Un nuovo appuntamento per la rubrica dell’Anci ‘Parola al delegato’ che raccoglie le interviste ai delegati dell’Associazioni sulle principali questioni che riguardano i Comuni italiani. A parlare dei temi legati ai piccoli Comuni è il delegato dell’Anci per la materia e sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Alessandro Santoni che focalizza il suo intervento sull’Agenda Controesodo varata dall’Anci per denunciare il grave spopolamento in atto in molte aree del Paese e per adottare misure di contrasto a questo preoccupante trend. In questo senso, l’Agenda rappresenta un contenitore di proposte istituzionali concrete e strutturali che vuole agire su vari fronti per consentire un possibile ripopolamento di queste aree da parte di famiglie, studenti e lavoratori.
Da molti anni ormai si fa un gran parlare dei piccoli Comuni, spesso evidenziandone le criticità. Perché se ne parla così diffusamente?
Bastano pochi dati per spiegare perché si parla ed è giusto parlare nel nostro Paese dei piccoli Comuni. I così detti “Piccoli Comuni” con popolazione fino a 5.000 abitanti sono 5.521 ovvero il 70% del totale dei Comuni italiani, erogano servizi per circa 10 milioni di cittadini residenti e amministrano il 55% del territorio nazionale. Non considerare adeguatamente questa realtà significherebbe non dare valore ad oltre la metà della nazione.
Quindi se ne parla perché la gran parte del nostro Paese vive in condizioni critiche?
Tutti i Comuni, a prescindere dal numero di abitanti, vivono le relative criticità, ma ognuno rappresenta anche un vero e imprescindibile valore per l’intero Paese. E’ la prima, spesso purtroppo anche l’unica, istituzione di riferimento per i cittadini nonché indispensabile presidio del territorio. I piccoli Comuni rappresentano una risorsa per il Paese e non solo un sistema con delle criticità come veniamo spesso percepiti. Come Consulta nazionale Anci dei Piccoli Comuni stiamo lavorando per portare i nostri temi al centro del dibattito politico nazionale, aggiornando grazie al confronto con le diverse realtà territoriali la nostra Agenda Controesodo.
Di cosa si occupa l’Agenda Controesodo?
L’Anci ha varato l’Agenda per lanciare prima di tutto un allarme sul grave spopolamento in atto in molte aree del Paese e per adottare misure di contrasto a questo preoccupante trend. In tal senso, si caratterizza anche come strategia di ripresa socioeconomica e innovazione dell’intero Paese. La dimensione demografica non deve rappresentare un motivo di criticità in sé quanto invece un campanello d’allarme rispetto al rischio di progressiva desertificazione di territori estesi quanto ricchi di patrimoni materiali e immateriali. Occorrono politiche mirate per frenare o almeno ridurre un dato demografico che dagli anni ’70 ad oggi registra in circa 2000 Comuni un decremento della popolazione da un minimo del 20% fino ad oltre l’80%. Ecco così che l’Agenda vuole costituire quel contenitore di proposte istituzionali, concrete e strutturali, che vuole agire su vari fronti quali le politiche di bilancio ed a favore delle famiglie, misure sul personale, turismo e fiscalità di vantaggio, servizi e politiche dell’abitare, eliminando subito e definitivamente il digital divide per rendere meno isolati i territori e consentire quello che definiamo Controesodo, ovvero un possibile ripopolamento di queste aree da parte di famiglie, studenti e lavoratori.
I Piccoli Comuni quindi anche come opportunità per le aree urbane?
I Comuni, piccoli, medi o di grandi dimensioni demografiche, sono naturalmente interconnessi e non possono essere considerati come “riserve” a sé stanti, anche perché, tra l’altro, quello che succede in montagna si ripercuote inevitabilmente a valle. Per questo motivo come Anci stiamo incrementando ogni utile sinergia con ogni sede di opportuno confronto e rapporto con le città di maggiore dimensione demografica, su tematiche di interesse e di comune interrelazione. L’ampiezza delle tematiche riguardanti le Aree interne, i Comuni montani ed i piccoli Comuni, è tale da richiedere un confronto su aspetti spesso comuni pur necessitando di specifiche attenzioni e valutazioni. In questa logica, fondamentale è far comprendere la strategicità dei territori che rappresentiamo, che possono e devono essere percepiti come risorsa per il sistema Italia e non come problema. La crescita dei piccoli comuni rappresenta non solo una questione di riequilibrio territoriale, ma una sfida e un’opportunità per lo sviluppo sostenibile e inclusivo del Paese nel suo complesso e delle città stesse. E così lo sviluppo delle aree interne non deve essere visto come una questione isolata, ma come un elemento strategico per la crescita economica e sociale consolidata dell’Italia.
