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Cremona esporta sapere: Zafit modello di sviluppo


CREMONA –  Cremona guarda lontano, ma tenendo i piedi ben saldi nella propria terra. E lo fa come capofila di Zafit, ambizioso progetto di cooperazione internazionale per lo sviluppo agro-zootecnico sostenibile in Tunisia, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo che ha il sapore, e il potere, del latte. Una sfida da quasi due milioni di euro che coinvolge una rete di istituzioni, università, enti di ricerca e associazioni pronta a mettere a disposizione il meglio del saper fare cremonese per far crescere, nella regione tunisina di Siliana, una filiera lattiero-casearia moderna, inclusiva e resiliente.

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Non solo un aiuto allo sviluppo, ma un’opportunità strategica anche per il sistema locale, come spiega Cesare Soldi, presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi: «Il progetto Zafit rappresenta un’opportunità concreta per mettere a frutto l’esperienza maturata nel nostro territorio a beneficio dello sviluppo agro-zootecnico in Tunisia e avviare così una proficua collaborazione. Come Libera siamo orgogliosi di contribuire alla crescita di una filiera sostenibile, mettendo a disposizione le nostre competenze in tema di governance associativa, formazione e assistenza tecnica. Fare rete e sistema, a livello locale e internazionale, porta buoni frutti anche per Cremona, rafforzando la nostra vocazione all’innovazione e alla cooperazione. Il dialogo tra agricoltura cremonese e realtà tunisine è un esempio virtuoso di sviluppo condiviso, fondato su valori comuni di sostenibilità, inclusione e crescita».

Zafit si distingue anche per la sua forte impronta sociale, in particolare sul fronte dell’imprenditoria femminile e giovanile, grazie al contributo della provincia cremonese, la prima in Italia ad aver ottenuto il riconoscimento di ‘Provincia delle Donne’.

«La Provincia di Cremona continua a sostenere con convinzione progetti che valorizzano le eccellenze agroalimentari del nostro territorio e favoriscono l’integrazione tra innovazione, ricerca e sviluppo locale – spiega il presidente, Roberto Mariani –. La partecipazione all’iniziativa Zafit conferma il nostro impegno nel creare sinergie concrete non solo a livello locale, ma anche in una dimensione internazionale, offrendo il contributo della nostra esperienza sulle pari opportunità e nel contrasto alle discriminazioni. In particolare, come prima Provincia delle donne in Italia mettiamo a disposizione un patrimonio di buone pratiche e di iniziative consolidate che intendiamo condividere anche in questa occasione. È un’opportunità importante per rafforzare il sistema territoriale cremonese e generare valore attraverso il dialogo tra istituzioni, imprese e comunità».

Non è un caso, dunque, che la candidatura al bando Promossi 2023 sia nata proprio all’interno di questo percorso integrato. L’adesione della Provincia è stata valutata come elemento qualificante per il ruolo svolto nel coordinamento delle politiche di pari opportunità, attraverso la Consigliera di Parità e il Comitato Unico di Garanzia.

A sottolineare la visione sistemica del progetto è anche Matteo Bianchi, vicesegretario generale di Anci Lombardia: «Il progetto lo valutiamo come un’opportunità per il sistema dei Comuni lombardi, ancor di più perché tocca il tema dell’agricoltura. Abbiamo sempre detto che la Lombardia non è solo l’area metropolitana di Milano, ma una realtà policentrica, geograficamente ed economicamente: anche il Cremonese, con il suo core business agricolo, tiene in piedi tutta la regione. Un altro aspetto fondamentale è che i Comuni devono farsi parte attiva e partecipare a una filiera che è, a tutti gli effetti, una filiera dello sviluppo territoriale. Oggi c’è una comunione di intenti tra pubblico e privato. Infine, il punto forse più difficile da comprendere ma più importante: quando parliamo di cooperazione internazionale promossa dagli enti locali, qualcuno potrebbe chiedersi perché spendere risorse per progetti in Tunisia. La risposta è che la diplomazia italiana non è fatta solo dalla Farnesina, ma anche dalle reti multilivello: parlamentare, industriale, culturale e locale. I Comuni virtuosi come Cremona fanno parte di questo sistema. Sviluppare un Paese terzo oggi significa anche posizionare il sistema economico italiano e cremonese nel mondo, non più in ottica coloniale, ma in chiave di cooperazione e crescita condivisa».

