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Bari città giovane con i giovani: sogni, impegno e futuro condiviso


Intervista al Sindaco Vito Leccese

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di Tommaso Garofalo

In questo dialogo diretto e autentico si vuole raccontare la visione di una città che guarda ai giovani non solo come cittadini del domani, ma come protagonisti del presente.
Le domande che seguono nascono dal desiderio di avvicinare ragazze e ragazzi alla vita pubblica, ai cambiamenti in corso e alle sfide che Bari affronta per diventare sempre più inclusiva, verde, creativa e partecipata.
La voce che guida la città, ci accompagna in un racconto fatto di esperienze personali, progetti concreti e sogni condivisi, perché un futuro si costruisce solo insieme.

Che tipo di rapporto vorresti costruire con i giovani di Bari?

Un rapporto sincero, diretto e costruttivo. Vorrei che i giovani sentissero il Comune come una casa aperta, un luogo dove le loro idee contano davvero. Bari ha bisogno dell’energia, della creatività e della visione dei suoi ragazzi per continuare a crescere.

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Quando ha capito che volevi impegnarti per la sua città? Lo consiglieresti ad un giovane?

L’ho capito vivendo la città, ascoltando nel tempo le diverse anime ed esigenze delle persone e sentendo il bisogno di impegnarmi per lasciare la nostra città più unita, equa e accogliente per tutti. Sì, lo consiglierei: l’impegno civico, anche partendo dalle piccole cose, dà senso e forza al futuro.

Cambiare le cose è difficile, ma quando ci provi e ci riesci, fosse anche la più piccola, sai che lascerai il mondo un posto migliore di come l’hai trovato.
Perché come diceva Baden Powell: “Noi non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato.”

Qual è il tuo luogo del cuore a Bari? E dove andavi da giovane?

Il mio luogo del cuore a Bari è il lungomare, soprattutto all’alba, quando la città si sveglia lentamente e il mare riflette una luce che sa di speranza. È lì che sento più forte il legame con la nostra terra, con la sua bellezza e la sua forza.

Da giovane il mio posto preferito era il parco 2 giugno, il parco più grande al centro della città.
Abbiamo lottato tanto per ottenere quello che, all’epoca, era l’unico grande spazio verde di aggregazione e rappresentava esattamente il futuro della città per il quale volevo lavorare.

Cosa può fare il Comune per rendere le scuole e le università più vicine alla vita reale?

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Il Comune può essere un ponte tra scuole, imprese, università, terzo settore e comunità, favorendo alleanze educative che aiutino i giovani a sviluppare competenze trasversali, comprendere i contesti reali e avvicinarsi al mondo del lavoro. A Bari questo approccio è già realtà: promuoviamo progetti di orientamento precoce nelle scuole dell’obbligo, laboratori formativi e iniziative condivise con le università, che spaziano dalla rigenerazione urbana all’innovazione sociale.

Nel prossimo luglio lanceremo, insieme a università, scuole e aziende ICT, un laboratorio di co-progettazione con 100 studenti, impegnati nello sviluppo di soluzioni per sfide urbane legate ad ambiente, cultura ed economia locale. La città può diventare un grande laboratorio di apprendimento, aperto e partecipato.

Esistono progetti per collegare meglio i percorsi di studio al mondo del lavoro?

Sì, stiamo lavorando da tempo per rafforzare i percorsi di orientamento e i tirocini formativi, promuovendo esperienze che aiutino i giovani a scoprire e valorizzare le proprie vocazioni. Attraverso Porta Futuro, il job center pubblico del Comune, mettiamo in connessione domanda e offerta di lavoro, offrendo servizi di orientamento, formazione e supporto alle imprese nella ricerca di competenze. Inoltre, collaboriamo attivamente con gli uffici placement delle Università e del Politecnico per creare un ponte solido tra giovani laureati e mondo del lavoro, facilitando l’incontro tra talenti e opportunità.

Come si può aiutare un giovane che non studia e non lavora (i cosiddetti NEET)?

Occorre intercettarli prima di tutto, uscendo dalla logica dello sportello e andando nei quartieri, nei luoghi informali.

A Bari lo facciamo con diversi progetti di outreach educativo sul territorio.

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Poi servono percorsi personalizzati: tutoraggio, formazione pratica, tirocini e lavoro di comunità. Nessun giovane è irrecuperabile, se gli si offre un’occasione concreta.

Che opportunità ha oggi un giovane per restare a Bari e costruirsi un futuro?

