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Tracciabilità dei rifiuti, RENTRI apre le porte alle imprese medio piccole




Da domani iscrizioni aperte per il secondo gruppo di soggetti obbligati al RENTRI, i produttori di rifiuti tra 10 e 50 dipendenti. Accanto ai nodi della normativa sulla tracciabilità, la complessità del passaggio al digitale, che potrebbe mettere in difficoltà quasi un’impresa su due


RENTRI, atto secondo. Da domani il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti alzerà il sipario per la seconda tornata di soggetti obbligati, i produttori di rifiuti tra 50 e 10 dipendenti. Entro il 14 agosto le imprese dovranno iscriversi alla piattaforma e, contestualmente, cominciare ad adottare il nuovo registro di carico e scarico in via esclusivamente digitale. Tra 200 e 300 mila gli utenti coinvolti, secondo le stime del Ministero dell’Ambiente, che andranno ad aggiungersi agli oltre 112 mila operatori già iscritti nella prima fase di operatività (di cui circa 80 mila produttori), con 200 mila unità locali accreditate e oltre 40 milioni di interazioni, tra registrazioni e vidimazioni dei formulari.

Vista la numerosità e la tipologia di imprese, l’ingresso dei nuovi iscritti rappresenterà il passaggio fin qui più complesso nella transizione verso la tracciabilità digitale. A differenza del primo scaglione di accreditamento alla piattaforma – quello dei grandi produttori e dei gestori di rifiuti, più strutturati e soprattutto più avvezzi alla digitalizzazione delle procedure operative e dei rapporti con la pubblica amministrazione – la seconda tornata di soggetti obbligati raccoglierà infatti un numero elevato di aziende manifatturiere di dimensione medio piccola, tipicamente meno digitalizzate.

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Secondo il Digital Intensity Index di Eurostat, nel 2023 solo il 58,7% delle imprese italiane tra 10 e 50 dipendenti ha raggiunto almeno un livello basico di alfabetizzazione digitale. Quasi un’impresa su due potrebbe quindi dover faticare più delle altre per integrare nella propria attività quotidiana le logiche e gli strumenti della tracciabilità digitale, che siano software gestionali di mercato o i servizi di supporto gratuiti sul portale RENTRI. Ma servirà anche attivare i dispositivi necessari a far fronte agli obblighi di carattere legale, come firme digitali qualificate o servizi di conservazione sostitutiva.

Stesso discorso per il terzo e ultimo scaglione di soggetti obbligati, i produttori di soli rifiuti pericolosi con meno di 10 dipendenti, che dovranno iscriversi dal 15 dicembre. A loro favore gioca però la minore intensità delle lavorazioni, che potrebbe alleggerire l’adeguamento. In ogni caso, come del resto è già stato per il primo gruppo di iscritti, anche per i nuovi il supporto di produttori di software, consulenti e associazioni di categoria, accanto alle attività di formazione gratuita messe a disposizione degli utenti dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali, risulteranno fondamentali per la riuscita della transizione.

Senza dimenticare che per tutti gli iscritti al RENTRI, vecchi e nuovi, il passaggio dalla tenuta cartacea dei registri alla più rigorosa tenuta digitale non rappresenta solo un cambiamento tecnico, ma anche una vera e propria prova di maturità nella conoscenza e nell’applicazione della normativa sulla tracciabilità dei rifiuti. Disciplina che presenta ancora complessità interpretative e applicative preesistenti al RENTRI – su tutti il nodo delle tempistiche di registrazione delle movimentazioni – cosa che di certo non sta agevolando il passaggio al nuovo paradigma digitale.

Nel frattempo prosegue il cantiere per la digitalizzazione dei formulari di identificazione dei rifiuti, in vista dell’appuntamento con lo ‘switch day’ del 13 febbraio 2026, quando per tutti i soggetti iscritti al RENTRI scatterà l’obbligo di tenuta del FIR in via esclusivamente telematica. Le software house sviluppatrici di gestionali stanno lavorando all’integrazione delle funzionalità del FIR digitale – messe a loro disposizione da maggio 2024 – mentre è già disponibile sui principali store l’app del FIR digitale creata per gli utenti che sceglieranno di utilizzare i servizi gratuiti di supporto. Nei giorni scorsi il MASE, assieme a Ecocerved e all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ha incontrato le associazioni dell’ICT e gli sviluppatori di software interni alle aziende in un gruppo di lavoro ristretto per fare il punto sullo stato dell’arte. Entro fine giugno toccherà alle associazioni di imprese. Parallelamente il MASE sta continuando a lavorare alla versione aggiornata delle istruzioni di compilazione di FIR e registri, per sciogliere nodi e criticità emersi nella prima fase di operatività del sistema.





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