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La società civile per il “Piano “Borghi” | Arte


Dal 2019 al 2020, Italia Nostra ha redatto il “Piano Borghi”, un documento pensato ed elaborato da esperti e professionisti di varie discipline che si sono riuniti con l’intento di offrire alle forze parlamentari, politiche, culturali, universitarie e associative, una base organica in materia di recupero di piccoli centri abitativi e beni patrimoniali abbandonati nel Paese.

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Un approfondimento specifico è stato fatto per quei paesi e borghi, con un peculiare carattere storico, che per conformazione geologica sono particolarmente soggetti a rischio sismico

Redatto da Giandomenico Cifani (Responsabile ITC-CNR Istituto Tecnologie della Costruzione) e dall’architetto Luigi Fressoia, qui intervistato, il “Piano Borghi” vuole fornire alcune direttive per il restauro, la conservazione e il riuso di questo delicato tessuto rurale e nello stesso tempo, suggerisce anche alcune modalità per recuperare fondi dalla società civile particolarmente sensibile al tema.    

Il “Piano Borghi” di Italia Nostra, è finalizzato al ripopolamento di un patrimonio marginale che rischia di essere cancellato per sempre assieme a pezzi di storia materiale e immateriale del nostro Paese

Italia Nostra, dopo aver negli anni passati posto l’attenzione sulla salvaguardia dei Centri Storici, ora ha individuato complessi rurali con annessi edifici produttivi d’epoca, case padronali, ville, castelli e architetture religiose sparsi sul territorio, un ricco patrimonio che solo in piccola parte è stato restaurato, mentre una buona fetta risulta ancora degradata, abbandonata e ridotta a rudere.
Condizione primaria del restauro del “Piano Borghi” è quello di riadattare questi complessi al vivere contemporaneo rispettando i caratteri architettonici propri dell’edificio e garantendo una destinazione d’uso ad esso compatibile. 
Secondo Istat, i nuclei abitati storici italiani sono circa settantamila; parte di tale patrimonio è già stato restaurato e rimasto in uso mentre, probabilmente non meno di diecimila, hanno urgente bisogno di un intervento di recupero.

Date le cifre ingenti richieste per un restauro è chiaro che, secondo Italia Nostra, nessuno stanziamento di denaro pubblico potrebbe incidere significativamente su un siffatto fabbisogno

Per questo, sarebbe indispensabile attingere a canali economici-finanziari di ben altra capacità (risparmio e investimento familiare; investimento d’impresa; incentivi fiscali, tariffari, creditizi, amministrativi; raccolta finanziaria previdenziale, assicurativa, creditizia, etc.). Niente altro che gli stessi meccanismi e canali che a suo tempo dettero vita ai Borghi, agglomerati che non nacquero per i turisti di oggi, bensì per esigenze di vita e lavoro del tempo.
Ne consegue la necessità di reinserire i Borghi nei consueti e odierni meccanismi di vita sociale per abitare, lavorare e vivere in un territorio che offre servizi al cittadino. Tra gli obiettivi di Italia Nostra, infatti, i principali possono essere riassunti nel pensare un ripopolamento delle aree economicamente marginali attraverso: autonomia alimentare ed energetica, strutture sanitarie autosufficienti, una rete di mezzi di trasporto pubblico, un miglioramento delle strade.

La riqualificazione di questi territori richiede non solo un consolidamento sismico e un restauro integrativo delle strutture, ma anche la rimozione contestuale di brutture edificate in epoca moderna    

Secondo il “Piano Borghi”, i comuni ed enti locali interessati al loro ripristino dovrebbero curare la formazione e l’aggiornamento culturale del proprio personale, nonché predisporre bandi rivolti a imprese, privati cittadini e forme associative di diversa natura. In cambio di residenza, imprese e privati cittadini potranno così godere di credito agevolato, sgravi fiscali e tariffari 
I comuni, inoltre, dovrebbero essere agevolati ad acquisire proprietà abbandonate per conferirle a soggetti attivi nel restauro e riuso, evitando le grandi imprese esecutrici e favorendo interventi e prestazioni individualizzate sul singolo promotore o proprietario.
Le aziende di servizio pubblico, infine, sono invitate a ripensare le proprie sedi e sono tenute a realizzare le opere infrastrutturali tenendo in massima considerazione l’impatto paesaggistico ed estetico sui singoli territori di volta in volta interessati.

FOTO DI COPERTINA 
Brindisi di Montagna vista dal Castello

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