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La certificazione della parità di genere, introdotta nel quadro del Pnrr, rappresenta oggi non solo un riconoscimento formale dell’impegno aziendale verso l’uguaglianza, ma anche un fattore premiante: le imprese che ne sono in possesso possono infatti accedere a incentivi fiscali e punteggi premianti nei bandi pubblici, e rafforzare al contempo la propria reputazione e attrattività sul mercato del lavoro. A oggi in Italia (fonte accredia.it), sono oltre 34mila le imprese certificate a livello nazionale per la parità di genere, di cui circa 659 in Fvg (318 quelle che l’hanno ottenuta fra gennaio 2024 e gennaio 2025). Per questo la Camera di Commercio di Pordenone-Udine, in collaborazione con il suo Comitato per l’Imprenditoria Femminile presieduto da Renata Lirussi, ha promosso un incontro pubblico per sensibilizzare le imprese sulla questione e presentare un percorso formativo studiato appositamente per promuove fra le aziende l’avvio di processi di certificazione, sempre più strategici per il loro sviluppo sostenibile e competitivo.
L’appuntamento, questo pomeriggio (martedì 3 giugno) in Sala Gianni Bravo, è stato aperto dalla vicedirettrice di Tef, consortile della Cciaa, Barbara Nicoletti, che portando il saluto del presidente dell’ente camerale ha evidenziato come «la proposta del Comitato imprenditoria femminile di lavorare su questo tema per le imprese del territorio è stato subito sostenuto dalla Camera di Commercio». E proprio la presidente del Comitato Lirussi ha poi spiegato ciò che ha spinto l’organismo camerale, che riunisce una ventina di imprenditrici di tutti i settori economici dei territori di Pordenone e Udine, a mettere i ferri in acqua «per sensibilizzare le imprese sull’importanza della certificazione di genere – ha detto –, che ha un approccio realmente trasformativo dell’ambiente di lavoro, in grado di portare vantaggi da tutti i punti di vista». La presidente, ribadendo il forte impegno del Comitato nel promuovere la cultura imprenditoriale e del lavoro delle donne, come fattori basilari di autonomia, realizzazione ed empowerment femminile, indicativi dello sviluppo di una società più equa e inclusiva, positivamente competitiva e sana, ha ricordato idue appuntamenti di giugno e luglio della formazioneideata. «Il primo incontro – ha detto Lirussi, sarà lunedì 30 giugno alle 14 e si parlerà diffusamente di vantaggi e benefici della certificazione e degli obiettivi di sviluppo. Da questo primo incontro, le imprese partecipanti usciranno con un’approfondita “autodiagnosi” guidata, che le aiuterà a pianificare correttamente i successivi step». Il secondo incontro della formazione organizzata dalla Cciaa sarà il 14 luglio, sempre alla stessa ora e sempre nella sede camerale udinese. «Nel secondo appuntamento –ha poi spiegato Jacopo Pezzetta di Eupragma, esperto che condurrà le lezioni – andremo a costruire l’azione inmodo operativo:con un piano strategico, un manuale di gestione, con la condivisione delle strategie e la definizione della road map di ciascuna impresa».
All’incontro è intervenuta anche l’avvocato giuslavorista Claudia Ogriseg. Due imprese già certificate, come Venica&Venica (presenteOrnella Venica) e Idealservice (presente la responsabile marketing Camilla Sardos Albertini), esempio concreto di buone pratiche, hanno portato infine la loro testimonianza, aiutando gli imprenditori presenti a farsi un’idea concreta del percorso e dei suoi vantaggi, su cui il Comitato imprenditoria femminile opererà anche in futuro nel prosieguo dell’anno.
Con 21.791 imprese femminili, ossia un valore pari al 22,5% del totale delle 97.001 imprese registrate, il Fvg si colloca leggermente al di sopra della media italiana (22,2%) per numero di imprese femminili. I valori di Veneto (20,6%) e Trentino Alto Adige (18,4%) sono invece inferiori a quelli medi italiani.
A livello di ruoli esecutivi detenuti nelle società di capitali, come evidenzia l’analisi del Centro Studi Cciaa Pn-Ud, le donne al 31 dicembre 2024 ne possiedono 32.676, di cui il 52,3% come socio o socio di capitale, il 37,8% come amministratore e il 9,9% in altre cariche. I ruoli esecutivi posseduti da donne sono in lievissima crescita (+0,5% rispetto al 2023).
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