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La Camera approva tre mozioni sul PNRR


Nella seduta di martedì 6 maggio, infatti, Montecitorio ha approvato tre mozioni concernenti il monitoraggio e lo stato di attuazione del PNRR, impegnando il Governo a rispondere e ad ottemperare ad una serie di richieste, tutte volte ad aumentare il controllo parlamentare sull’avanzamento di quel Piano nazionale di ripresa e resilienza che sta velocemente arrivando al rush finale.

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Tre mozioni che arrivano, tra l’altro, a ridosso della notizia sul possibile invio a marzo della quinta revisione PNRR a Bruxelles, su cui, allo stato attuale, non sono state fornite informazioni ufficiali da parte del governo

Nel corso della stessa seduta la Camera ha invece respinto altre due mozioni sul PNRR, uno del Movimento 5 Stelle e una di Alleanza, Verdi e Sinistra.

Cosa dice la sesta relazione sullo stato di attuazione del PNRR?

Le mozioni della maggioranza sul PNRR

Delle tre mozioni approvate ieri dalla Camera, due sono della maggioranza. La prima è la mozione Richetti ed altri (n. 1-00410) che impegna il Governo:

  • ad inviare al Parlamento la successiva relazione sullo stato di attuazione del PNRR in tempi più ragionevoli ed utili ad un tempestivo monitoraggio;
  • a chiarire se intenda adottare iniziative volte ad apportare ulteriori modifiche al Piano, in particolare per utilizzare una parte dei fondi PNRR anche, eventualmente, per misure a sostegno delle imprese colpite dai dazi statunitensi e, in caso affermativo, ad assicurare un adeguato coinvolgimento delle Camere;
  • a trasmettere al Parlamento un’ulteriore relazione aggiornata sul rispetto delle clausole in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa di donne e giovani, nonché sugli effetti e il raggiungimento degli obiettivi in tale ambito conseguenti all’attuazione del Piano;
  • ad adottare iniziative normative volte a semplificare le procedure di richiesta del credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 5.0, riducendo i passaggi autorizzativi attraverso l’eliminazione di duplicazioni burocratiche e l’introduzione di strumenti digitali per l’autocertificazione delle imprese, garantendo comunque un adeguato controllo ex post, per rendere il beneficio quanto più automatico possibile, sul modello del Piano «Industria 4.0»;
  • ad inviare al Parlamento informazioni esaustive sul rispetto della quota Mezzogiorno, in particolare fornendo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024 e illustrando, oltre ai risultati complessivi e per amministrazione titolare, anche la divisione dei fondi territorializzabili per missioni con relativa percentuale di fondi destinati al Mezzogiorno e la percentuale di fondi effettivamente già spesi nel Mezzogiorno.

La seconda (sempre di maggioranza) è la mozione n. 1-00429 di Lucaselli, Candiani, Pella, Romano ed altri, che impegna il Governo:

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  • a proseguire nell’attività di attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, assumendo tutte le iniziative ritenute necessarie al fine di assicurare il tempestivo raggiungimento entro il 2026 delle milestone e dei target;
  • a proseguire nell’attività di informazione del Parlamento in ordine allo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e alle eventuali problematiche di tipo attuativo, nonché ad assicurare, per quanto di competenza, un adeguato coinvolgimento delle Camere con riguardo alla nuova proposta di aggiornamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ove effettivamente necessaria;
  • ad assicurare che la proposta di aggiornamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ove realmente necessaria, sia coerente con le finalità e le condizionalità, anche temporali, stabilite dai regolamenti europei, garantendo al contempo l’attuazione delle riforme previste e il raggiungimento degli obiettivi trasversali, quali la parità di genere, il miglioramento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno, assicurando, a tal fine, per quanto di competenza, l’attuazione della clausola che destina almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente alle regioni del Meridione;
  • a proseguire nell’azione diretta a garantire un utilizzo sinergico, più razionale ed efficiente delle risorse europee e nazionali destinate alla realizzazione degli investimenti pubblici, con particolare riguardo al rafforzamento dell’autonomia energetica, al sostegno alle attività produttive, alla transizione clean e digitale, in linea con la nuova strategia annunciata dalla Commissione europea, nonché all’attuazione delle politiche di coesione.

Camera, approvata la Mozione del PD sul PNRR

Oltre alle due mozioni di maggioranza, ieri la Camera ha approvato anche una mozione n. 1-00433 del PD (De Luca ed altri) che impegna il Governo:

  • a presentare una nuova relazione sull’attuazione della clausola del 40 per cento di investimenti al Mezzogiorno, aggiornata ai dati relativi al 2024, con l’indicazione delle idonee misure correttive eventualmente necessarie;
  • a rispettare il cronoprogramma di attuazione del PNRR, per cogliere a pieno le opportunità di crescita e rilancio economico ad esso collegate;
  • a chiarire se intenda procedere ad una nuova revisione del PNRR e a fornire tempestivamente informazioni alle Camere, con particolare riferimento alle misure del Piano oggetto di modifica;
  • ad assicurare, anche in caso di revisione del PNRR, il rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Sud di almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente.

Le mozioni sul PNRR che sono state respinte

Non è passata, invece, la mozione del Movimento 5 Stelle (Scerra ed altri) che, tra le altre cose, voleva impegnare il governo “a chiarire tempestivamente i contenuti della quinta proposta di revisione del PNRR, presentando alle Camere gli effetti e la portata che tali modifiche avranno sull’impianto complessivo del Piano, scongiurando l’ipotesi che, per effetto di tale revisione, una parte delle risorse soggette a riprogrammazione vengano dirottate sul comparto della difesa nonché a garantire, altresì, per quanto di competenza, il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento, assicurando una puntuale e corretta informazione nei confronti delle competenti Commissioni parlamentari, su quali siano i cambiamenti richiesti, nonché le conseguenti previsioni in termini di effetti degli investimenti e di crescita del sistema Paese, così come sulla definizione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di assicurare la coerenza dello stesso rispetto all’evoluzione dell’economia verso un modello sostenibile”.

Fumata nera, infine, anche per la mozione Ghirra ed altri (Alleanza Verdi e Sinistra) che, tra le altre cose, si concentrava sui ritardi del Piano chiedendo ad esempio di affrontare quelli presenti nell’implementazione della piattaforma Regis e i disallineamenti contabili tra i sistemi di gestione. Ma che avrebbe voluto anche impegnare il governo ad escludere categoricamente la possibilità per l’Italia di dirottare i fondi per le politiche di coesione verso la spesa per la difesa, l’industria bellica e la mobilità militare.



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