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Sfide e opportunità della space economy in Italia. Intervista al Direttore Generale dell’ASI


L’Agenzia Spaziale Italiana si occupa di tante attività, e di fronte a uno scenario spaziale in forte cambiamento, le sfide, ma anche le opportunità da cogliere sono molte. Dal 20 al 22 maggio siamo stati ad una fiera industriale che ogni anno si svolge a Venezia, interamente dedicata alle tematiche spaziali.

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Si chiama Space Meetings Veneto, e lì abbiamo avuto modo di incontrare Luca Vincenzo Maria Salamone, Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Italiana. Gli abbiamo posto allora alcune domande, per riflettere proprio su queste sfide e opportunità che si stanno creando nel settore spaziale.

Lei ha una formazione molto trasversale, che va dalla parte giuridico-amministrativa a quella tecnico-operativa, una carriera nelle Forze Armate e una lunga e significativa esperienza nei meccanismi della pubblica amministrazione. In che modo queste competenze convergono nella gestione operativa di un’Agenzia scientifica come l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI)?

Sicuramente l’esperienza nella direzione di strutture complesse mi è stata particolarmente utile, soprattutto all’inizio del mio mandato: riuscire ad avere chiari sin da subito gli obiettivi da raggiungere e individuare immediatamente i punti di forza e di debolezza della struttura organizzativa dell’Agenzia sono competenze che ho acquisito nel corso della mia lunga esperienza professionale al servizio delle Istituzioni.

Prima di rispondere alla seconda parte della domanda, mi consenta di tornare sulla definizione dell’ASI come “Agenzia scientifica”. In realtà potremmo dire che oggi l’ASI, che come giustamente da lei rilevato è certamente elencata tra gli Enti di ricerca, è sempre più un’Agenzia governativa che pur conservando un’anima da Ente di ricerca deve confrontarsi con un settore in continua evoluzione, non solo dal punto di vista tecnologico, ma soprattutto operativo ed economico.

Ciò è ancora più evidente se consideriamo le diverse sfide (scientifiche, tecniche e operative) che sono chiamate ad affrontare le Agenzie spaziali di tutto il mondo e il valore complessivo della “space economy” nazionale. Questo ha costretto tutti (e quindi anche l’Agenzia) a un cambio di passo e di prospettiva, soprattutto in vista del prossimo avvento della legge Spazio, che attribuirà all’Agenzia nuove e rilevanti funzioni.

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In questo contesto, avere già in mente un’organizzazione efficiente, con ruoli ben definiti e regole chiare per ogni tipo di attività, consente di velocizzare i processi, rendere più efficace l’azione amministrativa e responsabilizzare i diversi operatori.

Durante il suo intervento a Space Meetings Veneto ha parlato del ruolo dell’ASI in vista della riunione ministeriale del 2025. Quali strumenti l’ASI intende mettere in campo per aiutare le aziende ad affrontare le sfide sistemiche del settore?

Il primo pensiero va alla legge Spazio, oggi in discussione al Senato e già approvata dalla Camera, che punta a rafforzare l’ecosistema spaziale italiano, promuovendo l’innovazione e le start-up tecnologiche. Con questo nuovo quadro normativo (introdotto per la prima volta in Italia) avremo non soltanto un sistema di norme che regolamenteranno le attività spaziali ma, in particolare, per tornare alla sua domanda, un fondo per start-up e PMI volto a sostenere lo sviluppo di tecnologie innovative e infrastrutture legate all’industria spaziale, con finanziamenti e incentivi per progetti di ricerca e sviluppo.

L’ASI, e prima ancora il Governo italiano, stanno mettendo in campo ingenti risorse finanziarie per consentire al nostro Paese e alle aziende italiane di mantenere quella leadership internazionale che nel tempo siamo riusciti a costruire.

In tal senso, nell’ambito dell’impatto positivo che l’ampliamento delle infrastrutture spaziali potrebbe avere sull’economia globale stimato dall’ultimo report del “The World Economic Forum” in circa 1.800 miliardi di dollari entro il 2025, per conservare questa posizione, lo sforzo finanziario è sicuramente necessario, trattandosi di un settore ad altissima tecnologia, con costi elevati e fortissima concorrenza. In tal senso, mi lasci tra l’altro ricordare le ampie ricadute che gli investimenti nel settore spaziale hanno sulla vita quotidiana di tutti noi cittadini.

