Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Auto sotto pressione: da Stellantis a Mercedes, fino a GM e Volvo, perché le big sospendono la guidance 2025


Primo trimestre 2025 con il freno a mano tirato per quattro big dell’auto che sospendono la guidance per l’anno in corso tra dazi, domanda debole e costi in salita. Solo Volkswagen conferma, ma “con riserva”. Cosa succede nell’automotive mondiale?

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Tra dazi, volatilità geopolitica, rallentamento della domanda e costi in aumento, alcune delle principali case automobilistiche hanno inaugurato il 2025 con il piede sul freno. I risultati del primo trimestre di Stellantis, Mercedes-Benz, General Motors, Volvo e Volkswagen restituiscono un quadro disomogeneo, caratterizzato da pressioni sui margini e andamenti operativi a geometria variabile. A dominare è soprattutto l’incertezza strategica. In questo contesto, quattro case su cinquead eccezione di Volkswagenhanno sospeso o ritirato la guidance per l’intero esercizio, giudicando troppo complesso stimare con affidabilità l’impatto delle nuove misure tariffarie introdotte dagli Stati Uniti. La sola casa di Wolfsburg ha confermato le previsioni annuali, ma ha precisato che i risultati si collocheranno nella fascia bassa dei target e che le stime non incorporano ancora gli effetti delle politiche doganali.

A rendere complessa la situazione è poi la natura ancora instabile della linea commerciale americana. Proprio ieri, il presidente Donald Trump ha annunciato un alleggerimento temporaneo dei dazi sull’automotive, attraverso una formula “flessibile” che include crediti d’imposta fino al 15% per i produttori localizzati negli Stati Uniti, ed esenzioni selettive su acciaio, alluminio e componentistica importata da Canada e Messico. Secondo gli analisti di Equita e Intermonte, il provvedimento è stato accolto positivamente dal mercato, ma non offre ancora una base stabile per l’elaborazione di piani industriali solidi. Il comparto automobilistico globale resta quindi in una fase di sospensione tattica, dove le scelte operative vengono rinviate o ridimensionate in attesa di maggiore chiarezza normativa.

Stellantis: ricavi in calo e outlook sospeso. Pesano Nord America e incertezza sui dazi

Stellantis ha chiuso il primo trimestre 2025 con ricavi netti pari a 35,8 miliardi di euro, in flessione del 14% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le consegne consolidate si sono ridotte del 9%, attestandosi a 1,217 milioni di unità. Le principali cause del rallentamento sono riconducibili a una minore produzione in Nord America – complice il prolungamento delle festività a gennaio – e alla fase di transizione del portafoglio prodotti, oltre alla contrazione dei volumi nei veicoli commerciali leggeri in Europa allargata.

Nonostante il quadro generale negativo, i risultati sono in linea con le attese di mercato e il titolo è in positivo a Piazza Affari con un guadagno di oltre l’1,3%.

Segnali di tenuta in Europa e America Latina

Sul fronte commerciale, Stellantis ha mostrato progressi nell’UE30, dove la quota di mercato è salita al 17,3%, in aumento di 1,9 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2024. Il miglioramento è stato trainato dal lancio di modelli chiave come Citroën C3/ëC3, Peugeot 5008 e Opel Grandland, cui si sono aggiunti nel primo trimestre 2025 Fiat Grande Panda, Citroën C3 Aircross e Opel Frontera. L’azienda è ora leader nel segmento delle ibride (quota 15,5%) e seconda nel mercato BEV (13%).

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Negli Stati Uniti, Stellantis segnala una stabilizzazione della quota retail e un forte recupero della domanda: gli ordini al dettaglio sono aumentati dell’82% su base annua a marzo, raggiungendo il livello mensile più elevato dal giugno 2023. In crescita anche le vendite di Jeep Grand Cherokee, Compass e dei pick-up Ram.

Nel cosiddetto “Terzo Motore” (Sud America, Medio Oriente, Africa), il gruppo ha mantenuto un profilo dinamico: in Sud America la quota di mercato è salita al 23,8% (+1,5 punti), con miglioramenti in Brasile, Cile e soprattutto Argentina, dove il settore beneficia dell’allentamento delle restrizioni alle importazioni.

Il trimestre è stato caratterizzato anche da iniziative sul fronte tecnologico. Stellantis ha annunciato il debutto del sistema di guida autonoma STLA AutoDrive 1.0 (livello SAE 3), parte di una suite integrata con STLA Brain e SmartCockpit. Inoltre, è stata rafforzata la partnership strategica con Mistral AI per lo sviluppo di un assistente vocale proprietario basato su intelligenza artificiale.

