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Mancini detta la linea sulla fusione Cosenza – Rende -Castrolibero: «No matrimoni combinati»


Nell’intervista Giacomo Mancini, già Deputato della Repubblica (2001-2008) e Assessore Regionale della Calabria (2010-2014), offre una lucida analisi delle sfide e delle opportunità per l’area urbana di Cosenza, Rende e Castrolibero. Il politico si concentra sui recenti esiti del referendum sulla fusione, l’eredità urbanistica dei suoi predecessori, e il potenziale inespresso della vasta provincia cosentina.

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La Città di Cosenza è stata di recente interessata da un referendum per la fusione con le città confinanti di Rende e Castrolibero e questo referendum ha decretato la bocciatura di quel modello di fusione calato dall’alto e privo di propedeutiche politiche urbanistiche condivise e di associazione dei servizi tra i tre Comuni, che invece era auspicabile e necessario. La bocciatura ha confermato che tutti quei tentativi di fusione che non vengono costruiti progressivamente e responsabilmente dal basso, appaiono come (mi si lasci passare l’espressione) “matrimoni combinati” a cui le cittadinanze interessate si oppongono giustamente. Tu che sei un esponente politico di rilievo dell’area urbana di Cosenza Rende e Castrolibero cosa ne pensi?

Il voto dei cittadini è sovrano e inappellabile. E quel voto – ormai più di sette mesi fa – è stato caratterizzato da una bassa partecipazione popolare e da un risultato diametralmente opposto tra comuni: a Cosenza hanno prevalso nettamente i Si e a Rende e Castrolibero nettamente i No. Un dato quindi disomogeneo che occorre saper leggere con intelligenza pensando al futuro e cercando di eliminare le tossine di quella campagna elettorale. I tre municipi, ovviamente ognuno con il proprio peso specifico, devono avere la capacità di dialogare e di governare insieme le esigenze del territorio che può e deve crescere insieme e in maniera corale.

Da questo punto di vista l’elezione di Sandro Principe a Rende ritengo possa rappresentare un elemento di grande positività. Sandro possiede visione amministrativa e cultura politica – virtù rare in questo particolare momento storico – e può diventare riferimento non soltanto per la sua comunità – da cui è stato meritatamente plebiscitato sindaco – ma anche per Cosenza, Castrolibero – guidata da un sindaco attivo e dinamico – e anche gli altri comuni dell’area urbana cosentina.

IL REFERENDUM SULLA FUSIONE COSENZA, RENDE, CASTROVILLARI: PER MANCINI UN VOTO CONTRO I «MATRIMONI COMBINATI»

Del resto la legislazione vigente offre anche gli strumenti per governare il territorio pianificando lo sviluppo in una ottica sovracomunale. Il Piano Strutturale Associato, per esempio, consente di disegnare uno sviluppo urbanistico che tenga insieme le esigenze dei diversi municipi armonizzandole tra loro.

Ero un giovane studente liceale del Telesio quando il compianto Sindaco di Cosenza già Ministro della Repubblica, Giacomo Mancini, abilmente valorizzava il centro storico della città, sottraendolo al degrado e all’emarginazione e trasformandolo nel salotto della città. E frequentavo l’Università della Calabria da dottorando di ricerca, quando l’architetto Mario Occhiuto tentava di rilanciare con innovative politiche di riqualificazione urbanistica la Città di Cosenza. Cosa secondo Te è rimasto di queste visioni urbanistiche e cosa si sta facendo ora per adeguare alle esigenze attuali la pianta urbanistica della città e del Suo territorio?

Come sai sono stato visceralmente legato a mio nonno, e lo sono tuttora al suo ricordo e ai suoi insegnamenti. Da nonno lo ho sempre avuto vicino in tutti i tornanti, anche e soprattutto quelli drammatici, della mia vita. E in più ho avuto il privilegio di averlo al mio fianco in occasione dei miei primi passi in politica. E’ stato un grande leader. Un protagonista di primo livello della politica nazionale. Ministro, segretario nazionale del partito, parlamentare autorevole e ascoltato. Eppure credo – e del resto lo ha più volte detto pubblicamente lui stesso – che l’esperienza di sindaco della sua amata città sia stata quella che ha vissuto con maggiore soddisfazione.

In quei dieci anni la sua amministrazione ha davvero cambiato il volto della città. Il centro storico certamente rinato a nuova vita. Ma l’elenco dei cambiamenti sarebbe troppo lungo per snocciolarlo. L’elemento rivoluzionario è stato però quello di tirare fuori da ogni cittadino il senso di appartenenza e di fare sentire tutti parte di un percorso di miglioramento collettivo.

