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Carlo Robiglio eletto presidente di Confindustria Novara-Vercelli-Valsesia FOTO – Valsesianotizie.it


Nei prossimi anni Novara e il territorio circostante attrarranno colossali investimenti e questo è già oggi una grande opportunità, destinata a cambiare nel profondo le prospettive di questa parte di Piemonte. Come Confindustria Novara Vercelli Valsesia dovremo essere protagonisti di questa evoluzione, per la crescita delle nostre imprese, per i nostri giovani, per le nostre comunità. Sono fermamente convinto che le ricadute degli investimenti sull’area novarese possano diventare un “ponte” per lo sviluppo ecosistemico di tutto il quadrante della nostra Associazione, in una virtuosa logica di interconnessione delle differenti aree. Dobbiamo lavorare quasi in simbiosi con le amministrazioni per fare in modo che questi investimenti diventino volano per la crescita”. Lo ha dichiarato il neopresidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Carlo Robiglio, all’Assemblea annuale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizzata con Confindustria Piemonte, svoltasi a Novara. Nel suo intervento ha sottolineato “il ruolo dell’impresa come portatrice di responsabilità sociale in un rapporto simbiotico e virtuoso con il territorio” e “l’attenzione a sviluppare nella comunità e sui territori una forte ‘Cultura di impresa’ intesa come crescita delle aziende a livello dimensionale, di competenze e di competitività mantenendo sempre al centro la persona, come capacità di ascolto e di confronto tra gli imprenditori, per rendere patrimonio di tutti le esperienze virtuose, e come interazione con il contesto sociale, per far conoscere sempre più l’importanza del sistema imprenditoriale”.

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Lo scopo di questa assemblea – ha invece sottolineato il presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalbertoè mettere a sistema energie e competenze per avanzare una proposta che ha cinque cardini: più medie imprese, attraverso aggregazioni e crescita interna, per rafforzare la struttura portante del nostro sistema produttivo; più connessioni tra start-up, PMI e grandi imprese; più semplificazione e tempi certi; più strumenti efficaci, come una Finpiemonte rafforzata, capace di sostenere progetti complessi e sinergie pubblico-private; più attenzione ai territori, attraverso proposte concrete da portare avanti con determinazione e continuità. Disponiamo come Piemonte di molti degli asset necessari per affrontare un futuro che si sta costruendo ora: con intelligenza, con competenza, con coraggio. La politica accompagni questa trasformazione con strumenti stabili e visione lunga, che vada oltre a quelle elettorali. Forti di queste certezze, noi ci siamo. Come Confindustria Piemonte, come sistema di imprese, come comunità di innovatori e costruttori”.

Intervistato da Giuseppe Bottero (La Stampa) al presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, sul tema dell’energia, uno dei maggiori ostacoli alla competitività delle imprese, ha detto, tra l’altro, che “serve il coraggio di tutti, senza divisioni politiche, per trovare un sistema che ci consente di avere una produzione continua”. “Non si può – ha aggiunto – parlare solo di sforare il patto di stabilità per le armi; credo che invece l’industria debba essere posta al centro e su questo serve puntare su ricerca e sviluppo. Sui dazi si deve accelerare nella negoziazione; questo capitolo ci preoccupa, ma è soprattutto l’incertezza che crea pericoli perché può colpire alcuni nostri settori che già soffrono”.

Oltre ai saluti del rettore dell’Università del Piemonte orientale, Menico Rizzi, e del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, si è collegato da Kiev il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda cui hanno partecipato Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato e direttore generale di Simest, Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore del mensile Domino, Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison (che ha presentato una ricerca sul sistema economico regionale realizzata in esclusiva per l’occasione), e Francesca Mariotti, consigliere di amministrazione di Almaviva.

Intervistato da Andrea Rossi (La Stampa), il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha detto, tra l’altro, che «la realtà di questo Paese è che ci siamo affidati per anni a carbone e gas senza esplorare altre fonti. Oggi ci troviamo ancora una dipendenza dal gas per il 40% per la produzione di energia», il cui meccanismo del prezzo «è figlio del peggior impianto della peggior ora. Noi dobbiamo – ha aggiunto – crescere con le rinnovabili, con l’idroelettrico, con il geotermico. E poi c’è il nucleare di ultima generazione, sul quale sto spingendo per il quadro regolatorio. Nei primi anni del prossimo decennio, nel 2031-2032, si potrà avere la produzione in serie a livello industriale degli small reactor”.

Nel suo intervento Robiglio ha inoltre sottolineato come “dovremo anche rafforzare il rapporto con le nuove generazioni, avvicinando sempre più giovani alle imprese e aumentando le sinergie i rapporti con il mondo della scuola e della formazione, in un territorio in cui i Neet, che non studiano e non lavorano, sono il 20%, e il calo demografico sta avendo un forte impatto sul comparto produttivo, con la crescente carenza di manodopera qualificata e il progressivo invecchiamento della popolazione attiva. Dovremo aiutare le aziende associate, soprattutto le più piccole, a governare le trasformazioni in atto e a innovare per crescere e diventare un forte agente di cambiamento, in particolare nelle filiere in cui sono coinvolte e delle quali devono essere sempre più protagoniste, aspetto che può rappresentare un vero vantaggio competitivo. Saremo parimenti impegnati a coinvolgere le grandi aziende e le multinazionali, sia per la loro ricaduta sui territori in termini di occupazione sia per il loro ruolo di capi-filiera che spesso le vede ambasciatrici di un Made in Italy al quale rivolgeremo dovuta attenzione, in particolar modo nella lotta alla contraffazione. Aiuteremo anche le imprese a gestire al meglio il passaggio generazionale, metteremo al centro la formazione, la sicurezza sul lavoro, le politiche di welfare e per le pari opportunità; ci impegneremo sui temi della sostenibilità e della green transition, asset imprescindibili, e lavoreremo per l’internazionalizzazione, facendo meglio conoscere il ruolo di Bruxelles, e per la crescita dimensionale. In una fase di crescente incertezza intensificheremo il dialogo con la pubblica amministrazione e con la politica, anche istituendo apposite deleghe territoriali in capo ai vicepresidenti”.

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