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Tra i partner, CremonaFiere punta a dare all’iniziativa una forte visibilità internazionale. Il direttore generale, Massimo De Bellis, spiega: «Abbiamo partecipato al progetto sin dalla sua fase embrionale, perché questa è la nostra visione di fiera: professionale, specializzata e al servizio del territorio. Le grandi fiere delle metropoli spesso puntano solo sui numeri; noi invece dobbiamo puntare sull’alta specializzazione. Zafit rientra a pieno titolo nella strategia di internazionalizzazione di CremonaFiere. Non si tratta solo di portare operatori qui, ma di aiutare il nostro modello zootecnico a dialogare con i mercati esteri, come quello tunisino. I territori coinvolti devono capire come funziona il nostro sistema produttivo e per questo è fondamentale lavorare in rete con associazioni, università e centri di ricerca. Vogliamo offrire soluzioni complete e immediate, valorizzando ogni metro quadrato di Fiera e portandone i benefici su tutto il territorio».

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A fare da cornice al progetto, la forza simbolica della filiera lattiero-casearia, che da Cremona arriva fino al Maghreb con un carico di innovazione, formazione e futuro. Lo sottolinea Giuliano Manzoni, presidente della Sezione Latte della Libera: «Il latte genera le fondamenta del benessere economico e sociale. Libera, partner di Zafit, saprà dimostrarlo».

E del resto, il valore del progetto Zafit non sta solo nei suoi obiettivi concreti, ma anche nella capacità di attivare e mettere in rete competenze, attori e visioni. Un aspetto che per Nicolò Dossena, managing director del Crit di Cremona, è centrale. «Zafit è interessante perché coinvolge stakeholder reali del territorio. Non è un’iniziativa calata dall’alto, ma una rete operativa che costruisce relazioni utili anche per progetti futuri. Mette in luce le realtà attive del territorio e dà visibilità al know-how cremonese in un contesto internazionale. È un’occasione per rafforzare la nostra presenza all’estero, mostrando come sappiamo lavorare e innovare».

Il contributo del CRIT è focalizzato su un ambito chiave: la digitalizzazione: «Nel 2025, parlare di agricoltura senza parlare di tecnologia non ha più senso. Anche l’agritech ha bisogno di strumenti digitali, e noi siamo qui per questo».

L’obiettivo: creare una piattaforma digitale capace di raccontare, monitorare e strutturare il progetto, facilitando sia la comunicazione sia la tracciabilità dei risultati: «Ci occuperemo dello sviluppo di un portale web che fungerà da hub informativo: documenterà le attività, offrirà strumenti di monitoraggio e permetterà di raccontare tutto il percorso in modo trasparente e accessibile».

Non solo: il Crit sarà anche coinvolto nella parte formativa, per aiutare a trasmettere competenze digitali agli operatori della filiera tunisina.

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I RIFLETTORI SI ACCENDONO SU UN COMPARTO CRUCIALE

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Latte, istituita nel 2001 dalla Fao. E non è solo una celebrazione, ma un’opportunità per accendere i riflettori su un comparto cruciale della filiera agroalimentare globale: lo è perché, da una parte, si valorizzano i benefici del latte e dei suoi derivati, ricchi di calcio, proteine, vitamine e sali minerali, alleati preziosi per tutte le età, dalla crescita dei bambini al mantenimento della salute negli anziani; e dall’altra, perché si rilancia l’attenzione verso le sfide della sicurezza alimentare, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove garantire l’accesso quotidiano a fonti proteiche sicure resta un obiettivo ancora lontano.

Ma il latte oggi è anche sostenibilità, innovazione, benessere animale e nuove tecnologie. Un tema che riguarda da vicino anche il nostro territorio: in provincia di Cremona, la zootecnia da latte è una delle colonne portanti dell’economia agricola, con aziende all’avanguardia nella qualità della produzione e nella riduzione dell’impatto ambientale.
E Cremona ne è, non meno che della liuteria, capitale. Zafit insegna.





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