Dazi ma non solo. A indebolire la crescita globale, oltre agli aumenti significativi delle barriere commerciali, saranno anche ancora le condizioni finanziarie più restrittive, l’indebolimento della fiducia di imprese e consumatori e la maggiore incertezza politica. A ribadirlo è l’ultimo economic outlook dell’Ocse che ha tagliato le stime di crescita sul pil globale dal 3,3% al 2,9% per il 2025 e al 3% per il 2026. Il rallentamento si concentrerà negli Stati Uniti, in Canada, in Messico e in Cina, mentre altre economie dovrebbero registrare aggiustamenti al ribasso più contenuti. A conquistare il primo posto sarà l’India che crescerà ancora del 6,3% quest’anno (dopo il 6,2% dello scorso) e del 6,4% nel 2026.
Tra i paesi del G20 in cima alla classifica si posiziona ancora la Spagna che, dopo una crescita del 3,2% lo scorso anno, porterà a casa un altro 2,4% quest’anno e quasi un 2% il prossimo. Dopo la contrazione economica del 2024 (-0,2%), la Germania dovrebbe crescere dello 0,4% quest’anno, ancora meno della Francia e dell’Italia che dovrebbero segnare entrambe un +0,6%.
L’Italia ferma allo zero virgola
La crescita dell’Italia è destinata a fermarsi allo zero virgola. L’organizzazione ha tagliato le stime anche sul pil italiano allo 0,6% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026, con una riduzione rispettivamente di uno e due decimi rispetto alle previsioni di marzo. «L’Italia è esposta a politiche commerciali più restrittive degli Stati Uniti, attraverso l’aumento dei dazi sui beni dell’Ue», spiegano da Parigi. Oltre il 10% delle esportazioni italiane di beni nel 2023 era destinato agli Usa. Inoltre, gli effetti indiretti potrebbero essere significativi, ad esempio attraverso le catene di produzione globali del settore automobilistico o per via di una domanda globale più debole.
A pesare è anche l’esposizione del Paese alla crescente concorrenza dei prodotti industriali cinesi. «I volumi delle esportazioni sono diminuiti. La produzione industriale a marzo 2025 era inferiore dell’1,8% rispetto a un anno prima e risulta in calo da oltre due anni». Quando al deficit di bilancio, è sceso al 3,4% del pil nel 2024 (0,4 punti percentuali in meno di quanto il governo aveva preventivato) e si prevede che cali al 3,1% del pil nel 2025 e al 2,8% nel 2026, in linea con il piano di bilancio strutturale a medio termine presentato alla Commissione europea. Anche il debito dovrebbe scendere dal 135,3% del 2024 al 135% nel 2025 e al 134,5% nel 2026.
La crescita Usa rallenterà significativamente
Si indebolisce la prima economia al mondo. Per gli Stati Uniti gli esperti stimano che il pil rallenterà significativamente: dal 2,8% del 2024 la crescita si attesterà all’1,6% quest’anno, invece che al 2,2% come precedentemente previsto. Per il prossimo anno l’economia più grande al mondo dovrebbe invece crescere fino all’1,5%. Oltre alla guerra commerciale, «un’ulteriore contrazione dell’immigrazione netta e una riduzione del numero di dipendenti del governo federale dovrebbero indebolire la crescita» spiega l’Ocse, riferendosi alle politiche attuate dal presidente Trump. (riproduzione riservata)
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