Dopo il ripescaggio dei 250mila contribuenti decaduti dalla Rottamazione quater, il dibattito si sposta sulla possibilità, per ora solo teorica, di una nuova definizione agevolata: la Rottamazione quinquies.
Nonostante la forte adesione alla quater e le richieste insistenti da parte di contribuenti, associazioni di categoria e parte della maggioranza, il Governo non ha ancora dato alcun via libera. Le motivazioni sono legate a tempi tecnici, costi per le casse pubbliche e una strategia fiscale che guarda altrove.
Rottamazione quater: 250mila riammessi, ma non basta
La Rottamazione quater si è rivelata un’operazione di grande partecipazione. Entro il termine del 30 giugno 2023 sono state presentate circa 3,8 milioni di domande di adesione, segno dell’interesse diffuso dei contribuenti per questo strumento di “pace fiscale”. In totale, oltre un milione di cittadini e imprese hanno potuto avvalersi della rottamazione quater per regolarizzare debiti fiscali e contributivi: si stima un importo complessivo agevolato di circa 18 miliardi di euro, ridotto a 13 miliardi al netto di sanzioni e interessi dovuti.
I primi versamenti sono già affluiti all’Erario (nel 2023 sono entrati circa 4,3 miliardi dalla rottamazione), ma il piano di pagamenti dilazionati si estende fino al 2027 e il successo dell’operazione si misurerà pienamente solo nei prossimi anni.
Non tutti i partecipanti riescono a rispettare le rate: circa 500 mila contribuenti risultavano decaduti dalla rottamazione quater a fine 2024 per mancato pagamento delle prime scadenze.
Proprio per questo il Governo ha approvato un ripescaggio straordinario dei decaduti, con finestra fino al 30 aprile 2025: circa 250 mila contribuenti ne hanno approfittato, presentando domanda di riammissione entro il termine previsto. Entro il 30 giugno 2025 l’Agenzia delle Entrate invierà a questi riammessi i nuovi piani di pagamento (fino a 10 rate) e gli importi dovuti, la cui prima scadenza è fissata al 31 luglio 2025.
Rottamazione quinquies 2025: tutto fermo, nessuna approvazione
Nonostante il largo utilizzo della “quater”, il Governo non ha ancora varato una eventuale Rottamazione quinquies. Eppure l’ipotesi non era peregrina: un disegno di legge ad hoc (ddl 1375) è stato presentato in Senato ad inizio anno, proprio con l’obiettivo di introdurre la quinta rottamazione.
La proposta Gusmeroli (dal nome del deputato promotore) mirava a includere i debiti fiscali dal 2000 al 2023, permettendo il pagamento del solo capitale in 120 rate mensili (10 anni) e tollerando fino a otto rate non pagate prima di decadere dal beneficio. Le scadenze indicative circolate inizialmente (adesioni entro aprile 2025, risposta dell’Agenzia Entrate entro giugno, prima rata a luglio 2025) si sono però rivelate irrealistiche, dal momento che il provvedimento non ha avanzato il suo iter.
Lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, ha evidenziato la mancanza di tempi tecnici per far partire la quinquies secondo quel calendario, sottolineando la necessità di riscrivere le scadenze previste. Anche Sogei (il partner tecnologico informatico del fisco) avrebbe bisogno di tempo per adeguare i sistemi alla nuova sanatoria.
Le motivazioni del Governo: coperture mancanti e tempi tecnici
Dal lato del Governo, inoltre, la linea ufficiale fino ad oggi è stata prudente. Già alla fine del 2024 il Ministero dell’Economia aveva dichiarato che non erano allo studio misure per riaprire o estendere ulteriormente la definizione agevolata delle cartelle.
Secondo le stime, la rottamazione quinquies impatterebbe sulle casse pubbliche per oltre 5 miliardi di euro nel 2025 e circa 3 miliardi nel 2026. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha aperto con cautela alla possibilità di una nuova rottamazione, ma ha chiesto solide garanzie sulle coperture finanziarie per evitare che l’operazione si trasformi in un “boomerang” per i conti dello Stato.
Rottamazione cartelle 2025: le alternative in assenza della quinquies
Nel frattempo, cresce l’attesa tra i contribuenti interessati. I Caf riportano un costante afflusso di richieste di chiarimento da parte di cittadini speranzosi in una nuova “tregua fiscale”.
Per il momento, l’unica opportunità concreta rimane quella già in essere: chi ha aderito alla rottamazione quater deve proseguire con il pagamento puntuale delle rate 2025-2027, mentre chi non vi aveva aderito (o ne è decaduto) non ha nuove definizioni agevolate disponibili, se non i consueti piani di rateizzazione ordinaria previsti dalla legge.
In assenza di una quinquies, le alternative dei debitori verso il Fisco si limitano alla gestione delle cartelle esattoriali esistenti con gli strumenti ordinari già a disposizione (dilazioni fino a 72 o 120 mesi, ricorsi, ecc.), oppure al saldo integrale degli importi dovuti.
Rottamazione quinquies nella legge di bilancio 2026? Le ipotesi
Guardando avanti, l’orizzonte di una possibile rottamazione quinquies sembra rimandato alla seconda parte dell’anno. Fonti governative citate dal Sole24Ore non escludono che la misura possa essere presa in considerazione in autunno, eventualmente nell’ambito della prossima legge di Bilancio.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link