Tre vittime al giorno, dietro i numeri vite spezzate e storie di famiglie distrutte. Le chiamano morti bianche, ma sono listate a nero forse più di tutte le altre. Perché segnate da un drammatico paradosso: quando il lavoro che dovrebbe darti da vivere decide la tua condanna a morte. Il bollettino delle vittime mostra «numeri da guerra», è la denuncia dei sindacati, che dedicano il 1 maggio al lavoro sicuro, per molti – nei campi, in mare, nelle fabbriche e nei cantieri – destinato a restare una chimera. «Non si può morire così», le parole che Giorgia Meloni affida ad un video sui social, dove annuncia le misure che il governo si appresta ad adottare per tentare di fermare la slavina. Perché il cordoglio, che la premier esprime alle famiglie delle vittime, «non basta» più. E di fronte a chi di lavoro muore «non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione», dice ricalcando le parole del presidente Mattarella.
CAMBIO DI METODO
Il provvedimento annunciato, però, è tutto da scrivere. Il Consiglio dei ministri che si è concluso qualche minuto prima che il video venisse diffuso non ha adottato nessun “decreto primo maggio”. Copione a cui ci aveva abituato il governo Meloni finora, nel 2023 con un Cdm convocato addirittura nel giorno di festa. La premier, stavolta, si è limitata ad annunciare la posta: «650 milioni di euro» reperiti dal tesoretto dell’Inail, che si aggiungono ai 600 milioni già disponibili dai bandi dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per cofinanziare gli investimenti delle imprese per migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori. In tutto «oltre 1 miliardo e 200 milioni», fa di conto la presidente del Consiglio. Inaugurando un cambio di rotta e metodo rispetto al passato: prima di decidere come impiegare le risorse incontrerà le parti sociali, l’8 maggio la data cerchiata in agenda. «Il nostro auspicio – confida – è che si possa dar vita a un’alleanza tra istituzioni, sindacati, associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell’Italia». Un fronte comune che parta dai punti fermi che il governo si è dato e che la presidente del Consiglio snocciola sui social. «Vogliamo potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese, in base, chiaramente, alla loro condotta in materia di sicurezza». Premiando le aziende virtuose e mettendo all’angolo le “cattive maestre”, «con particolare attenzione al mondo agricolo», tra i comparti che registrano il più alto numero di vittime e infortuni, teatro dell’odioso fenomeno del caporalato. Per le imprese che scudano la salute e la sicurezza dei lavoratori, «potrebbe esserci uno sconto sulla contribuzione Inail», ipotizza in conferenza stampa la ministra Marina Calderone, mentre in rete rimbalza il video della premier. Altro capitolo la prevenzione, «perché prevenire – rimarca Meloni – è sempre il migliore degli investimenti possibili». Dunque più risorse sulla «formazione dei lavoratori», con un occhio attento al mondo della scuola, «non solo rafforzando la conoscenza di questi temi, di queste materie, tra i giovani, ma anche rendendo strutturale l’assicurazione Inail per studenti e docenti che questo governo ha introdotto nel 2023».
NUMERI RECORD
Lavoro sicuro ma non solo. La presidente del Consiglio rivendica «il record di occupati» messo a segno dal suo governo. «L’Italia è sempre di più una Repubblica fondata sul lavoro e io sono orgogliosa del fatto che in poco più di due anni e mezzo siano stati creati oltre un milione di posti di lavoro», afferma, alle spalle la sala dove riunisce il Consiglio dei ministri. «Abbiamo raggiunto il record di numero di occupati, il tasso di occupazione femminile non è mai stato così alto, la disoccupazione è minima da 18 anni a questa parte. Aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuisce il precariato». E all’indomani dell’affondo del Capo dello Stato sui salari «inadeguati» degli italiani, la premier rivendica l’inversione di marcia impressa. «Tra il 2013 e il 2022, con i precedenti governi – sostiene – nel resto d’Europa il potere d’acquisto dei salari aumentava del 2,5%, mentre in Italia diminuiva del 2%. Da ottobre 2023 la tendenza è cambiata e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto, con una dinamica dei salari che è migliore e non peggiore rispetto a quella del resto d’Europa. C’è chiaramente ancora molto, molto da fare – riconosce – però i numeri che alla fine raccontano la realtà sono incoraggianti». Di tutt’altro avviso l’opposizione. Elly Schlein accusa Meloni di raccontare «un paese che non c’è», mentre il M5S chiede di farla finita con i «decreti spot». Giuseppe Conte richiama i dati Istat, con stipendi ancora a «-8% sul 2021» e «il 9% dei lavoratori full time in povertà» (Eurostat, ndr). «Meloni – ironizza l’ex premier – è andata a vivere su Marte, forse con l’aiuto di Musk».
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