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Basilicata, Iscot e CallMat verso la chiusura: a rischio 469 posti di lavoro


Da Melfi a Potenza passando per Matera si profila un autunno caldissimo per le vertenze che non riescono a trovare uno sbocco ma che, al contrario, potrebbero entrare in un vicolo cieco con la mannaia del 30 settembre quando per centinaia di lavoratori scadrĂ  il termine che consente di usufruire di ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione ai contratti di solidarietĂ 

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Strada in salita, dle resto, come dimostrano le vertenze Iscot e CallMat. Per la Iscot è sul tavolo dle ministero (ma non solo) dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Cupparo, che ha chiesto l’impegno a garantire la continuità occupazionale per tutti i 110 lavoratori Iscot (Cantieri Stellantis Melfi). Nel recente incontro tenuto con le parti sociali l’Assessore ha riferito che in occasione della visita allo stabilimento Stellantis di Melfi «ha incontrato il direttore dello stabilimento ing. Nicola Intrevado e altri dirigenti dai quali ha avuto notizia che il rinnovo della gara di appalto dei servizi è fissato al 30 settembre prossimo e che c’è la volontà del Gruppo di tenere conto dell’attuale situazione occupazionale nell’ambito dei servizi». «Si tratta pertanto – ha detto Cupparo – di gestire nel modo migliore questa fase in previsione della ripresa della produzione con le nuove auto a partire proprio dal prossimo settembre tra le quali la nuova Jeep Compass nelle tre varianti: full electric, ibrida e mild hybrid, in anticipo rispetto al piano Italia, con Melfi primo stabilimento a dare il via alla produzione di questo modello strategico per il rilancio dell’automotive.»

Per questo l’assessore ha rinnovato la richiesta ai rappresentanti Iscot di non dar corso al trasferimento di personale considerato in esubero specie – ha detto – per i lavoratori con contratto di solo 25 ore settimanali che sono stati destinati ad altri cantieri Iscot lontani sino a 250 km da Melfi. Per Cupparo questa vertenza come tutte le altre dell’indotto e dei servizi Stellantis «è la riprova della rilevanza del comparto automotive per l’occupazione diretta ed indotta per la nostra regione e quindi necessita di iniziative ed interventi anche da parte del Mimit. Su un aspetto non sono disponibile a recedere: non si possono mandare a lavorare operai con 700 mila euro al mese in stabilimenti di località del centro-nord che richiedono spese impossibili da sostenere.»

Situazione drammatica al momento anche per la Callmat dopo la riunione interlocutoria a Roma nella sede del Ministero delle Imprese. A conclusione della riunione si è appreso che TIM garantirà gli attuali volumi produttivi nel call center di Matera fino al prossimo 30 settembre, in attesa di una nuova riunione che si terrà al Mimit il 23 giugno prossimo per esaminare le proposte della Regione Basilicata che punta ad attivare un progetto di digitalizzazione pluriennale per il ricollocamento dei lavoratori. Attualmente nella sede di Matera dell’azienda sono impiegati 359 lavoratori. Anche in questo caso ’assessore Cupparo ha ribadito «la volontà di individuare ogni soluzione utile per dare un futuro ai lavoratori, ribadendo che il progetto di digitalizzazione sarà finanziato dalla Regione ma che richiede uno specifico impegno finanziario anche del Governo nazionale.»



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