Guidance sospesa: troppa incertezza con i dazi Usa

L’elemento più rilevante del trimestre è però la sospensione della guidance 2025, decisa alla luce dell’incertezza legata alla politica tariffaria statunitense. L’amministrazione Trump ha introdotto un meccanismo di dazi rimodulati, con crediti fino al 15% per i veicoli assemblati localmente, ma Stellantis ha ritenuto prematuro aggiornare le previsioni in assenza di un quadro più stabile.

La società ha specificato che la sospensione non riflette dubbi sulla capacità di raggiungere i target, bensì l’impossibilità di quantificare l’impatto delle nuove misure sulle esportazioni e sulle filiere. Nel frattempo, è stato confermato il dividendo ordinario di 0,68 euro per azione, in pagamento il 5 maggio.

In parallelo, il gruppo sta attuando un piano per rafforzare la capacità produttiva negli Stati Uniti, in modo da ridurre la dipendenza dalle importazioni e mitigare l’effetto delle barriere doganali.

Nuovo ad entro primo semestre 2025

Sul piano della governance, è in fase avanzata il processo per la nomina del nuovo Amministratore Delegato, che – secondo quanto dichiarato – si concluderà entro il primo semestre 2025.

“Mentre i ricavi sono inferiori rispetto a un anno fa, stiamo osservando progressi iniziali nei nostri sforzi di rilancio commerciale”, ha dichiarato il Cfo Doug Ostermann. “Il Nord America è in fase di riattivazione, mentre l’Europa mostra un miglioramento sequenziale. Il nostro profilo geografico diversificato ci sta aiutando a navigare questa fase complessa, con contributi positivi dalle regioni extra-core”.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Volkswagen: ricavi in crescita ma redditività sotto pressione. Guidance confermata, ma con cautela

Volkswagen ha aperto il 2025 con un trimestre dai risultati contrastanti: ricavi in crescita, ordini in forte espansione, soprattutto nel segmento elettrico, ma margini operativi e utili in netto calo, zavorrati da costi elevati, effetti straordinari e un contesto globale ancora fortemente incerto.

Nel primo trimestre dell’anno, il gruppo di Wolfsburg ha registrato ricavi per 77,6 miliardi di euro (+2,8% su base annua), sostenuti da un aumento delle vendite (+0,9% a 2,1 milioni di unità), con dinamiche positive in Europa (+4%) e Sud America (+17%), che hanno compensato il calo in Nord America (-2%) e in Cina (-6%). L’utile operativo è sceso del 37% a 2,87 miliardi di euro, con un margine ridotto al 3,7% (dal 6% di un anno fa), mentre l’utile netto è diminuito del 41%, a 2,19 miliardi. Anche il risultato ante imposte ha segnato una flessione (-39,5% a 3,1 miliardi).

Particolarmente forte la domanda di veicoli elettrici in Europa occidentale, con un aumento degli ordini del 64% e una quota ormai superiore al 20% del portafoglio ordini complessivo. Il totale degli ordini nella regione è cresciuto del 29% su base annua, grazie a modelli come ID.7 Tourer, Cupra Terramar, Audi Q6 e-tron e la nuova Porsche 911. In parallelo, però, la produzione totale del gruppo è calata del 3,2%, segno di un possibile tentativo di riallineamento strategico volto a contenere gli stock e salvaguardare la marginalità.

A livello di brand, la performance è stata disomogenea. I marchi generalisti (VW, Skoda, Seat, Cupra) hanno visto crescere i ricavi dell’8% a 35,3 miliardi, ma il margine operativo è sceso al 3,2% a causa della maggiore incidenza delle elettriche e di oneri straordinari. Al netto di questi, il margine sale al 4,6%. Il comparto premium e lusso ha mostrato un quadro misto: Audi e Bentley hanno registrato ricavi in aumento a 15,4 miliardi (+12%) e un utile operativo a 537 milioni, mentre Porsche ha sofferto, con ricavi in calo a 7,8 miliardi (-4%) e utili in flessione del 44%, penalizzata dalla debolezza della domanda in Cina. L’unità software Cariad ha aumentato i ricavi del 33% a 237 milioni, ma ha ampliato le perdite operative a -755 milioni, complice il processo di ristrutturazione in corso.

Nonostante il peggioramento della redditività, il gruppo ha evidenziato progressi sul fronte della liquidità: il free cash flow della divisione automotive è migliorato a -828 milioni di euro (contro -2,5 miliardi un anno fa), mentre gli investimenti sono rimasti stabili a 5,5 miliardi. La liquidità netta dell’area auto si attesta a 33,2 miliardi, in lieve calo dai 34,4 di fine 2024.

