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Acciaio, venti di ripresa. Benedetti: «L’incertezza occasione per innovare»


«Il 2025 si è aperto con segnali incoraggianti che alimentano aspettative di ripresa. Tuttavia, l’andamento risulta fortemente influenzato dal settore di appartenenza e dai mercati di riferimento, caratterizzati da un’elevata variabilità e da un contesto di persistente incertezza che ritengo non debba però essere interpretata esclusivamente come un limite: rappresenta, al contrario, un’opportunità strategica per promuovere il rinnovamento, ripensare i modelli organizzativi e incrementare l’efficienza e la competitività delle imprese in uno scenario economico sempre più dinamico e complesso».

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A dirlo, commentando l’andamento del settore dell’acciaio, la presidente di Abs, Camilla Benedetti, alla vigilia dell’inaugurazione di Made in Steel, l’evento internazionale dedicato alla filiera siderurgica al via oggi a Milano, alla fiera di Rho. Un’occasione per tastare una volta in più il polso al comparto e presentare le ultime novità, nel caso di Abs in materia di acciai speciali, frutto di un importante lavoro di innovazione che è valso all’impresa di Buttrio un posto al sole tra le 500 realtà imprese italiane più innovative. Nella classifica, stilata da Statista per il Corriere della Sera, Abs si è infatti posizionata al 26° posto assoluto, grazie a un modello industriale che punta sulla trasformazione digitale, la sostenibilità ambientale e la ricerca di nuovi acciai speciali ad alto valore aggiunto.

Un risultato che è figlio di investimenti di rilievo. Numeri alla mano. Nel 2024, la divisione steel making del gruppo Danieli ha destinato 41 milioni di euro, pari al 54,3% dell’Ebitda, a iniziative di innovazione di processo e tecnologie di produzione, 8,7 milioni (nel corso dell’ultimo triennio) alla ricerca e sviluppo per l’innovazione di prodotto.

Ne abbiamo parlato con Camilla Benedetti, presidente di Abs, alla vigilia dell’inaugurazione di Made in Steel.

Presidente Benedetti, Abs è stata riconosciuta tra le aziende italiane più innovative. Un risultato raro per un’acciaieria. Che valore ha per voi?

«È un riconoscimento che ci gratifica profondamente. Siamo l’unica acciaieria presente in classifica e questo dimostra che anche un’industria storicamente considerata “pesante” può essere terreno fertile per l’innovazione. È un risultato che valorizza gli sforzi di tutta l’organizzazione, che oggi conta su 1.595 persone totali di cui 1.351 a Udine».

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Il vostro approccio è trasversale: si lavora su nuovi prodotti, ma anche su processi e competenze…

«Nel 2024 abbiamo avviato circa 80 progetti innovativi, con un forte focus sul digitale, sull’intelligenza artificiale applicata alla produzione, sulla cybersecurity e sulla gestione avanzata dei dati. Ma innovare per noi significa anche sviluppare acciai con nuove caratteristiche, più leggeri, più resistenti, più sostenibili. E qui entra in gioco il nostro centro di eccellenza, l’Acm – Centre Métallurgique di Metz, che sta lavorando su oltre 50 progetti di medio lungo termine. Le attività di innovazione sono condotte da una squadra multidisciplinare composta da oltre 110 ingegneri meccanici e dei materiali, in collaborazione con centri accademici internazionali».

Uno dei fronti sui quali siete concentrati, in termini di innovazione, è quello della transizione energetica. A che punto siete?

«È una sfida che viviamo ogni giorno, anche dal punto di vista energetico. Tanto per rendere l’idea: Abs consuma quanto l’intero Friuli Venezia Giulia. Abbiamo installato 5,5 Mw di fotovoltaico che puntiamo a raddoppiare e in breve partiranno i lavori per il nuovo impianto Hybrid Digital Green Plant a Cargnacco, il nostro terzo forno che ci consentirà un ulteriore passo avanti: sarà un impianto a basse emissioni dove automazione, sostenibilità e intelligenza artificiale convivono in un ecosistema produttivo avanzato».

Quando entrerà in funzione?

«I lavori per il nuovo impianto partiranno entro l’anno e saranno completati per il 2027. Grazie al nuovo forno e al revamping dei due esistenti, per un valore di 800 milioni di investimenti entro il 2029, passeremo da 1,6 a 2,1 milioni di tonnellate annue d’acciaio prodotto. Un’evoluzione in termini di volumi, ma anche di organizzazione. La logica sarà “zero man on the floor”. Di più: avremo una sola sala di controllo centrale che coordinerà produzione, qualità e manutenzione».

Come sta andando per Abs il 2025?

«Dopo un secondo semestre del 2024 (chiuso con 501 milioni di ricavi e con una perdita netta di 24,6 milioni) che ha visto Abs soffrire di un mix sfavorevole tra prezzi e costi di produzione, con un impatto economico fortemente negativo della componente energetica, i primi mesi del 2025 sono in crescita. All’inizio dell’anno c’è stata un’impennata degli ordini, probabilmente legata a un restoking, i prezzi e i margini sono in lieve miglioramento, grazie alla riduzione del costo dell’energia per effetto del decreto Energy Release, che porterà, nel 2025, il costo del Mgwh attorno al valore medio europeo di 65 euro rispetto ai 120 euro della bolletta in Italia, e a un innalzamento delle quote CO2 compensabili a favore delle società. Il combinato di queste misure sta riportando Abs ad una marginalità migliore che proietta a un risultato nuovamente in utile per il primo semestre 2025».

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«Non al momento: il nostro prodotto non è attualmente soggetto a dazi e in ogni caso l’export diretto negli Usa è marginale, si attesta al 2%, ma non dimentichiamo che noi vendiamo molto alla Germania, che poi esporta negli Stati Uniti».—

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