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Fondi GAL Sibaritide la rivolta dei sindaci. I sospetti della regia occulta


AMENDOLARA L’apparente quiete istituzionale tra i sindaci della Sibaritide-Pollino, accomunati da un “volemose bene” dettato più dalle difficoltà gigantesche che si vivono in questo territorio che non da una reale unità d’intenti (e vi diremo perché), potrebbe essere scossa – a breve – da un vero e proprio ciclone politico. Nell’occhio ci sono i finanziamenti europei del Piano di Azione Locale (PAL) 2014-2022 elargiti GAL Sibaritide, che nell’ultima programmazione ha messo a terra ben 14 milioni di euro suddivisi in uno “spezzatino” composto da ben 192 progetti finalizzati perlopiù alla promozione e allo sviluppo turistico, agricolo e artigianale del territorio.

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Sarebbe logico pensare che – vista la mole esorbitante di progetti – siano state finanziate almeno un paio di idee per ognuno dei 36 comuni che compongono il Gruppo di Azione locale della Calabria del nord-est. Niente affatto. E questo ha, in realtà, fatto storcere il muso ad alcuni sindaci che si sono trovati fuori dai bandi e che oggi gettano ombre su procedure e trasparenza, alimentando sospetti che dietro all’elargizione delle risorse ci siano state manovre politiche e istituzionali.

La richiesta di Accesso agli Atti per il Bando “Sibaritide Accogliente”

A riprova che ci sia qualcosa che non va e che si possano essere innescate manovre politiche c’è il sospetto di ben 4 sindaci (non tanti rispetto ai 36) che hanno in comune uno “stigma”: essere schierati politicamente tutti dalla stessa parte e, quindi, nell’area di centrosinistra. Si riferiamo a sindaci di Trebisacce, Franco Mundo; di Rocca Imperiale, Giuseppe Ranù; di Paludi, Domenico Paldino; e di Caloveto Umberto Mazza.

Questi quattro primi cittadini hanno chiesto di vederci chiaro e lo hanno fatto impugnando carta e penna e scrivendo direttamente alla Direzione del GAL della Sibaritide.

Con una prima nota, datata 4 marzo 2025 e congiuntamente firmata, i Sindaci di Trebisacce e Rocca Imperiale (che hanno scoperchiato il pentolone), hanno presentato una richiesta di accesso agli atti puntuale. L’oggetto è il bando del Programma di Azione Locale (PAL) 2014-2022, Misura 19, Intervento 19.2, intitolato “Sostegno all’esecuzione degli interventi nell’ambito delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo”, con particolare riferimento alla “Segnaletica connessa in accurate abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento degli accessi ai principali siti di interesse e di pregio nel territorio della Sibaritide”.

Mundo e Ranù chiedono di visionare, in virtù della legge sulla trasparenza (d.lgs. n. 33/2013 e successive modifiche), l’elenco dei Comuni partecipanti all’adesione preliminare, l’atto di nomina della Commissione di valutazione progetti e i relativi nomi, nonché le ricevute di integrazioni progettuali richieste e acquisite. Una richiesta che, sebbene legittima, sottintende la necessità di fare chiarezza su un processo che evidentemente non appare limpido agli occhi dei richiedenti.

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Chiesto anche l’annullamento del Bando “Colori e Profumi”

Ancor più clamorosa è la seconda comunicazione, datata 27 maggio 2025, dove entrano in scena anche i sindaci di Paludi e Caloveto, Baldino e Mazza. Questa volta sono in quattro a scrivere e l’oggetto è inequivocabile: una Richiesta di annullamento Avviso, relativo alla Misura 19.3 – Progetto di Cooperazione “Filiere Corte e Mercati Locali” – Organizzazione eventi denominati “Colori e Profumi della tradizione enogastronomica della Sibaritide”.

Il perché di questa istanza è presto detto. Tra le righe della nota, infatti, i quattro Sindaci motivano la loro richiesta sostenendo che l’avviso pubblico sarebbe avvenuto «senza previa pre-informazione dell’avviso». Un vizio di forma che, se confermato, potrebbe invalidare l’intero processo di selezione, il quale, si legge, sarebbe dovuto avvenire «a sportello sino ad esaurimento del finanziamento».

Ora questi due episodi, avvenuti a poca distanza temporale l’uno dall’altro, possono far sorgere qualche interrogativo, alimentando la percezione che qualche meccanismo all’interno del Gal della Sibaritide si sia inceppato. Certo, stiamo parlando di soli 4 sindaci a fronte di altri 32 che, invece, sembrano essere felicissimi di come sia evoluta la vicenda dei Piani PAL. Però l’azione di forza messa in campo da sindaci idealmente vicini e con la stessa ispirazione politica, incute a pensare che dietro alla “distribuzione” delle risorse possa esserci una strategia coordinata. Le accuse di mancanza di trasparenza e di vizi di forma, se fondate, si configurerebbero accuse gravi e meriterebbero un’indagine approfondita. Che ci sia una regia coordinata per il controllo dei finanziamenti europei? Speriamo di no ma è giusto – alla luce delle sgomitate di questi quattro sindaci – fare chiarezza. Soprattutto perché qui si vive in un territorio che fatica a uscire da una crisi economica cronica e stratificata e i fondi comunitari rappresentano una risorsa vitale per lo sviluppo locale.





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