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Ristrutturazione bagno 2025: tutto quello che si può ancora detrarre (fino al 50%) – Torino Cronaca


Nel 2025 rifare il bagno può essere ancora un’operazione conveniente grazie ai bonus edilizi ancora attivi. La nuova Legge di bilancio ha modificato alcune regole, ma non ha cancellato la possibilità di ottenere importanti detrazioni fiscali. Chi interviene entro la fine dell’anno ha l’occasione di recuperare fino alla metà della spesa sostenuta, ma dal 2026 le agevolazioni saranno meno generose.

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Fino al 31 dicembre 2025, chi ristruttura il bagno nella prima casa può detrarre il 50% dei costi, fino a un massimo di 96.000 euro. La detrazione viene distribuita in dieci anni attraverso la dichiarazione dei redditi. Se invece l’intervento riguarda una seconda casa o un altro tipo di immobile, la percentuale scende al 36%. È importante tenerlo a mente, perché a partire dal 2026 la detrazione si ridurrà ulteriormente: 36% per la prima casa e solo 30% per le altre abitazioni.

I lavori che danno diritto al bonus sono quelli considerati di manutenzione straordinaria. Si parla, per esempio, del rifacimento dell’impianto idraulico o sanitario, della sostituzione delle tubature o dell’installazione di impianti elettrici più moderni. Sono comprese anche le opere per rendere accessibile il bagno a persone con disabilità, così come la sostituzione di pavimenti e rivestimenti. Non rientrano invece i piccoli interventi di routine, come cambiare semplicemente i sanitari o rifare le piastrelle senza modificare la struttura.

Anche l’acquisto di accessori può rientrare nel beneficio fiscale, a condizione che siano parte di un progetto più ampio di ristrutturazione. Box doccia, lavabi, vasche, rubinetti e altri elementi di nuova generazione, se inseriti nel contesto di un intervento strutturale, possono essere portati in detrazione.

Fino al 2023 esisteva un bonus specifico per l’eliminazione delle barriere architettoniche, con una detrazione del 75%. Tuttavia, una revisione della norma ha escluso dal beneficio i lavori sul bagno, spesso sfruttati impropriamente. Oggi, per questo tipo di intervento, resta attivo solo il normale bonus ristrutturazioni.

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Il diritto alla detrazione spetta non solo ai proprietari dell’immobile, ma anche a chi ha un diritto di utilizzo, come usufrutto o comodato, agli inquilini, ai soci di cooperative e persino ai familiari conviventi, purché sostengano direttamente la spesa. Possono beneficiarne anche alcune categorie di imprese e società, secondo quanto previsto dalla normativa fiscale.

Per ottenere il bonus è necessario inserire la spesa nella dichiarazione dei redditi, utilizzando il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche. Le spese devono essere tracciabili, quindi pagate con bonifico parlante, e documentate con fatture. Vanno conservati anche tutti i documenti tecnici, come la certificazione degli impianti e, se necessaria, la CILA, cioè la comunicazione al Comune che autorizza l’inizio dei lavori. Dal 2024, inoltre, non è più possibile optare per lo sconto in fattura o cedere il credito d’imposta: l’unico modo per recuperare la spesa è tramite la detrazione decennale.

Oltre al bonus ristrutturazione, esistono due alternative interessanti. La prima è l’Ecobonus, pensato per chi vuole migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione. Se nel progetto di ristrutturazione del bagno si inserisce, ad esempio, una caldaia a pompa di calore o altri impianti a basso consumo, è possibile accedere a questo incentivo, che nel 2025 resta al 50% per la prima casa e al 36% per la seconda. La seconda alternativa è il Sismabonus, valido per chi vive in aree a rischio sismico. Anche in questo caso, l’intervento deve riguardare la sicurezza strutturale dell’edificio, ma può includere lavori sul bagno. Per tutto il 2025 il bonus arriva fino al 50%, ma dal 2026 anche questa agevolazione sarà ridotta.



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