Volkswagen ha confermato la guidance per l’intero esercizio 2025, prevedendo una crescita del fatturato fino al 5%, un margine operativo tra il 5,5% e il 6,5% e un cash flow netto tra 2 e 5 miliardi. Tuttavia, ha precisato che i principali indicatori si collocheranno nella parte bassa del range previsto. Le stime non includono l’impatto delle nuove tariffe Usa, e il gruppo ha ribadito l’elevata esposizione a fattori esogeni, tra cui tensioni geopolitiche, restrizioni commerciali, fluttuazioni valutarie e normative ambientali.

Il Cfo Arno Antlitz ha riconosciuto che “il successo commerciale dei modelli elettrici mette sotto pressione i margini”, e ha ribadito l’obiettivo di “affiancare ai prodotti una struttura di costi più efficiente”. Il piano strategico prevede la riduzione del rapporto investimenti/ricavi al 10% entro il 2027, un’accelerazione sul fronte software e digitalizzazione, e un monitoraggio attento della performance di Porsche e della riorganizzazione di Cariad.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Mercedes-Benz: utile in forte calo e guidance ritirata. L’incertezza sui dazi penalizza il business

Mercedes-Benz ha archiviato un primo trimestre 2025 particolarmente debole sul fronte reddituale, scontando l’effetto combinato del rallentamento della domanda globale, della pressione regolatoria e del crescente rischio dazi negli Stati Uniti. Il gruppo tedesco ha registrato un utile netto di 1,73 miliardi di euro, in calo del 43% su base annua, al di sotto delle attese degli analisti. L’utile operativo (EBIT) è sceso del 41% a 2,3 miliardi, mentre la redditività della divisione auto è diminuita dal 9% al 7,3%.

La flessione è stata determinata da un calo complessivo delle vendite globali di auto e van del 7%, con dinamiche fortemente negative in Europa (-10%) e Cina (-10%), solo parzialmente compensate da un lieve incremento negli Stati Uniti (+1%). La strategia di mitigazione – che ha incluso l’aumento delle scorte negli stabilimenti americani – non è stata sufficiente a neutralizzare l’impatto della nuova politica commerciale USA. Anche la concorrenza cinese e le recenti normative ambientali europee hanno contribuito ad appesantire il quadro.

In questo contesto, il gruppo ha deciso di ritirare la guidance finanziaria per l’intero esercizio 2025, dichiarando esplicitamente l’impossibilità di fornire previsioni affidabili in un ambiente regolatorio soggetto a cambiamenti rapidi e potenzialmente asimmetrici. Il CFO Harald Wilhelm ha sottolineato che “la volatilità legata ai dazi e alle misure di contenimento è troppo elevata”, e ha stimato che, in assenza di correttivi, il margine operativo potrebbe essere penalizzato fino a 300 punti base nella divisione auto e 100 punti nella divisione van.

Il ceo Ola Källenius ha descritto come “costruttivo” il dialogo in corso con l’amministrazione Trump, che ha annunciato oggi un parziale alleggerimento delle tariffe per i produttori con stabilimenti negli Stati Uniti. “Mercedes-Benz è un attore globale. Non temiamo la concorrenza, ma non operiamo in un contesto neutrale”, ha dichiarato Källenius, rimarcando il tema della disparità competitiva legata all’assetto commerciale.

Nonostante le pressioni sul fronte operativo, Mercedes-Benz conferma una posizione finanziaria solida: la liquidità netta industriale è salita a 33,3 miliardi di euro (dai 31,4 miliardi di fine 2024), mentre il cash flow operativo è aumentato a 2,4 miliardi, in miglioramento rispetto all’anno precedente. La resilienza patrimoniale rappresenta un elemento di tenuta in una fase in cui la visibilità operativa è limitata.

Secondo Wilhelm, l’avvio della nuova CLA – prevista nei prossimi mesi – segna l’inizio di una “offensiva pluriennale di prodotto e tecnologia“, che mira a rafforzare il posizionamento del marchio nel segmento premium, con un’attenzione particolare ai mercati strategici, inclusa la Cina.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Volvo: utile dimezzato e stime ritirate. Scatta la ristrutturazione negli Stati Uniti

Anche Volvo Cars entra nel gruppo crescente di costruttori europei in difficoltà sul fronte nordamericano. Nel primo trimestre 2025, la casa automobilistica svedese – controllata dalla cinese Geely – ha registrato un utile operativo di 1,9 miliardi di corone svedesi (circa 165 milioni di euro), in netto calo del 60% rispetto ai 4,7 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Il gruppo ha attribuito la flessione in larga parte all’impatto delle nuove tariffe USA sulle auto importate dall’Europa, che colpiscono pesantemente il modello di business Volvo, basato su produzioni centralizzate.

