Il sogno americano, quello, in realtà, sognato dall’Europa, è finito. Il secondo mandato di Trump alla presidenza Usa ha imposto al Vecchio Continente un brusco risveglio su questioni a lungo demandate allo storico alleato, che oggi offre come unica certezza il non essere più prevedibile e dunque affidabile. Ecco l’analisi del Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz tenutosi nell’ambito de Linkontro Nielsen 2025 di recente in Sardegna.
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A discutere lo scenario attuale nell’ambito di Linkontro Nielsen 2025 è stato il premio Nobel all’Economia Joseph Stiglitz, che nel suo ultimo libro The Road to Freedom: Economics and the Good Society (2024) critica nettamente il neoliberismo classico, indicandolo come causa di crisi ricorrenti e proponendo invece una forma di «capitalismo progressista» in cui Stato, imprese e società civile collaborano per garantire libertà, equità e sostenibilità, con regolamentazioni intelligenti per proteggere le persone senza soffocare l’innovazione.
Non a caso sul tema «Linkontro siamo noi, con i nostri valori e le nostre passioni»: Samantha Rovatti, Global Events Director di NIQ, ha aperto i lavori del primo dei tre convegni de Linkontro 2025, quello dedicato agli Scenari. Insieme ai 40 anni dell’evento, si è celebra quest’anno anche il sessantesimo anniversario di Centromarca: sul palco il Direttore Generale Vittorio Cino, che ha illustrato il lavoro svolto dall’associazione e la sua affinità ai temi de Linkontro.
Tutta l’attenzione l’ha poi attirata, nel suo intervento, in collegamento “La strada per la libertà”, il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, che ha affrontato il tema delle guerre commerciali e della transizione economica che stiamo vivendo: «La nostra destinazione – ha detto Joseph Stiglitz – dovrebbe essere la green economy, ma Trump sta andando in tutt’altra direzione. Il suo obiettivo è portare gli USA a essere la principale potenza economica. Gli effetti peggiori saranno proprio negli Stati Uniti che usciranno perdenti da questa “guerra”. L’Europa deve continuare a collaborare per non uscire a sua volta perdente. Penso che il mondo oggi sia su un roller coaster ed è opportuno allacciare le cinture».
Andrea Cabrini, Editor in Chief di CNBC ha poi conversato con Vittorio Emanuele Parsi, Professore Ordinario dell’Università Cattolica di Milano e Greta Cristini, Reporter e Scrittrice, sul tema “Una nuova configurazione del mondo”, partendo da un’analisi dei primi mesi del secondo mandato di Donald Trump e osservando l’attuale situazione geopolitica.
«Dal dopoguerra in poi non c’è stato un momento simile a questo nei rapporti con gli USA e con le guerre in atto: questo inevitabilmente impatta anche sui consumi – ha affermato Parsi -. Queste condizioni sono ostili al mondo che ci siamo costruiti nel dopoguerra. Oggi il centro dell’Occidente culturalmente e politicamente è proprio l’Europa, perché è il luogo in cui la democrazia è più tutelata, e questo lo dobbiamo difendere. È il momento di investire per evitare di trovarci domani in una situazione peggiore».
Nell’ultimo slot del convegno, “Attraverso il tempo – Racconti, immagini, voci”, si sono confrontati Mario Calabresi, CEO ed Editor in Chief di Chora Media e CEO di Will Media e Luca Bizzarri, attore e scrittore: ospite a sorpresa il tennista Adriano Panatta. Calabresi ha esordito infatti ripercorrendo la storia de Linkontro, nato come torneo di tennis tra produttori e distributori, con l’idea che lo sport potesse cementare amicizie e risolvere inimicizie. «Alla prima edizione al Forte Village era presente Nicola Pietrangeli. E la conduttrice quell’anno era Licia Colò: nacque un grande amore che durò sette anni» ha raccontato Calabresi.
Tra ricordi del passato e immagini del presente, Calabresi e Bizzarri hanno divagato su temi diversi che riguardano la società: dalla politica, alla scuola, dallo sport alla famiglia, concludendo così la prima giornata di lavori.
Intanto le parole di Joseph Stiglitz hanno fatto capolino tra i presenti. «Trump non capisce l’economia. La sua concezione di cosa sia una buona politica economica e di cosa possa portare a raggiungere è semplicemente sbagliata. Il motivo per cui gli Stati Uniti hanno un grande deficit commerciale non è, come lui dà ad intendere, il trattamento che ci riservano gli altri Paesi, ma i macro-squilibri economici interni, uno su tutti il risparmio nazionale inferiore agli investimenti domestici. Quello che Trump sta definendo a livello commerciale (ma non solo) è un nuovo mondo dove crollano pilastri dei rapporti internazionali validi da quasi un secolo», ha sottolineato Stiglitz. Ne è un esempio, secondo il Nobel, il recente accordo bilaterale sui veicoli stretto con il Regno Unito, che viola il principio della Most Favoured Nation (MFN). volto a garantire che ogni vantaggio tariffario o regolatorio concesso a un Paese sia esteso in modo non discriminante a tutti i partner, per non alterare gli equilibri di sistema e compromettere la credibilità multilaterale, innescando un’ondata di accordi che frammentano e complicano il mercato globale. Per quanto riguarda invece la nuova intesa commerciale Usa-Cina, si tratta di “una vittoria di facciata”, perché era il Paese asiatico ad avere “tutte le carte in mano” (si è parlato in questo caso di ”game of chicken” perso dagli Stati Uniti, il gioco dove due conducenti corrono l’uno verso l’altro su un ponte a senso unico e chi sterza per primo perde e viene chiamato pollo – in italiano si direbbe “coniglio”).
«Eravamo – a dire di Stiglitz – tra i grandi vincitori nel tipo di mondo che abbiamo aiutato a creare e ora risentiremo di questo cambio di regole. A subire i peggiori effetti di questa errata visione di Trump saranno proprio gli Stati Uniti, che con buona probabilità affronteranno una stagflazione. E mentre noi rallenteremo spero che il resto del mondo sarà capace di andare avanti e cooperare su scala globale, verso un’economia digitale e verde. Quando Mario Draghi suggerisce all’Europa di investire in modo massiccio in tecnologie e difesa comuni ha ragione. Oggi gli Usa hanno messo in chiaro che l’Europa non può dipendere da loro, ma questo significa anche poter rifare le regole del gioco, compreso nei rapporti con gli altri Paesi. Riceverete un’enorme pressione a non fare niente rispetto alla lotta climatica, al non regolare i social e l’intelligenza artificiale, ma dovete resistere e tracciare il vostro percorso in autonomia, puntare su una politica fiscale espansiva. L’Italia, con le sue aree di forza tecnologica e il suo grande capitale umano, ne sarà un’enorme beneficiaria», ha concluso Joseph Stiglitz.
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