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Digital construction: come BIM e inclusività ridisegnano i team di progettazione | Articoli


La digitalizzazione nel settore costruzioni non è solo tecnologica ma culturale: l’adozione di BIM, intelligenza artificiale e piattaforme collaborative favorisce organizzazioni inclusive e competenze ibride. Le aziende che integrano diversità e leadership inclusiva ottengono performance superiori, aprendo nuove opportunità per i progettisti.

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Digitalizzazione e inclusione: la vera rivoluzione nel costruire

La digitalizzazione nel settore delle costruzioni sta abilitando una trasformazione culturale, oltre che tecnologica: la vera innovazione nasce da organizzazioni inclusive e competenze ibride, non solo da strumenti evoluti.

La digitalizzazione nel settore delle costruzioni sta attraversando una fase di profonda trasformazione che va ben oltre la semplice adozione di nuove tecnologie: non è più sufficiente fare meglio o più velocemente ciò che si è sempre fatto, ma occorre ripensare radicalmente il modo di concepire e realizzare i progetti, ridefinendo al contempo il ruolo dell’uomo in questo nuovo ecosistema digitale.

Mentre il dibattito pubblico si concentra forse troppo spesso sugli aspetti più tecnici – come l’implementazione del BIM, l’uso dell‘intelligenza artificiale o l’automazione dei processi – non va trascurato o sottovalutato il come e il quanto la vera rivoluzione stia avvenendo anche sul piano culturale e organizzativo. Le aziende leader del settore stanno scoprendo che la tecnologia, da sola, non è più sufficiente: il vero vantaggio competitivo risiede nella capacità di utilizzarla per creare organizzazioni più inclusive, diversificate e innovative.

Alcuni dati raccolti su scala mondiale cominciano a dare un chiaro supporto di evidenza a queste tesi: secondo l’ultimo rapporto McKinsey “Diversity Wins”, le aziende che hanno saputo coniugare trasformazione digitale e diversità stanno registrando performance nettamente superiori alla media. In particolare, le società con una maggiore diversità di genere negli executive board e nel top management aziendale hanno il 25% di probabilità in più di ottenere una redditività superiore alla media, mentre quelle con elevata diversità etnica e culturale raggiungono il 36%.

Questi numeri, per quanto frutto di stime che hanno una loro validità nei limiti del campo di osservazione a cui si è rivolta l’analisi, non possono comunque essere solo casuali, ma devono far riflettere su una quantomeno correlata capacità di innovare e rispondere alle sfide del mercato superiore alla media.

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Ed è nel contesto di questa trasformazione che la digitalizzazione sta emergendo come suo potente catalizzatore. Come evidenziato nel rapporto Deloitte sui tratti distintivi della leadership inclusiva, la tecnologia digitale sta abilitando nuove forme di collaborazione che superano le barriere geografiche, culturali e disciplinari; le piattaforme collaborative, il cloud computing e gli strumenti di realtà virtuale non sono solo supporti tecnici, ma assumono i connotati di veri e propri abilitatori di un nuovo modo di lavorare insieme.

In questo contesto e secondo questa chiave di lettura, anche l’adozione del BIM offre un argomento ed uno spunto di riflessione oltre che un esempio concreto, in virtù della sua capacità di ridefinire non solo i processi progettuali ma anche le dinamiche di team. In un ambiente BIM, architetti, ingegneri e costruttori non si limitano a condividere informazioni: creano insieme, in tempo reale, sviluppando soluzioni che nascono dall’integrazione di diverse prospettive e competenze. Questo richiede non solo expertise tecnica, ma anche quella che Deloitte definisce “intelligenza culturale” – la capacità di navigare efficacemente in contesti multiculturali e multidisciplinari.

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Ridisegnare il profilo delle competenze richieste nel panorama digitale

Il nuovo panorama digitale lascia la sua impronta anche nel ridisegnare il profilo delle competenze richieste. Le tradizionali skills tecniche rimangono senz’altro fondamentali e imprescindibili ma, da sole, non più sufficienti; esse devono, infatti, necessariamente integrarsi con capacità che fino a poco tempo fa erano considerate “soft“: leadership inclusiva, pensiero sistemico, empatia culturale. Come per esempio evidenzia la società di consulenza McKinsey, nel suo rapporto “Diversity wins: how inclusion matters”, le aziende che eccellono nella diversità sono anche quelle che meglio riescono a attrarre e trattenere i talenti, creando ambienti di lavoro dove l’innovazione può prosperare.

Tuttavia, questa trasformazione non è priva di sfide. La resistenza al cambiamento, il digital divide e il rischio di esclusione sono ostacoli reali che le organizzazioni devono affrontare.

È qui che entra in gioco il ruolo cruciale della leadership. Un secondo recente rapporto di un’altra primaria società di consulenza mondiale – “The six signature traits of inclusive leadership” di Deloitte – identifica sei tratti distintivi dei leader inclusivi: impegno, coraggio, cognizione dei pregiudizi, curiosità, intelligenza culturale e collaborazione. Questi attributi diventano essenziali per guidare team sempre più diversificati e distribuiti.

La vera sfida per il settore delle costruzioni non è più, quindi, quella solo tecnologica, ma si arricchisce anche di una dimensione culturale. Come evidenziano i dati McKinsey, esiste una crescente polarizzazione tra le aziende che hanno abbracciato questo cambiamento e quelle che restano ancorate a modelli tradizionali e il vantaggio competitivo che le prime stanno acquisendo diventerà, per le seconde, sempre più difficile da colmare.

Le implicazioni di questa trasformazione sono destinate a incidere profondamente sull’ecosistema economico-industriale e, prima di tutto, sociale.

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In un settore come quello delle costruzioni, tradizionalmente considerato conservatore, la digitalizzazione apre dunque nuove opportunità per l’inclusione e la diversità, abbassando le barriere all’ingresso e permettendo a una gamma più ampia di talenti di entrare e contribuire al rinnovamento e alla costruzione di nuovo valore, nelle singole e specifiche realtà e contesti dove opereranno e, perciò, del settore tutto.

 




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