Contestualmente, il management ha annunciato un piano di taglio dei costi per 18 miliardi di corone svedesi (circa 1,87 miliardi di dollari), l’uscita dal perimetro delle previsioni finanziarie per i prossimi due anni e una profonda riorganizzazione delle attività negli Stati Uniti, con la creazione di una nuova business unit “Americhe” e la nomina di un nuovo responsabile operativo per il continente.

Il nuovo ceo Hakan Samuelsson – tornato alla guida dopo la rimozione dell’ex amministratore delegato Jim Rowan – ha dichiarato che l’azienda interverrà principalmente sull’organico impiegatizio, al fine di snellire la struttura societaria. “Dobbiamo diventare più efficienti nelle funzioni white-collar”, ha dichiarato Samuelsson, lasciando intendere che il piano implicherà licenziamenti mirati e una razionalizzazione degli investimenti industriali, i cui effetti si vedranno pienamente solo dal 2026.

Volvo punta inoltre a sfruttare sinergie con la casa madre Geely, condividendo fornitori e approvvigionamenti, con un contributo stimato in almeno 3 miliardi di corone al piano complessivo di rientro. “Sarebbe uno spreco non utilizzare queste sinergie, che sono un vantaggio unico della nostra struttura”, ha sottolineato Samuelsson.

Sul piano strategico, Volvo abbandona – almeno in parte – la logica della produzione centralizzata e della piattaforma unica globale. “L’era dell’azienda automobilistica globale, che produce in un continente e vende nell’altro, sembra essere finita”, ha commentato Samuelsson. La nuova impostazione prevede l’autonomia dei poli Usa e Cina, con linee di prodotto dedicate ai diversi mercati regionali, anche in risposta alla crescente diversificazione delle preferenze di consumo.

In questo quadro, Volvo ha confermato l’espansione dello stabilimento di Charleston (South Carolina), dove alla produzione dell’elettrica EX90 si affiancherà un nuovo modello – probabilmente un SUV plug-in ibrido di fascia media – più in linea con la domanda statunitense. L’arrivo negli Usa della EX30, attualmente importata dall’Europa, è previsto a breve, ma anche l’EX90 americana continua a subire forti penalizzazioni tariffarie, in quanto gran parte della componentistica proviene ancora dal continente europeo. Nonostante le difficoltà specifiche del mercato statunitense, Samuelsson ha ribadito l’impegno strategico del gruppo sull’elettrificazione, sostenendo che “non ci sono alternative” al passaggio verso le motorizzazioni a basse emissioni, particolarmente richieste in Europa e Cina. L’obiettivo resta quello di rimanere competitivi anche fuori dagli Stati Uniti, dove la transizione green procede a ritmo più sostenuto.

General Motors: risultati sopra le attese, ma outlook rinviato. Si attende chiarezza sui dazi

Anche oltreoceano, la situazione resta complessa. General Motors presenta uno scenario non dissimile dai competitor europei. La casa di Detroit ha chiuso i conti del primo trimestre 2025 con risultati superiori alle attese degli analisti, ma ha deciso di rimandare l’aggiornamento della guidance annuale, in attesa di chiarimenti sull’impatto effettivo delle nuove politiche tariffarie statunitensi. Il gruppo automobilistico americano ha registrato ricavi per 44 miliardi di dollari, in crescita del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e un utile per azione rettificato pari a 2,78 dollari, lievemente superiore al consensus di mercato, ma in calo del 6,6% su base annua.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

L’Ebit rettificato si è attestato a 3,49 miliardi di dollari (-9,8%), mentre l’utile netto è sceso del 6,6%, segnando un rallentamento rispetto alla dinamica espansiva dei trimestri precedenti. La performance è stata sostenuta, in parte, da una corsa agli acquisti nel segmento retail prima del previsto aumento dei listini, innescato proprio dalle preoccupazioni per le tariffe.

La direzione del gruppo, guidata dalla ceo Mary Barra, ha annunciato che la nuova guidance sarà presentata il 1° maggio, durante una conference call con gli investitori. Le previsioni originarie per l’intero 2025 non incorporavano il potenziale impatto dei dazi, recentemente introdotti o rimodulati dall’amministrazione Trump, e che potrebbero alterare in misura rilevante il quadro competitivo. La scelta di rinviare l’aggiornamento riflette la necessità di valutare con maggiore precisione l’effettiva portata delle misure doganali, che potrebbero incidere su costi industriali, catene di approvvigionamento e posizionamento prezzo nei segmenti chiave.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Carta di credito con fido

Procedura celere