L’intelligenza artificiale generativa sta trasformando rapidamente il panorama tecnologico ed economico globale, affermandosi come una delle forze più dirompenti degli ultimi decenni. A differenza delle precedenti ondate di innovazione digitale, l’AI generativa non si limita a supportare l’attività umana: è in grado di generare contenuti autonomamente, simulare decisioni ed evolversi attraverso l’interazione. Per l’Europa – e in particolare per il settore dei servizi finanziari (FSI) – ciò rappresenta un’opportunità cruciale per rafforzare competitività, produttività e resilienza in un contesto di crescente pressione globale.
Per comprendere meglio il potenziale e le implicazioni dell’AI generativa in Europa e nel settore FSI, TEHA Group, in collaborazione con Microsoft, ha avviato un’iniziativa di ricerca strategica dal titolo “AI for FSI: The AI Revolution for a Strategic and Data-Driven Management of European Companies”. Il progetto ha combinato modelli economici, analisi empiriche e un confronto diretto con CFO e dirigenti finanziari di importanti istituzioni europee, per esplorare gli impatti economici, organizzativi e strategici dell’adozione dell’AI generativa.
L’impatto dell’AI generativa
L’impatto può essere analizzato da due prospettive principali: aumentare la produttività a parità di tempo o mantenere l’attuale livello produttivo riducendo le ore lavorate.
Secondo le stime del modello, l’AI generativa potrebbe incrementare il valore aggiunto annuo dell’Europa di 2.610 miliardi di euro, pari al 15,2% del PIL della regione. Un impatto paragonabile all’aggiunta di un’economia delle dimensioni della Francia o superiore al valore generato dal settore manifatturiero nel 2023 (2.510 miliardi di euro). Anche il potenziale risparmio di tempo è significativo: l’AI generativa potrebbe liberare 47,6 miliardi di ore lavorative mantenendo invariata la produzione, superando le ore lavorate in Italia nel 2023 (44,3 miliardi).
Il settore dei servizi finanziari e quello ICT sono tra i più impattati, con un potenziale di incremento della produttività superiore al 20%.
Nel dettaglio, per il settore FSI europeo, il modello prevede due scenari speculari: fino a 147 miliardi di euro di valore aggiunto annuo in più (pari allo 0,9% del PIL UE) oppure un risparmio fino a 1,5 miliardi di ore lavorative annue grazie all’automazione e all’aumento di produttività.
Il valore effettivo dipenderà da come le istituzioni finanziarie integreranno l’AI nelle proprie operazioni, bilanciando efficienza e innovazione. La maggior parte del potenziale si concentra nel settore bancario (93 miliardi), seguito da assicurazioni (28 miliardi) e servizi finanziari di supporto (27 miliardi), con i cinque principali Paesi europei a raccogliere i maggiori benefici.
Il settore FSI si distingue per l’elevato grado di standardizzazione dei processi e l’uso intensivo di dati e attività cognitive. L’AI generativa comporta anche un’evoluzione strutturale del ruolo del CFO, che passa da funzioni di compliance e reporting a orchestrare in tempo reale previsioni, allocazione delle risorse, monitoraggio delle performance e comunicazione con gli investitori.
Le sfide
Nonostante il potenziale, l’adozione su larga scala incontra ancora ostacoli. Molte istituzioni sono ferme alla fase pilota, con iniziative frammentate e senza una governance unificata.
Le principali barriere includono:
- scarsa integrazione tra funzioni finance e IT
- carenza di competenze interne
- problemi di qualità dei dati
- incertezza normativa e rischi reputazionali, soprattutto nelle applicazioni rivolte al pubblico.
Spesso mancano business case chiari e modelli di responsabilità condivisa, ostacolando il passaggio dalla sperimentazione all’implementazione strutturata.
Il confronto con i CFO ha evidenziato la necessità di nuovi abilitatori organizzativi:
- leadership trasversale tra finance, tecnologia e legale
- istituzionalizzazione dei processi guidati dall’AI
- investimenti in formazione e alfabetizzazione AI per i team finance
- definizione di metriche comuni di performance e rischio per le iniziative AI.
Senza queste condizioni, i benefici dell’AI rischiano di restare confinati a casi isolati.
Conclusioni
In un’epoca in cui la tecnologia è integrata in ogni aspetto della vita, le opportunità offerte sono accompagnate da crescenti rischi. L’Europa ha un ruolo guida nella regolamentazione, con strumenti come l’AI Act, il Digital Operational Resilience Act (DORA) e la direttiva NIS2, ma è fondamentale garantirne l’attuazione efficace e l’adattamento continuo alle nuove minacce.
Il settore finanziario è oggi il terzo più colpito da incidenti informatici nell’UE. L’uso crescente dell’AI introduce nuove vulnerabilità legate a protezione dei dati, accessi non autorizzati e utilizzi non conformi. Per sfruttare appieno le misure di sicurezza basate sull’AI, le aziende devono mantenere elevati standard di qualità e integrità dei dati.
L’adozione responsabile dell’AI generativa dipenderà anche dalla costruzione della fiducia, interna ed esterna. Le istituzioni dovranno sviluppare protocolli di validazione robusti, garantire trasparenza nei contenuti generati dall’AI e allineare le pratiche interne ai quadri normativi in evoluzione. Sicurezza, privacy, chiarezza e affidabilità dei modelli devono essere affrontate fin dall’inizio per proteggere i clienti e rafforzare la credibilità.
Guardando al futuro, l’AI generativa non è una moda passeggera, ma un cambiamento strutturale nel modo in cui si crea valore, si prendono decisioni e si governa la finanza. Per le istituzioni europee, agire ora significa assicurarsi un vantaggio competitivo non solo in termini di efficienza operativa, ma anche di intelligenza strategica. Chi riuscirà a scalare in modo responsabile, governare con efficacia e allineare l’AI alle priorità aziendali guiderà la trasformazione della funzione finance e contribuirà alla prossima fase di crescita dell’economia europea.
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