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slittano gli investimenti per magnetico e linea a freddo. Intelligenza artificiale per la qualità produttiva


Con la delibera assunta oggi dalla giunta regionale, è stato formalizzato lo Schema di Accordo di Programma tra Governo, Regione Umbria, Comune di Terni e Gruppo Arvedi per il rilancio di Acciai Speciali Terni. Si tratta del documento che andrà alla firma a via Veneto, nel Palazzo del MIMIT, il prossimo 11 giugno. 
Il documento disciplina tempi, impegni e investimenti per un progetto integrato che punta a rendere il sito ternano un polo siderurgico europeo all’avanguardia, fondato su produzione sostenibile e decarbonizzazione.

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Il piano che avrebbe dovuto prevedere investimenti per 1,1 miliardi – come aveva anticipato Tag24 Umbria – , in realtà si ferma a 557 milioni di euro con interventi articolati: dalla realizzazione di nuove linee per l’acciaio inox e l’efficientamento energetico degli impianti esistenti, fino alla riqualificazione ambientale delle aree industriali.

Come detto, un elemento chiave emerge dal cronoprogramma: la produzione di acciaio elettrico NGO (il magnetico a grano non orientato) – compresi i nuovi impianti APL, S6HIGH e ACL – non sarà attivata prima del 2029, perché rientra in una seconda fase di sviluppo, posticipata rispetto al ciclo di investimenti attuali.

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Al cuore dell’intesa, la riconversione ambientale del sito: sarà avviato un progetto di landfill mining sulla discarica RSU di Vocabolo Valle e costruite nuove infrastrutture di contenimento ambientale, mentre verranno potenziati il monitoraggio delle acque di falda, la qualità dell’aria e la gestione dei residui industriali.

Accanto agli interventi tecnici, l’accordo prevede un piano occupazionale che garantisce il mantenimento degli attuali livelli di forza lavoro (2.229 addetti solo in AST) e la loro riqualificazione professionale, con il sostegno del Fondo Sociale Europeo e delle politiche attive regionali.

Sul fronte energetico, la Regione Umbria è pronta a destinare fino al 30% della capacità idroelettrica prodotta alle imprese energivore umbre, mentre AST ha manifestato disponibilità a co-investire con la Regione Umbria per incrementare la capacità produttiva degli impianti esistenti, in un contesto regolato e subordinato a valutazioni tecniche ed economiche condivise. L’attuazione del piano è subordinata all’approvazione delle tre proposte di Contratti di Sviluppo al vaglio di Invitalia e al rispetto del cronoprogramma già depositato.

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Investimenti da 557 milioni entro il 2028, rinviati gli impianti per magnetico e linea a freddo

Il Piano Industriale di Arvedi AST al 2028 rappresenta un progetto di riconversione e rilancio tra i più ambiziosi dell’industria siderurgica europea, con investimenti complessivi che superano i 557 milioni di euro. L’obiettivo strategico è rendere lo stabilimento di Terni un polo di riferimento internazionale nella produzione di acciaio inossidabile e acciaio elettrico a basso impatto ambientale, rafforzando la competitività rispetto alla concorrenza asiatica e contribuendo attivamente agli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Green Deal europeo.

Nel dettaglio, il piano prevede l’incremento della capacità produttiva fino a 800.000 tonnellate annue di prodotti a freddo (linea LAF), grazie alla messa in servizio di nuove linee di laminazione – tra cui ZMILL10 e ZMILL11, impianti di ultima generazione per l’acciaio inox – e alla riqualificazione di quelle esistenti. Particolare rilievo assume la realizzazione della nuova linea LAF8, dotata di sistemi di riscaldo a induzione e combustione predisposta per l’utilizzo di idrogeno, destinata a migliorare l’efficienza energetica e la qualità superficiale dei prodotti finiti.

Va però specificato che alcuni investimenti significativi, che avrebbero portato il totale degli investimenti a circa 1,1 miliardi di euro, come la linea di trattamento a freddo e il capannone per complessivi 162 milioni di euro, nonché le nuove linee di lavorazione APL, S6HIGH e ACL per acciaio elettrico NGO, per un importo complessivo di circa 411 milioni di euro, sono pianificati per un periodo successivo al 2028 e risultano condizionati a una serie di fattori esplicitamente elencati nello Schema di Accordo di Programma.