Oggi un giovane a Bari trova un ecosistema più maturo rispetto al passato: spazi di coworking, incubatori, spazi pubblici rigenerati, bandi per startup e imprese sociali, un’Università che dialoga con la città. Le opportunità ci sono, ma vanno rese più accessibili. Stiamo lavorando per semplificare l’accesso ai servizi e per rafforzare i ponti tra formazione e occupazione, soprattutto nei settori emergenti.

Start-up, coworking, innovazione: Bari è pronta per essere una città per giovani creativi?

Bari ha già dimostrato di essere un terreno fertile per chi vuole innovare: penso a esperienze nate da giovani nel digitale, nella cultura, nell’economia sociale. Come Comune stiamo potenziando gli spazi pubblici a sostegno dell’innovazione, supportando progetti di impresa giovanile, e facilitando reti tra giovani talenti e imprese. L’obiettivo è rendere l’innovazione non solo possibile, ma anche sostenibile e inclusiva.

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Quali settori economici sono più promettenti per i prossimi anni?

Oltre al turismo e alla logistica, stiamo puntando sul digitale, sull’economia del mare, sull’economia di prossimità e sull’industria culturale e creativa. La transizione digitale ed ecologica offre nuove opportunità anche nel settore edilizio, nella manifattura leggera, nei servizi di prossimità. Bari può essere una città che valorizza il talento giovane in questi ambiti, accompagnandolo con politiche pubbliche attente e lungimiranti.

Come può diventare Bari una “città viva” anche per i giovani?

Bari è e può continuare a diventare una città sempre più viva per i giovani solo se saremo capaci di progettare e costruire con loro, riconoscendoli come protagonisti, non solo come spettatori. Una città è viva quando i suoi giovani la sentono loro. Questo comprendendo che la città è un luogo complesso che comprende tante esigenze diverse e tutte vanno accolte e rispettate.
Per questo non è mia natura prendere decisioni per gli altri prima di aver avuto momenti di confronto e condivisione, cosa che noi stiamo facendo dall’inizio di questo mandato, iniziando proprio durante la campagna elettorale.

Ci sono spazi in città pensati davvero per i ragazzi?

Sì, e vogliamo moltiplicarli. Abbiamo rigenerato luoghi come Spazio13, l’Officina degli Esordi, il centro giovanile di San Paolo. Abbiamo creato spazi sportivi urbani pubblici e accessibili. Sono spazi pubblici dove i giovani possono incontrarsi, creare, formarsi. Ma non basta: stiamo lavorando, nei nostri interventi di rigenerazione, a creare nuovi spazi nella logica della co-progettazione e della co-gestione con i giovani.

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Cosa pensi del ruolo della musica, del teatro e dell’arte per i giovani?

Sono fondamentali, non solo per l’espressione individuale ma anche per la costruzione di comunità e per generare nuove economie. Bari è una città dove la creatività giovanile trova canali sempre più riconosciuti: dal teatro nei quartieri alle residenze artistiche, dai concerti in spazi pubblici agli hub culturali nati dal basso. Con il programma Le due Bari sosteniamo ogni anno centinai di appuntamenti artistici e culturali in tutti i quartieri della città. Il nostro compito è garantire spazi, opportunità e regole chiare, senza soffocare la spontaneità.

I giovani spesso non si sentono ascoltati: come cambiare questo?

Ascoltare i giovani non può essere solo uno slogan. Come amministrazione dobbiamo creare spazi reali di confronto, dove i ragazzi possano esprimersi liberamente e sentirsi parte attiva della comunità. Dobbiamo imparare a non parlare ai giovani, ma con i giovani. E soprattutto, dobbiamo dimostrare che le loro idee possono tradursi in azioni concrete.
Per questo stiamo attivando diversi percorsi di partecipazione su temi fondamentali, come le politiche della notte e il piano urbanistico generale, ai quali tanti ragazzi stanno partecipando con entusiasmo portando idee fondamentali per la programmazione dell’amministrazione.

Se un gruppo di ragazzi avesse un’idea per la città, a chi può rivolgersi?

Può rivolgersi direttamente al Comune, che io voglio rinominare palazzo DELLA città e non più solo di città. A seconda dei temi tutti gli assessorati sono pronti ad accogliere proposte e io stesso non mi sottraggo mai a confronti costruttivi. I percorsi di partecipazione, le assemblee cittadine che attiviamo periodicamente, servono esattamente a questo. Ma può anche scrivere al sindaco: siamo sempre pronti ad ascoltare e valutare nuove proposte. I ragazzi non devono mai pensare che la loro voce conti meno delle altre.