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COSENZA, L’EREDITÀ URBANISTICA: DA GIACOMO MANCINI SENIOR A MARIO OCCHIUTO

Chiunque, aldilà del censo, del reddito, del titolo di studio, sentiva di poter far qualcosa perché Cosenza migliorasse. E ognuno, quando sentiva che di Cosenza si iniziava a parlare bene, provava orgoglio. Adesso non è più così. C’è uno sfilacciamento. Un egoismo diffuso che chi amministra oggi Cosenza alimenta con i propri comportamenti. E su questo occorre intervenire. Con Mario Occhiuto abbiamo visioni differenti. Certamente gli va riconosciuto un grande attivismo, una capacità di mettere in campo idee nuove e anche d riprendere e realizzare anche diverse intuizioni di Giacomo Mancini come il ponte di Calatrava, il planetario, il rifacimento di Piazza Luigi Fera. Purtuttavia gli rimprovero la distruzione del viale Giacomo Mancini: un gravissimo errore.

E però il confronto e anche lo scontro politico (e tra noi e stato molto serrato) deve sapersi fermare davanti all’immane tragedia che lo ha colpito. E anche da queste colonne gli mando un grande messaggio di amicizia e di solidarietà. So bene, purtroppo, che certe ferite non si rimargineranno mai. E però ho letto del suo impegno per i giovani che hanno necessità di vicinanza a livello psicologico. È nel giusto quando afferma che quando si incrocia qualcuno con problemi fisici le persone gli si stringono intorno, quando invece si hanno difficoltà psicologiche il rischio è di rimanere soli. E per questo gli ho già detto che se nelle sue iniziative di impegno sociale riterrà utile la vicinanza della fondazione Giacomo Mancini, la Fondazione ad iniziare dal suo presidente e da tutti noi ci sarà.

Una Città capoluogo, per quanto ricca di storia, di arte e di cultura, si giudica anche dalle Sue periferie, cittadine e provinciali. Cosenza ha l’onore di rappresentare e coordinare un territorio provinciale tra i piu vasti e significativi di tutto il nostro Paese, con oltre 700.000 abitanti complessivi, valli, fiumi, laghi, parchi nazionali montuosi, bagnata da due mari – Tirreno e Ionio – con città antiche, agricoltura e artigianato di pregio, tantissime chiese, castelli, minoranze linguistiche e religiose, aziende e imprese di livello anche internazionale. Tu sei stato Parlamentare della Repubblica e dovresti conoscere bene i territori della provincia di Cosenza, e a tal proposito Ti chiedo: quanto secondo Te l’Ente Provincia di Cosenza (con le competenze che Le sono rimaste) può e deve fare per tutelare e valorizzare questo immenso patrimonio?

Hai perfettamente ragione. La nostra provincia dispone di ricchezze straordinarie da tutti i punti di vista. L’ente territoriale però è stato svuotato di competenze e di risorse per gestirle e valorizzarle. La cd riforma Del Rio ha fallito. Ma in questa fase storica credo molto in un nuovo protagonismo dei sindaci. Sono tra i pochi che hanno una legittimazione popolare. Ognuno può darsi una duplice missione: amministrare il proprio municipio e insieme collaborare con gli altri per dare vita ad una visione unitaria. Ovviamente in questo quadro il comune capoluogo ha un ruolo decisivo, deve tendere ad esercitare una leadership e una guida per tutta la provincia. Oggi non lo fa.

MANCINI, LA PROVINCIA DI COSENZA: UN GIGANTE INATTIVO CON GRANDI POTENZIALITÀ

Tutti i dossier languono: sanità, cultura, sociale, istruzione, turismo. Cosenza deve tornare ad essere un modello, un esempio, uno stimolo. Recuperare cittadini che si sono trasferiti altrove delusi da una scadente qualità della vita. Ho in mente – e sto studiando il dossier con un gruppo di tecnici – la creazione di due nuovi quartieri che nascano dalla riconversione di zone abbandonate e attraverso una ricucitura urbana, che offrano abitazioni ecocompatibili e con elevati standard di qualità, immerse nel verde, vicino ai corsi d’acqua, con servizi ed esercizi.

A Milano per realizzare City life sono stati coinvolti Araya Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid. Dobbiamo pensare e realizzare qualcosa di simile anche qui da noi. Ma il primo punto in agenda deve essere l’attenzione ai bisogni sempre più diffusi e sempre più impellenti. Anziani, disabili, donne sole, giovani senza lavoro meritano vicinanza e opportunità che oggi sono loro negate. Il comune oggi si accorge di loro solo attraverso le cartelle esattoriali inviate da Municipia. E questo non è ammissibile. Una Cosenza che riscopra le proprie ambizioni e insieme si prenda cura dei bisogni può recuperare una leadership per l’intera regione.



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