Pubblicato il “Focus Bilanci 2019-2023”, relativo a circa 130 tra le principali imprese operanti nei settori delle comunicazioni elettroniche, dei servizi di corrispondenza e consegna pacchi, televisivo e dell’editoria quotidiana e periodica.
Il rapporto fotografa i settori di interesse istituzionale dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, analizzando le principali grandezze economiche e patrimoniali esposte nei bilanci relativi agli ultimi cinque esercizi.
Nel comparto Televisione, i ricavi registrati nel 2023 dalle principali imprese analizzate (nella presente analisi ne sono incluse 20), pari a 8,3 miliardi di euro, si mantengono pressoché stabili rispetto al 2022, mentre mostrano una riduzione del 7,5% rispetto al 2019 quando ammontavano a 8,9 miliardi di euro: in media, nel periodo considerato, hanno registrato un calo annuo di circa il 2%. Differenti dinamiche si evidenziano rispetto alle singole tipologie di ricavo. In particolare, nell’ultimo anno, le risorse derivanti dal canone Rai risultano sostanzialmente stabili (in media all’anno nel periodo considerato intorno agli 1,8 miliardi di euro) mentre gli introiti da pubblicità risultano in crescita del 4,5%. Per ciò che attiene i ricavi da Pay Tv, su base annua la riduzione è dello 0,9%.
Il margine operativo lordo complessivo riferibile a tutti gli operatori del settore considerati nell’analisi è stato pari, nel periodo considerato, ad un valore medio annuo del 13,6% in rapporto ai ricavi; nell’ultimo anno risulta in crescita dall’11,7% al 14,5%. Nel periodo considerato, il ricorso ai mezzi propri delle principali imprese del settore, misurato dal rapporto del patrimonio sulle passività complessive, mostra un valore medio del 36,4% annuo e un andamento di crescita sia su base annua (+7,2%), sia nell’intero periodo (+11%).
In relazione all’andamento degli investimenti, tenuto conto delle diverse modalità di contabilizzazione della spesa in contenuti e diritti televisivi, si stima che la spesa complessiva per produzione di contenuti e acquisizione di diritti (contabilmente composta da investimenti e specifiche poste contabili registrate nei costi operativi) sia valutabile, nel 2023, in 3,2 miliardi di euro, valore stabile rispetto al 2022 e pari al 38,3% dei ricavi aggregati. Nel corso dell’intero periodo considerato, il flusso finanziario generato dall’attività operativa in rapporto ai ricavi è stato mediamente pari al 13% annuo; dopo il calo registrato nel corso del 2022 il 2023 segna un netto miglioramento: su base annua il rapporto passa dal 7,9% al 13,3%.
Tra il 2019 ed il 2023 gli addetti complessivi delle imprese analizzate risultano in flessione di circa 550 unità rispetto al 2019, attestandosi a poco meno di 21.000 unità a fine 2023 e in leggera crescita (+0,1%) rispetto ai livelli occupazionali del 2022.
[1] Il report si basa su informazioni contabili desumibili dai bilanci d’esercizio delle imprese e fornisce un insieme informativo che si differenzia da analoghe analisi condotte dalla stessa Autorità.
Una prima differenza riguarda la finalità degli approfondimenti proposti rispetto a quella di altre analisi condotte a fini regolamentari (ad esempio le “analisi di mercato”) ovvero nell’ambito della predisposizione della “Relazione Annuale” dell’Autorità.
In questo caso l’obiettivo principale è quello di fornire una rappresentazione sintetica dello «stato di salute» (reddituale, patrimoniale e occupazionale) dei settori. In altri termini, le risultanze del Focus sono ottenute sulla base dell’insieme delle attività svolte dai principali soggetti che operano nel settore in questione e non già sulla base della suddivisione di tali attività per ambito merceologico (ossia di mercato).
Pertanto, le evidenze quantitative che emergono non possono essere utilizzate per effettuare comparazioni con altre risultanze rese pubbliche dall’Autorità, laddove tali analisi, che si caratterizzano per un maggior livello di specificità tecnica delle informazioni richieste, assumono il ruolo di strumento metodologico ai fini di una corretta individuazione, dal punto di vista geografico e merceologico, dei mercati sottoposti alla disciplina regolamentare dell’Autorità.
In particolare, emergono almeno tre principali elementi da considerare:
q la diversa numerosità campionaria;
q la differente tempistica di rilevazione del dato;
q la richiesta di informazioni extracontabili che caratterizza la maggior parte delle specifiche richieste di informazioni che l’Autorità rivolge alle imprese e che, quindi, non sempre sono riconducibili alle specifiche poste di bilancio previste dal codice civile.
[2] La presente analisi comprende solo parzialmente la componente, progressivamente sempre più rilevante, rappresentata dai principali player presenti nell’offerta di servizi video in streaming. Fanno parte del campione, infatti sia Netflix Service Italy, la società di Netflix International BV che, a partire dal 2022, si occupa della distribuzione dell’accesso al servizio Netflix agli abbonati in Italia, sia Paramount Global Italia s.r.l. (già Viacom International Media Networks Italia s.r.l.), che a partire dal 2022 è sub-fornitrice in Italia del servizio di streaming a pagamento denominato «Paramount+».
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