Cosa ne pensi delle proteste studentesche e dei movimenti giovanili?

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Le proteste studentesche e i movimenti giovanili sono una forma fondamentale di partecipazione democratica. Quando i giovani si mobilitano, è sempre un segno positivo: significa che c’è ancora voglia di cambiare le cose, di prendersi cura del futuro. Spetta a noi istituzioni ascoltare quelle voci, anche quando sono critiche, e trarne insegnamento.
L’ho fatto anche io, nei primi anni della mia passione ambientalista, e con tante persone, se non avessimo manifestato le nostre ragioni, oggi forse tanti giardini e parchi della città sarebbero palazzi.

Quali sono le idee per rendere Bari più verde e pulita?

A Bari abbiamo due grandi progetti verdi in corso. Il primo è il Parco Costa Sud, un parco costiero lineare di 6 km che collegherà Pane e Pomodoro a San Giorgio, creando spazi pubblici di aggregazione e restituendo alla città un rapporto diretto con il mare.

Il secondo è il Parco della Rinascita, che sorgerà nell’area dell’ex Fibronit, un luogo segnato da oltre 700 vittime a causa dell’amianto. Vogliamo trasformarlo in un simbolo di vita e rinascita: un’area di quasi 20 ettari che sarà riforestata. L’obiettivo è inaugurarlo il 21 marzo 2026.

In parallelo stiamo lavorando per aumentare i giardini di quartiere, perché Bari ha una dotazione di verde molto bassa: solo 8 mq per abitante, ben lontani dagli standard europei di 36 mq.

Con una visione più green, vogliamo far “respirare” la città, perché le piante e gli alberi producono ossigeno e assorbono CO₂.
Più verde significa quindi, non solo più luoghi di incontro, ma soprattutto più rifugi climatici, perché anche la nostra città possa dare il suo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici.

I giovani chiedono una città meno dipendente dalle auto: è un sogno possibile?

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Stiamo lavorando per incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto privata, puntando sul trasporto pubblico e sulla mobilità ciclabile ed elettrica.

Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, abbiamo ottenuto un finanziamento importante per potenziare il servizio di trasporto pubblico: tutta la flotta sarà rinnovata e composta esclusivamente da mezzi elettrici, eliminando le emissioni in atmosfera.

Inoltre, realizzeremo una nuova linea di trasporto pubblico di massa veloce, il BRT (Bus Rapid Transit): una sorta di metropolitana di superficie su gomma, con corsie protette e alimentazione elettrica. L’obiettivo è garantire tempi di percorrenza rapidi, con un passaggio ogni 8 minuti, rendendo il trasporto pubblico una vera alternativa comoda, sostenibile ed efficiente per tutti.

Che ruolo hanno i giovani nella lotta contro i cambiamenti climatici?

I giovani hanno un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici. Sono loro a portare l’urgenza del problema al centro del dibattito pubblico, spesso con maggiore consapevolezza e determinazione. Da loro può partire la sensibilità e il buon esempio che forse le generazioni precedenti non riescono ad avere. La sfida climatica riguarda tutti, ma è soprattutto sul loro futuro che si gioca questa partita.

Qual è stato il momento più difficile da sindaco? E il più bello vissuto fino ad ora?

Uno dei momenti più difficili da sindaco è stato proprio affrontare il tema della movida all’Umbertino. Una situazione complessa, che ha messo in luce quanto sia difficile tenere insieme i diritti di tutti: quelli dei giovani che vogliono vivere gli spazi pubblici e stare insieme, quelli dei residenti che chiedono quiete per riposare la notte e quelli degli esercenti che hanno il diritto di lavorare. In questa situazione ho sentito tutto il peso della responsabilità di dover trovare un equilibrio tra esigenze diverse per prendersi cura dei bisogni di tutti.

Se potessi parlare al tuo “io giovane”, che consiglio gli daresti?

Gli direi di osare di più, anche sbagliando, senza paura. Di credere sempre che anche i sogni più ambiziosi si possono realizzare con impegno, passione unendo i sogni di tanti perché da soli raggiungere obiettivi è molto più difficile, direi impossibile.

In tre parole, come descriveresti la Bari che sogni?

Giusta, verde, accogliente.

 

Tommaso Garofalo


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