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investimenti, imprese e giovani al centro del piano Cnvv


“Novara e il territorio stanno per affrontare un cambiamento epocale”: con queste parole, Carlo Robiglio, neopresidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, ha aperto l’assemblea annuale della confederazione, svoltasi il 6 giugno 2025 a Novara, congiuntamente a Confindustria Piemonte. Il punto di partenza è chiaro: l’area novarese è destinata ad attrarre investimenti strategici di grande portata, e il sistema industriale deve essere pronto a trasformare questa opportunità in crescita per imprese, giovani e comunità.

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Robiglio ha delineato una strategia che mette al centro la responsabilità sociale dell’impresa, intesa come rapporto costruttivo con il territorio e capacità di generare valore condiviso. Ha inoltre sottolineato la necessità di creare una forte “cultura di impresa”: crescita dimensionale, aumento delle competenze, condivisione di buone pratiche e dialogo continuo tra imprenditori sono elementi chiave per affrontare la sfida.

Giovani, scuola e lavoro: un nodo cruciale

“Dobbiamo avvicinare i giovani alle imprese”, ha ribadito il presidente Cnvv, preoccupato dai dati: nel territorio il 20% dei giovani è classificato come NEET (né occupato né studente), e il calo demografico incide pesantemente sulla disponibilità di manodopera qualificata. Da qui l’urgenza di rafforzare le sinergie con scuole ed enti di formazione, valorizzando le competenze e favorendo l’inserimento lavorativo.

Robiglio ha anche annunciato un supporto concreto alle PMI, le più esposte agli effetti delle trasformazioni in atto, aiutandole a innovare, a crescere e a diventare protagoniste all’interno delle rispettive filiere. La visione include anche il coinvolgimento delle grandi aziende e delle multinazionali, fondamentali per occupazione e per il ruolo di “capofila” nella promozione del Made in Italy, anche contro la contraffazione.

Sostenibilità, innovazione e politiche industriali

Tra gli impegni più rilevanti indicati, la sostenibilità e la transizione ecologica assumono un ruolo prioritario. Formazione, sicurezza, welfare e pari opportunità saranno temi centrali, così come l’internazionalizzazione delle imprese e una maggiore consapevolezza del ruolo di Bruxelles. La crescita dimensionale e il passaggio generazionale rappresentano altri due nodi strategici su cui Confindustria Cnvv intende agire.

Robiglio ha anche annunciato la creazione di “deleghe territoriali” in capo ai vicepresidenti per favorire un dialogo più stretto con la pubblica amministrazione, utile ad affrontare un’epoca di crescente incertezza, che richiede visione di lungo periodo e coesione istituzionale.

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L’intervento di Amalberto e le prospettive regionali

Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte, ha ribadito l’impegno dell’intero sistema regionale su cinque direttrici fondamentali: più medie imprese attraverso aggregazioni e crescita interna; più connessioni tra start-up, PMI e grandi aziende; semplificazione normativa e certezza nei tempi; strumenti finanziari efficienti; attenzione concreta ai territori.

Amalberto ha espresso fiducia nelle potenzialità del Piemonte, invitando la politica ad accompagnare questa trasformazione con strumenti stabili, efficaci e non legati solo al calendario elettorale. “Noi ci siamo – ha concluso – come imprese, come innovatori, come comunità”.

Energia e competitività: le sfide del sistema Paese

Nel dibattito sull’energia è intervenuto il ministro Gilberto Pichetto Fratin, che ha evidenziato la necessità di ridurre la dipendenza dal gas, oggi ancora al 40% per la produzione elettrica, e di accelerare sulle rinnovabili. Il ministro ha rilanciato l’idea del nucleare di ultima generazione, con una possibile produzione industriale di piccoli reattori tra il 2031 e il 2032.

Il presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini, ha chiuso i lavori con un appello alla responsabilità collettiva. “Servono coraggio e unità per mettere l’industria al centro. Parliamo troppo di sforare i vincoli di bilancio per altri settori, dimenticando che la competitività del nostro sistema produttivo è oggi minacciata soprattutto dall’incertezza e dal costo dell’energia”.





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