Al giorno d’oggi, le nostre aziende competono con le migliori realtà europee, asiatiche, americane: è quindi necessario disporre di programmi all’avanguardia, che non solo migliorino la qualità dei servizi e, di conseguenza, la vita dei cittadini, ma che consentano anche di fare ricerca, innovare, attrarre talenti e creare occupazione. Da questo punto di vista, ho voluto evidenziare anche il grande sforzo che l’ASI sta compiendo in vista della prossima riunione ministeriale dell’ESA, prevista per novembre 2025, durante la quale saranno discussi i progetti futuri e le risorse da allocare, basandosi sulla “ESA Strategy 2040”.

Qual è il ruolo dell’ASI per poter sostenere e incrementare lo sviluppo di piccole e medie imprese, soprattutto start-up innovative, che possono nascere dalle nuove applicazioni derivanti dai dati spaziali?

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L’ASI è al centro di un delicato ecosistema che si sta progressivamente ampliando. Disponiamo di tecnologie che devono trovare un’applicazione commerciale, e in questo le start-up rappresentano una componente fondamentale. Le sosteniamo attraverso programmi ad hoc, con i quali vengono selezionati e finanziati progetti che possono trovare, ad esempio, uno sviluppo in missioni spaziali.

Supportare le aziende, soprattutto le PMI, nello sviluppo di servizi downstream (che possano trovare applicazione nelle attività quotidiane) non è più solo un’ambizione, ma una necessità e, di fatto, una realtà. Basti pensare a ciò che sarà possibile fare con la messa in orbita della costellazione IRIDE, assegnata all’ASI circa un anno fa dal Governo italiano.

L’ASI è coinvolta in numerose missioni e programmi internazionali. Quali sono oggi le principali attività operative e scientifiche a cui partecipa l’Italia attraverso l’Agenzia?

Come ho appena accennato, la costellazione di Osservazione della Terra IRIDE, con sensori radar, ottici e iperspettrali, in grado di garantire un tempo di rivisita tra i 15 e i 20 minuti, permettendo un’osservazione quasi in tempo reale, è certamente uno dei programmi principali che coinvolgono l’ASI.
IRIDE, grazie a questo tempo di rivisita estremamente ridotto, permetterà una gestione più efficiente del territorio e delle risorse naturali, e sarà in grado di fornire risposte rapide a eventi critici e situazioni di emergenza.

Inoltre, l’ASI, attraverso l’industria italiana, è responsabile della gestione delle attività per la realizzazione dei moduli abitativi della futura stazione lunare e della stazione lunare orbitale (c.d. Gateway), in corso di realizzazione nell’ambito del programma Artemis, sotto l’egida della NASA.

La space economy sta facendo mutare il mercato nazionale e internazionale intorno alle attività spaziali. L’ASI è uno degli attori principali di questa economia dello spazio. Il suo ruolo diventerà sempre più centrale e questo richiede un incremento in termini di occupazione in Agenzia e nel settore. Quali sono le competenze richieste, come l’ASI pensa di attrarre queste competenze e cosa fa per i giovani?

L’ASI sta investendo nelle nuove generazioni, promuovendo tirocini, concorsi ed eventi per sostenere lo sviluppo delle competenze STEM e rafforzare la catena di valore nel settore aerospaziale.

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Con una space economy in forte crescita, per continuare a giocare un ruolo da protagonista è fondamentale che le giovani generazioni si avvicinino a questo settore e possano supportarlo con le proprie competenze. Al riguardo, mi piace sottolineare che dobbiamo sfatare il mito secondo cui nel settore spaziale servano solo ingegneri.

I tecnici qualificati e gli ingegneri competenti sono certamente una componente essenziale e imprescindibile, ma (proprio in virtù delle evoluzioni di cui abbiamo parlato in premessa) oggi servono sempre di più anche giuristi, economisti, divulgatori scientifici.

Come esempio concreto di iniziative rivolte ai giovani, mi piace citare (tra le tante) il progetto didattico ESERO Italia, che fornisce risorse, proposte educative e supporto continuo a studenti e docenti.





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