto sul piano nazionale quanto in ambito internazionale, si è rivelato determinante per centrare un obiettivo strategico per il nostro territorio e per l’intero sistema produttivo siciliano. Il suo costante dialogo con gli attori economici, le istituzioni europee e i partner globali ha creato le condizioni per rendere possibile ciò che sembrava distante. Si tratta di un risultato che dà lustro all’Italia e rilancia il ruolo di Catania come polo di innovazione e sviluppo nel Mediterraneo».
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