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Flash news: Credito al Consumo nella relazione di Banca d’Italia, famiglie italiane tra risparmio e nuove abitudini di spesa


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In un contesto in continua evoluzione, come quello descritto nell’annuale relazione pubblicata il 30 maggio 2025 da Banca d’Italia, comprendere le dinamiche economiche che coinvolgono le famiglie italiane risulta essenziale per anticipare problematiche, tutelare i diritti e orientare le scelte finanziarie in modo consapevole.

Un anno tra redditi in ripresa e consumi cauti. Nel 2024, secondo i dati ufficiali della Banca d’Italia, le famiglie italiane hanno registrato un’espansione del reddito disponibile, sebbene con una dinamica rallentata rispetto al 2023. Il traino principale di tale crescita resta il lavoro dipendente, con occupazione e retribuzioni in crescita. Tuttavia, i salari reali non sono ancora tornati ai livelli del 2021 e questo incide sulla ripresa del consumo. La tenuta del potere d’acquisto è dovuta soprattutto alla riduzione dell’inflazione, ma le scelte di spesa dei consumatori restano condizionate da un contesto di incertezza macroeconomica.

La prudenza prevale: tassi elevati e risparmio precauzionale. Il dato più significativo del 2024 è rappresentato dall’aumento della propensione al risparmio, tornata sopra il 9%. Le famiglie, specie quelle con redditi più contenuti, accantonano maggiori risorse per far fronte alle già richiamate potenziali incertezze future. I tassi reali, elevati a causa di rendimenti nominali superiori all’inflazione, spingono verso strumenti di investimento piuttosto che verso il consumo, che tuttavia è risultato in moderato aumento. Il quadro conclusivo tratteggia, quindi, un andamento moderato della spesa, specie per beni non essenziali.

Il credito al consumo spinge l’acquisto di beni durevoli. In questo scenario di cautela, si distingue però il comparto del credito al consumo che torna a crescere (5,6 per cento) e a sostenere gli acquisti di beni durevoli quali elettrodomestici, automobili, elettronica e arredi. Il credito retail In Italia continua a rappresentare uno strumento centrale per i consumatori che desiderano migliorare il proprio tenore di vita senza intaccare i risparmi.

Tra le varie forme di finanziamento al consumo, la preferenza per il prestito finalizzato è confermata oltre che dalla relazione di Banca d’ Italia, anche da altri analisti del settore del credito.

Contabilità

Buste paga

 

Già la relazione pubblicata da Crif nello scorso marzo collocava il prestito finalizzato al primo posto tra gli strumenti finanziari più diffusi tra le famiglie italiane. Secondo Crif, nel 2024 i prestiti finalizzati, che realizzano un accesso al credito direttamente presso l’esercente di beni o servizi, hanno sfiorano quota 50% sul totale (nello specifico 47,6%, -0,5% rispetto all’anno precedente) con una rata media di 134 euro (+1,2% rispetto al 2023). Al secondo posto l’indagine di Crif riporta i prestiti personali (che al contrario del prestito finalizzato non pongono vincoli all’utilizzo della somma) una quota pari al 28,9% (+1,6%) e una rata media di 252 euro (+1,4%). Al terzo posto troviamo la componente dei mutui per acquisto di abitazioni, che si attestato al 23,5% sul totale (-1,1%) con una rata media di 591 euro (-1,2%).

Tuttavia, anche Banca d’Italia ci ricorda che è necessario vigilare affinché il ricorso al credito avvenga con consapevolezza e su basi economiche adeguate.

È questo un tema più volte trattato anche dalla recente normativa europea sul credito al consumo.

Il legislatore europeo con la nuova Direttiva 2023/2225 sul credito al consumo (che dovrà essere recepita entro il 20 novembre 2025 per poi entrare in vigore entro il 20 novembre 2026) ha sì rafforzato la tutela dei consumatori ma ha, al contempo, stimolato il comparto al fine di accrescere la capacità dei consumatori di prendere decisioni informate e responsabili in materia di accensione di prestiti e di gestione del debito. L’Unione Europea una volta fissato il fine ha poi individuato specifici mezzi per raggiungerlo, ossia l’educazione finanziaria e la formazione di una nuova figura, quella del consulente del debito[1],il quale dovrà fornire al consumatore un servizio indipendente e di elevata qualità.

Mutui e ricchezza: segnali incoraggianti. La ricchezza netta delle famiglie è cresciuta, grazie al buon andamento degli attivi finanziari e immobiliari. In particolare, si registra una ripresa – seppur contenuta – dei mutui, agevolata dal calo dei tassi di interesse ma accompagnata da un rialzo sia dei prezzi degli immobili sia dei canoni di locazione. Banca d’Italia già rileva una crescita robusta della domanda di abitazioni nei primi mesi di quest’anno.

Il debito delle famiglie consumatrici nei confronti di banche e società finanziarie ha ripreso ad aumentare leggermente, restando comunque su livelli inferiori rispetto alla media europea. Segno questo di un sistema familiare italiano tradizionalmente prudente.

Tecnologia, lavoro e fiducia: l’impatto della GenAI. La relazione di Banca d’Italia si arricchisce quest’anno di un approfondimento sull’adozione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) da parte delle famiglie. L’indagine rileva che un quarto degli intervistati ha utilizzato strumenti di GenAI, con percentuali maggiori tra i giovani e i lavoratori nei settori digitali. Nonostante le potenzialità, permane tuttavia una certa diffidenza rispetto all’uso di questi strumenti nei servizi essenziali, come quelli bancari, dove l’interazione resta preferita. Questo sottolinea l’esigenza, anche per gli operatori finanziari, di coniugare innovazione tecnologica e centralità della relazione umana, puntando su trasparenza e fiducia.

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Il quadro che emerge dalla relazione di Banca d’Italia è dunque quello di una famiglia consumatrice italiana più prudente, attenta e selettiva, in un contesto di espansione significativa del credito al consumo, prevalentemente veicolato attraverso prestiti finalizzato e destinato all’acquisto di beni durevoli, con conseguente evidente beneficio per le imprese che tali beni producono.

L’evoluzione del credito al consumo richiede, oltre al consolidamento della tutela giuridica del consumatore, un accrescimento dell’educazione finanziaria dei consumatori, da realizzarsi sempre più attraverso una rete di supporto professionale, legale e consulenziale.


[1] Sul tema il disegno di legge recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2024” (A.C. 2280), discusso alla Camera dei Deputati il 30 maggio 2025, ha indicato al Governo i seguenti princìpi e criteri direttivi specifici: art. 4 lett. g) “individuare i soggetti che possono prestare i servizi di consulenza sul debito previsti dall’articolo 36 della direttiva (UE) 2023/2225, definendo le caratteristiche, le modalità di prestazione di tali servizi e le eventuali spese limitate a carico dei consumatori, tenendo conto, in particolare, dell’obiettivo di assicurare un servizio indipendente e di elevata qualità;”



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