Tutto come previsto: Apple ha depositato un ricorso contro le decisioni dell’Europa in tema di interoperabilità tra sistemi e dispositivi. Un tema, questo, decisamente spinoso e forse ancora più delicato delle commissioni legate agli App Store: a marzo l’Europa ha chiesto infatti ad Apple di aprire molte delle sue tecnologie per permettere ai concorrenti di realizzare prodotti che potessero sfruttare quello che è da sempre il vero punto di forza dell’azienda di Cupertino, uno degli ingredienti della ricetta del successo: la perfetta integrazione tra hardware e software.
L’interoperabilità è sempre stata, fin dal principio, uno dei punti cardine del Digital Market Act ma Apple inizialmente pensava di poter gestire le richieste singolarmente, decidendo lei quali potevano essere accettate e quali invece respinte per motivi che possono andare dalla difficoltà di implementazione alla sicurezza o alla privacy. L’Unione Europa, dopo aver raccolto in una consultazione pubblica le proteste di molte aziende alle quali Apple ha negato l’interoperabilità, ha deciso così di prendere in mano la situazione stilando quelle che sarebbero state le aree di interoperabilità sulle quali Apple avrebbe dovuto intervenire per scongiurare una seconda multa. La prima, da 500 milioni, è già arrivata.
Apple aveva già definito le richieste dell’UE non solo ingiuste, sarebbero studiate per colpire una sola azienda, ma anche imperfette per i rischi legati alla sicurezza e alla privacy di alcune richieste specifiche.
“In Apple, progettiamo la nostra tecnologia affinché funzioni in modo integrato, così da offrire quell’esperienza unica che i nostri utenti amano e si aspettano dai nostri prodotti. I requisiti di interoperabilità imposti dall’UE minacciano questa base, creando al contempo un processo irragionevole, costoso e che soffoca l’innovazione” ha dichiarato un portavoce dell’azienda americana. “Questi requisiti consegnerebbero inoltre a società affamate di dati informazioni sensibili, esponendo i nostri utenti europei a enormi rischi per la privacy e la sicurezza. Alcune aziende hanno già richiesto i dati più sensibili dei nostri utenti — dal contenuto delle notifiche alla cronologia completa di tutte le reti WiFi memorizzate sul dispositivo — ottenendo così accesso a informazioni personali che nemmeno Apple può vedere. Alla fine, queste regole profondamente imperfette, che prendono di mira solo Apple — e nessun’altra azienda — limiteranno gravemente la nostra capacità di offrire prodotti e funzionalità innovative in Europa, portando a un’esperienza utente inferiore per i nostri clienti europei. Stiamo facendo ricorso contro queste decisioni per conto loro e per preservare l’esperienza di alta qualità che i nostri clienti europei si aspettano.”
Come abbiamo scritto a marzo, quando abbiamo parlato della questione, ci troviamo davanti ad un ambito delicato che in alcuni suoi aspetti coinvolge sicuramente privacy e sicurezza ma in altri rischia di ridurre la competitività di Apple permettendo ai concorrenti di creare prodotti sempre più simili.
L’Europa obbliga Apple ad aprire l’iPhone ai prodotti della concorrenza. Dura replica: “Costretti a regalare le nostre tecnologie gratuitamente”
Apple aveva già detto chiaramente a marzo che le aziende dovrebbero competere per progettare la migliore tecnologia per i consumatori e dovrebbero avere il diritto di trarre beneficio dalle innovazioni ottenute con fatica, senza essere costrette a consegnarle ai concorrenti affinché le copino gratuitamente.
Secondo l’azienda, in base alle disposizioni della Commissione Europea, sarebbero costretti a consegnare le innovazioni — fin dal primo giorno — a imprese che, in alcuni casi, hanno fatto del copiare Apple il loro unico modello di business.
Su questo punto l’azienda americana non ha tutti i torti: negli ultimi anni abbiamo visto decine di smartwatch e di auricolari che sembrano la copia perfetta dei prodotti Apple e solo il software deficitario e poco integrato permette di distinguerli, ma ora secondo le norme per l’interoperabilità viene chiesto di aiutare non solo i concorrenti, ma anche chi prova a vendere “cloni” ad un prezzo più basso.
Ci sono tuttavia punti dove servirebbe una maggiore flessibilità: la commutazione automatica dell’audio tra dispositivi connessi oggi non funziona se non sono connessi prodotti Apple, ed è difficile vedere un problema di sicurezza o privacy. Come la possibilità di inviare o ascoltare messaggi vocali al polso: non sappiamo quali possano essere le problematiche, ma non vediamo grosse implicazioni a livello di privacy o sicurezza.
Inutile dire che l’implementazione delle varie soluzioni e le loro tempistiche sono legate all’esito del ricorso.
Qui sotto, per comodità, inseriamo quelle che dovevano essere le date limite per l’implementazione delle varie funzioni. A questo punto potrebbero slittare di mesi.
Funzione |
Scadenza finale |
---|---|
Notifiche iOS |
1 giugno 2026 |
Wi-Fi Aware 5.0 |
max 9 mesi dopo standard |
Accoppiamento prossimità |
1 giugno 2026 |
Esecuzione background |
fine 2026 |
File transfer corto raggio |
fine 2026 |
Connessione Wi-Fi automatica |
1 giugno 2026 |
Media casting |
fine 2026 |
Audio switching (completo) |
1 giugno 2027 |
NFC lettore/scrittore |
fine 2025 |
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