chi ha diritto allo sconto

Chi affitta una casa deve fare i conti con il Fisco, ed è indubbiamente l’IMU una delle imposte che gravain misura maggiore sui proprietari.

L’IMU sulla casa in affitto è sempre dovuta dal proprietario, il quale però può “ottimizzare” i costi a proprio carico grazie alle agevolazioni legate al regime della cedolare secca.

In alcuni casi infatti sull’IMU è riconosciuto uno sconto pari al 25 per cento dell’importo dovuto. Attenzione però ai requisiti previsti: si applica solo per i contratti a canone concordato.

Cedolare secca e IMU: doppio sconto sulla casa in affitto a canone concordato

Il contratto a canone concordato consente a chi concede casa in affitto di beneficiare di diverse agevolazioni. Non solo sull’IMU, ma anche sull’aliquota della cedolare secca, applicabile nella misura del 10 per cento invece che del 21 per cento.

Chi sceglie questa forma di contratto è tenuto però a rispettare determinati parametri sul fronte del valore dell’affitto: non si potrà scegliere liberamente il costo della locazione, ma bisognerà rientrare nei valori fissati dagli accordi locali delle organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori maggiormente rappresentative.

Questo uno dei concetti preliminari da conoscere per chi, avendo una seconda casa data affitto, si chiede quali sono le agevolazioni previste in materia di IMU.

Il valore dell’imposta da versare in due rate, con l’acconto di giugno e il saldo di dicembre, potrà essere ridotto del 25 per cento. In particolare, lo sconto è riconosciuto sulla base imponibile utilizzata per determinare il valore dell’IMU, applicando aliquote fissate dal proprio Comune.

Particolare attenzione bisognerà in ogni caso prestare alle delibere comunali: i singoli Enti possono infatti prevedere riduzioni ulteriori alle aliquote da applicare, sempre in relazione agli affitti per i quali si applica la cedolare secca del 10 per cento in caso di canone concordato.

Non sono invece previste agevolazioni per chi applica la cedolare secca ordinaria con aliquota del 21 per cento. L’IMU è dovuta integralmente.

Sconto IMU sull’affitto a canone concordato: dichiarazione non obbligatoria

Chiarito quindi il perimetro delle agevolazioni previste per i contratti di affitto con cedolare secca del 10 per cento, è bene specificare che è ai fini dell’applicazione non è necessario presentare la dichiarazione IMU.

Si tratta dell’adempimento, in scadenza il 30 giugno di ciascuna annualità, che consente per l’appunto di indicare il diritto ad esenzioni o riduzioni sul fronte dell’imposta dovuta.

L’invio è previsto per i soli casi in cui il Comune di riferimento non sia a conoscenza delle informazioni utili per verificare l’effettiva spettanza delle agevolazioni. Come espressamente previsto dalle istruzioni ministeriali, tale obbligo è pertanto escluso per i contratti a canone concordato, considerando che i comuni hanno la possibilità di accedere alle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento.

Pagamento sempre a carico del proprietario della casa in affitto

Vale la pena ricordare infine che in caso di immobile in locazione, l’obbligo di versamento dell’IMU ricade sempre sul proprietario. L’inquilino non è tenuto a contribuire al pagamento dell’imposta, come avveniva fino al 2019 con la TASI.

Gli affittuari hanno quindi un’esenzione totale dal pagamento dell’imposta. Discorso diverso invece per l’ulteriore tributo che grava sugli immobili, ossia la TARI: in questo caso l’obbligo è interamente a carico dell’utilizzatore, in caso di contratti di durata pari o superiore a 6 mesi.