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Holding Umberto Gnutti, tengono i ricavi ma calano i margini


Una forte propensione all’innovazione ed agli investimenti strategici in tecnologia. È anche questo il tratto distintivo del gruppo Hug che nella sua storia ha fatto dell’eccellenza il proprio marchio di fabbrica, affermandosi come leader nazionale ed internazionale nella produzione di barre e componenti in ottone ed alluminio, stampati a caldo, lavorati meccanicamente. Nel 2024 la holding guidata da Umberta Gnutti Beretta e da Gabriele Gnutti ha investito 30 milioni in impianti e macchinari: «Non solo eccellenza in tecnologia – precisano i fratelli Gnutti –, ma anche sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro pilastri fondamentali della nostra visione industriale».

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Radiografia del gruppo

Hug è un gruppo fortemente internazionalizzato: possiede società in Italia, Stati Uniti e Canada; controlla Almag, che a sua volta controlla l’immobiliare Pestim, Brawo ed ha una partecipazione nella venezuelana Vetramet. Almag è tra i leader del mercato europeo della barra d’ottone, piena e forata e, con i siti di Roncadelle e Lumezzane, si posiziona ai massimi livelli per quanto riguarda volumi, livello di servizio e qualità del prodotto. Brawo è tra i protagonisti a livello nazionale e internazionale nella produzione di componenti in ottone e alluminio. L’azienda opera anche attraverso le sue controllate: Emmebi in Italia, Brawo Usa negli Usa e Lofthouse in Canada.

L’operazione Egm

Nei primi mesi del 2025, Hug ha perfezionato l’acquisizione di azioni della Eredi Gnutti Metalli, portando così la partecipazione totale a circa il 42% del capitale sociale. «Operazione – spiegano in una nota Umberta e Gabriele Gnutti – motivata anche dal forte desiderio di mantenere all’interno dello stesso ramo familiare una quota significativa della proprietà di un’azienda che rappresenta le origini storiche del successo industriale della famiglia nell’ottone». Fino alla metà degli anni Sessanta infatti Egm e l’attuale controllata Almag costituivano un’unica realtà, guidata dal cavalier Umberto Gnutti insieme a fratelli e nipoti. «L’acquisizione rappresenta non solo un investimento industriale, ma anche un gesto di continuità e valorizzazione del patrimonio storico e familiare – spiegano –. Pur non escludendo, nel medio termine, la possibilità di sviluppare sinergie industriali finalizzate a migliorare l’efficienza e la produttività, Almag ed Egm manterranno strategie, politiche commerciali e strutture distributive autonome, in libera concorrenza».

I numeri del 2024

L’assemblea degli azionisti di Hug ha approvato ieri il bilancio 2024 chiuso con un fatturato di 481,4 milioni di euro, in crescita dell’1,28% sul 2023. Nonostante un lieve aumento dei ricavi (principalmente connesso ai volumi di vendita di Almag), l’Ebitda ha subito un calo del 22,7% a 63 milioni, dovuto ad una riduzione dei margini di profitto sulla barra, per una sovracapacità produttiva rispetto alle richieste del mercato e agli effetti negativi legati all’andamento delle quotazioni del rame e dello zinco. Brawo, grazie soprattutto alle società controllate nord-americane, ha chiuso l’esercizio sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente. L’utile del gruppo è stato di 26,2 milioni. In miglioramento la posizione finanziaria netta, che passa da circa 32 milioni positivi nel 2023 a oltre 65 milioni di euro del 2024. Risultato che una solida capacità reddituale ed una gestione particolarmente efficace del capitale circolante, con un’attenzione alla razionalizzazione delle scorte di magazzino. Infine il patrimonio netto consolidato è cresciuto ulteriormente ed ammonta a circa 476 milioni di euro. Durante l’assemblea le società italiane del gruppo hanno anche presentato il loro terzo bilancio di sostenibilità.



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