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OIPA chiede all’UE lo stop ai finanziamenti agli allevamenti intensivi


Comunicato stampa
6 maggio 2025

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In occasione della seconda tranche di semplificazioni della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, che sarà presentata ufficialmente il 14 maggio 2025, subito dopo il Global Food Forum di Farm Europe, l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) si appella alla Commissione Europea per richiedere la revoca dei finanziamenti PAC agli allevamenti intensivi. Con una lettera inviata oggi al Commissario per l’Agricoltura e l’Alimentazione, Christophe Hansen, l’associazione punta i riflettori sulle gravi ricadute ambientali e sanitarie legate al modello zootecnico, tuttora ampiamente sostenuto dai fondi della Politica Agricola Comune (PAC).

Alla luce dei dati ufficiali forniti da istituzioni europee, centri di ricerca indipendenti e autorità sanitarie nazionali, l’OIPA ritiene imprescindibile una profonda revisione dei criteri di assegnazione dei finanziamenti pubblici, affinché siano realmente allineati agli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia “Farm to Fork” e della tutela della salute dei cittadini.

Sono molteplici gli studi e le evidenze scientifiche che collegano l’inquinamento atmosferico a un maggiore rischio di sviluppare malattie respiratorie croniche, tumori e decessi prematuri. Facendo riferimento alla situazione della Pianura Padana – dove si concentra il maggior numero di allevamenti intensivi del nostro Paese – l’OIPA evidenzia che la zona ha uno dei livelli di qualità dell’aria peggiori in Europa. E il contributo degli allevamenti intensivi è cruciale: per fare solo un esempio, circa l’85% delle emissioni di ammoniaca in Lombardia proviene da questa fonte.

Eppure, i fondi europei della PAC continuano ad andare agli allevamenti. Tra il 2019 e il 2023 i fondi PAC destinati alla zootecnia sono aumentati da 250 a 286 milioni di euro. Nel 2023, circa il 40% di questi finanziamenti (113 milioni di euro) è stato erogato a imprese situate in Comuni con livelli di azoto oltre i limiti di legge. Dei primi 40 comuni beneficiari di questi fondi, il 65% presenta valori di azoto non conformi.

Nonostante l’evidenza del legame tra inquinamento e salute pubblica, l’attenzione mediatica e politica sull’impatto degli allevamenti è molto limitata. Oltre ai rischi sanitari, gli allevamenti rappresentano anche un pericolo per la diffusione di zoonosi e pandemie, aggravando una crisi già complessa. A ciò si aggiunge il dolore degli animali sottoposti a condizioni di vita insostenibili, un aspetto etico ignorato in nome degli interessi economici.

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Alla luce di questo scenario, l’OIPA Italia chiede formalmente alla Commissione Europea di:

1. Revocare i finanziamenti PAC agli allevamenti responsabili di inquinamento, inadempienze ambientali o sanitarie;

2. Introdurre criteri stringenti legati alla tutela della salute pubblica, della biodiversità e della qualità ambientale per l’accesso ai fondi;

3. Reindirizzare parte dei finanziamenti verso attività sostenibili, etiche e salutari, nonché in progetti di rinaturazione e tutela della fauna selvatica, come la creazione e il mantenimento di corridoi faunistici.

4. Investire in ricerca e sviluppo di soluzioni alternative alla zootecnia, tra cui studi scientifici sulla carne coltivata, per favorire una transizione verso sistemi alimentari più sicuri, sostenibili e rispettosi del benessere animale.

Leggi la lettera scritta dall’OIPA alla Commissione Europea: Richiesta revoca fondi PAC agli allevamenti

Informazioni per la stampa (recapiti non pubblicabili): 

Ufficio stampa OIPA
Tel. 3204056710
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