Quali sono le specifiche valutazioni da fare nei confronti dei piccoli Comuni?
Il tema della semplificazione per i piccoli Comuni è da sempre evidenziato dall’Anci nei diversi provvedimenti che ancora “ingessano” le attività quotidiane di questi Enti. Nel rispetto dei principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, è ormai irrinunciabile un ordinamento differenziato per i piccoli Comuni, nell’ottica di agevolarne e rafforzarne l’azione di governo con specifiche misure di semplificazione, dotandoli di una disciplina organizzativa, finanziaria e fiscale che tenga conto delle loro peculiarità. In tal senso, il sistema della contabilità pubblica e della finanza locale assumono una particolare rilevanza e urgenza. Ma ancora più urgente e, quindi non da ultimo, è arrivare alla definizione di contratti di lavoro per i dipendenti dei piccoli Comuni con premialità/indennità aggiuntive, necessarie per contrastare la perdita di attrattività nei confronti di Enti di maggiori dimensioni. Assistiamo purtroppo ad uno “spopolamento” anche del personale in molte piccole realtà territoriali. Altre specifiche valutazioni vanno fatte in relazione, ad esempio, alla chiusura degli uffici postali o degli sportelli bancari. Per creare attrattività e nuova occupazione, occorre individuare sistemi incentivanti per chi decide di vivere e lavorare nei piccoli Comuni. Incentivare la nascita di nuove imprese, consolidare le attività economiche esistenti ed attrarre i residenti, individuare azioni volte alla riduzione del carico fiscale, combinate con altre agevolazioni, sono elementi concreti per sostenere lo sviluppo economico di questi territori, rendendoli maggiormente competitivi rispetto alle aree più sviluppate. Il sostegno ai servizi di prossimità rafforza le attività economiche locali come negozi, artigiani e piccoli imprenditori, attraverso contributi e incentivi e di presidio essenziale nella vita delle comunità.
Accennava ai servizi postali e bancari, ci può dire meglio?
Per quanto riguarda il tema dei servizi postali e degli uffici postali si sono registrati significativi miglioramenti, anche grazie all’impegno Anci/Poste ormai in atto da alcuni anni. Il più recente quanto allarmante venir meno dei servizi bancari è fonte, invece, di oggettivi e crescenti disagi nelle popolazioni locali interessate dalla progressiva chiusura di numerose filiali, decisione che raccoglie tutto il nostro disappunto perché tali scelte non dipendono da difficoltà economiche. Disagi che possono essere così riassunti in estrema sintesi: 1) in queste aree la popolazione è generalmente composta in gran parte da persone anziane; 2) questa tipologia di utenti non ha di solito facilità di accesso e utilizzo dei servizi on line offerti dalle banche; 3) in queste aree, definite “a fallimento di mercato”, si ravvisano frequenti difficoltà di connessione e accesso al web; 4) la mancanza di uno sportello bancario limita, se non addirittura impedisce, sia la possibilità di accesso al contante sia lo svolgimento delle necessarie operazioni bancarie sia per il privato cittadino che per le imprese e le attività commerciali presenti sul territorio. Anche il tema della “desertificazione” bancaria si inserisce naturalmente e a pieno titolo nel contesto di contrasto allo spopolamento che viene rappresentato nei documenti elaborati da Anci con l’Agenda Controesodo. Chi accetta di vivere, lavorare ed investire nelle nostre aree, ha bisogno di servizi importanti per sopperire al problema rappresentato dalle distanze e dalla conformazione geografica. Ogni servizio acquista un immenso significato e contribuisce in modo determinante a costituire l’identità di questi paesi, che non vogliamo né possiamo permettere venga meno.
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