La realizzazione di questi impianti è subordinata: all’approvazione delle proposte di Contratti di Sviluppo presentate a Invitalia (tra cui “ARVES Arvedi Electrical Steel” e “InnovAST”), al conseguimento dei benefici fiscali previsti (es. credito d’imposta per utilizzo di rottami inox), alla riduzione strutturale del costo dell’energia, nonché al rispetto del cronoprogramma e all’assenza di contenziosi amministrativi.

Innovazione e digitalizzazione con l’intelligenza artificiale

Il piano punta inoltre alla diversificazione del mix produttivo verso segmenti ad alto valore aggiunto, con un potenziamento del centro di finitura e l’implementazione di un impianto di codacciatura coils in grado di recuperare oltre 10.000 tonnellate annue di sfridi. A sostegno degli obiettivi di efficienza e qualità, sono previste azioni sistemiche di digitalizzazione, controllo automatizzato dei processi, uso di algoritmi di intelligenza artificiale per la gestione della qualità e rafforzamento dell’assistenza tecnica alla clientela, in particolare nei settori automotive, elettrodomestico ed energia.

Sul fronte dei ricavi, il piano stima che entro il 2028, anche grazie all’integrazione con il sito di Cremona e alla riorganizzazione della rete commerciale internazionale, il fatturato del Gruppo Arvedi superi i 6 miliardi di euro annui, con oltre 5 milioni di tonnellate di prodotti siderurgici. Di questi, una quota crescente sarà costituita da acciai green e materiali per la transizione energetica, confermando la volontà del gruppo di essere non solo produttore ma anche protagonista dell’industria sostenibile europea.

Il cronoprogramma 2025–2028: obiettivi, tappe e attuazione

Il cronoprogramma dell’Accordo di Programma (ADP) per il rilancio del sito industriale di AST a Terni traccia una roadmap dettagliata degli interventi previsti tra il 2025 e il 2028. Il piano si articola in tre assi strategici: rilancio produttivo, riqualificazione impiantistica e sostenibilità ambientale. La prima fase, nel biennio 2025-2026, è centrata sugli iter autorizzativi: dalla sottoscrizione dell’accordo alla presentazione dei progetti di bonifica, fino all’emissione dei decreti interministeriali e all’approvazione dei piani per la gestione delle ex discariche. Parallelamente, già dal secondo semestre del 2025, prenderanno avvio i cantieri per la costruzione del nuovo impianto ZMILL10, destinato a innovare la fase di laminazione a freddo. Il cronoprogramma prevede inoltre, nel 2026, la realizzazione del nuovo impianto Walking Beam per la movimentazione dei prodotti siderurgici caldi, seguito dall’avvio della produzione nel 2027.

Il rilancio produttivo si consoliderà ulteriormente con l’avvio della costruzione di ZMILL11, un impianto avanzato per la laminazione, e con il nuovo forno LAF8, entrambi operativi entro il 2027. Questi investimenti sono pensati per aumentare l’efficienza energetica, migliorare la qualità dei prodotti e ampliare la gamma dell’offerta in settori ad alto valore aggiunto. A questi si affianca un ampio piano di riqualificazione di impianti esistenti: acciaieria, laminatoio a caldo, centro di finitura, tubificio, impianti di decapaggio e linee di processo a freddo verranno ammodernati in parallelo, con interventi distribuiti su tutto l’arco del quadriennio. Significativi anche i progetti per la digitalizzazione degli impianti, l’integrazione di elettrolizzatori e l’automazione delle linee produttive, che delineano un nuovo modello di fabbrica “green” e interconnessa.

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Non meno rilevante è il fronte ambientale: il progetto di landfill mining e la realizzazione della barriera di fondo per la nuova discarica sono previsti tra il 2026 e il 2027, mentre si prevede il mantenimento costante del monitoraggio delle acque sotterranee e l’installazione di nuovi piezometri. Tra le misure più innovative spiccano inoltre gli interventi per la riduzione delle emissioni di nichel e l’integrazione tra infrastrutture ambientali e percorsi ciclopedonali. Nel 2028 si entrerà a pieno regime con la gestione dei rifiuti, la piena operatività degli impianti produttivi e il completamento delle riqualificazioni. Il cronoprogramma dell’Accordo si configura così come un piano ambizioso, che punta a coniugare competitività industriale, sicurezza ambientale e rigenerazione del territorio.



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