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“In Calabria emergenze strutturali e nuove sfide”


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Nel report di Confartigianato Imprese presentato a Terni, la nostra regione si conferma maglia nera per lavoro irregolare. L’allarme su contraffazione, abusivismo e criminalità organizzata

  07 maggio 2025 15:54

Legalità e sicurezza sono condizioni imprescindibili per la crescita economica, in particolare per le micro e piccole imprese. I temi della legalità, con particolare riferimento alla dinamica dei reati che colpiscono l’attività di impresa e all’esposizione alla contraffazione e all’abusivismo nel contesto nella turbolenta primavera 2025 sono stati esaminati nel report ‘La sicurezza, un asset per le imprese in una congiuntura dominata dall’incertezza’ che l’Ufficio Studi ha presentato lo scorso 28 aprile nel corso del convegno su legalità e sicurezza come fattori di crescita dei territori, a Terni.

I dati illustrati fotografano un’Italia a diverse velocità, ma mettono in luce alcune criticità che in Calabria assumono carattere strutturale. Tra le regioni italiane, la Calabria detiene il tasso più alto di irregolarità dell’occupazione: il 17% dei lavoratori risulta non regolare, contro una media nazionale dell’11,3%. Si tratta del dato peggiore d’Italia, seguito da Campania (14,2%) e Sicilia (13,7%). Una condizione che determina non solo concorrenza sleale, ma anche gravi ripercussioni sul welfare e sulla sicurezza dei lavoratori.

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La regione soffre fortemente anche per la diffusione di fenomeni come contraffazione e abusivismo, che penalizzano in particolare i settori artigiani più esposti come edilizia, moda, benessere, manutenzione e riparazione. In questi comparti, tre imprese su quattro sono artigiane, molte delle quali vulnerabili alla concorrenza sleale a causa di controlli insufficienti e contesto economico fragile.

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Il report segnala inoltre che la Calabria è tra le regioni a più alto rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale. Secondo la “Mappatura UIF” (Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia), la presenza di imprese potenzialmente collegate a contesti mafiosi resta significativa, soprattutto nei settori del movimento terra, rifiuti, logistica e costruzioni.

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Altro elemento critico è rappresentato dalla lentezza della giustizia civile. In Calabria, il tempo medio di definizione di un procedimento civile è tra i più elevati del Paese, condizione che disincentiva gli investimenti e ostacola l’affermazione di un’economia basata sulla certezza del diritto.

Nel 2023, in Calabria i delitti che interessano l’attività d’impresa denunciati dalle Forze di polizia all’Autorità giudiziaria, sono saliti del 4,3% e di questi oltre un terzo del totale sono dati dalla somma di truffe e frodi informatiche e dei delitti informatici, che sono tornati a salire dopo il calo registrato nel 2022.

Nel 2023, tra le cinque province calabresi, i delitti che interessano l’attività d’impresa crescono a Catanzaro (+7,8%), Vibo Valentia (+7,1%), Cosenza (+3,6%) e Reggio Calabria (+3,5%), mentre in controtendenza, scende Crotone (-1,6%). Tra le province, solo Reggio Calabria ha un numero di delitti ogni 100 unità locali delle imprese in linea con la media nazionale (18).

In questo scenario, sono 1.206 (17,5% del totale imprese manifatturiere) le imprese dell’artigianato maggiormente esposte al rischio contraffazione e abusivismo pari al 72,3 del totale imprese manifatturiere (1.667).  “La legalità non è un orpello, ma un fattore produttivo – ribadisce Confartigianato Calabria riprendendo il report presentato –. Dove la legalità arretra, si riduce lo spazio per chi lavora nel rispetto delle regole. Occorre colmare i ritardi strutturali, a partire da una lotta efficace al sommerso e all’abusivismo, e sostenere le imprese sane con strumenti concreti, formazione e trasparenza negli appalti pubblici”.

“Per la Calabria – sottolinea Confartigianato – si tratta di una sfida decisiva per la sopravvivenza e il rilancio delle migliaia di micro e piccole imprese che rappresentano l’ossatura del tessuto produttivo regionale. Il cambiamento passa per un impegno corale che coinvolga istituzioni, corpi intermedi, forze dell’ordine e soprattutto la cultura diffusa della legalità”.

 



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