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i nuovi senior trainano l’Italia connessa


È stato presentato oggi a Milano, nella suggestiva cornice del Palazzo della Veneranda Fabbrica del Duomo, il Primo Rapporto Auditel-IPSOS, una fotografia approfondita dell’Italia contemporanea costruita a partire dalla Ricerca di Base Auditel. Si tratta di una delle più grandi indagini probabilistiche in Italia, con oltre 500.000 indirizzi estratti ogni anno su tutto il territorio nazionale, 20.000 interviste face-to-face e 14.000 colloqui individuali.

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Il direttore generale di Auditel, Paolo Lugiato, ha sottolineato il valore di questo approccio, evidenziando come “fotografare con precisione la struttura delle famiglie significa dare a broadcaster, imprese e istituzioni uno strumento decisivo per interpretare il presente e progettare il futuro”. La Ricerca di Base non si limita a raccogliere dati sulle audience, ma disegna una vera e propria radiografia socio-tecnologica dell’Italia, aggiornata e veritiera, fondata su osservazione diretta e rappresentatività universale.

CINQUE SCHERMI PER FAMIGLIA

Dai dati emersi, l’Italia appare fortemente digitalizzata, almeno sul piano delle dotazioni. Gli schermi presenti nelle case italiane sono ben 121,6 milioni, con una media di circa cinque dispositivi per nucleo familiare. I televisori sono 43,9 milioni, ma oltre metà di questi (24,7 milioni) sono connessi a Internet. Le Smart TV, in particolare, sono più che raddoppiate in cinque anni (+131%), passando da 10 milioni del 2019 agli attuali 23,1 milioni. Dominano la scena digitale anche i second screen, con 50,4 milioni di smartphone, 19,9 milioni di computer e 7,4 milioni di tablet.


In media, ogni famiglia italiana possiede 1,8 televisori e 3,2 dispositivi mobili o alternativi, a conferma di un ecosistema multidevice ormai consolidato. Tuttavia, persistono ancora disparità infrastrutturali: il 93% delle famiglie accede oggi a Internet, ma solo il 65% dispone di banda larga fissa. Un quarto delle famiglie naviga esclusivamente tramite smartphone, segno che il completamento delle reti a banda larga resta un nodo irrisolto per garantire una connettività pienamente inclusiva.

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Uno degli elementi più sorprendenti del rapporto riguarda la coorte 65-74 anni, che emerge come segmento sempre più rilevante sia dal punto di vista demografico che tecnologico. I dati Istat evidenziano come i 65+ rappresentino oggi il 24% della popolazione italiana, con un incremento del 4% in cinque anni. Le famiglie composte esclusivamente da over 65 sono oggi 6,6 milioni, in crescita di 540.000 unità, superando per numero quelle con figli minori


Ma non si tratta di una categoria omogenea. Il rapporto mette in luce una netta distinzione tra i 65-74enni e gli over 75. I primi appaiono pienamente inseriti nel tessuto digitale nazionale: nel 92% delle famiglie composte da soli 65-74enni si accede a Internet, il 56% dispone di banda larga e il 91% possiede almeno uno smartphone. La dotazione media è di 2,9 dispositivi connessi per 1,5 componenti, un dato paragonabile alla media nazionale. Oltre metà di queste famiglie possiede una Smart TV e la fruizione di contenuti in streaming è raddoppiata (dal 14% al 26%), mentre i servizi BVOD (Broadcaster Video On Demand) sono triplicati (dal 5% al 14%).

UNA GENERAZIONE CONNESSA

Oltre alla dimestichezza con la tecnologia, i 65-74enni si distinguono anche per profili socio-economici e culturali in linea con la popolazione più giovane. Il 17% di loro ha una laurea, il 40% un diploma di scuola superiore e solo il 12% ha interrotto gli studi alla scuola media, dati quasi sovrapponibili alla media della popolazione adulta italiana. Sul fronte professionale, il 55% di chi ha cessato l’attività rientrava in professioni medio-alte (dirigenti, imprenditori, impiegati, lavoratori autonomi), e anche le famiglie di soli 65-74enni mostrano una capacità di spesa simile a quelle più giovani: il 10% rientra nella fascia socio-economica “Alta”, il 15% in quella “Medio-Alta”.


Una generazione, insomma, che ha attraversato da protagonista la rivoluzione digitale: chi oggi ha 67 anni aveva poco più di 40 anni all’arrivo di Internet in Italia, ed è cresciuto professionalmente negli anni della diffusione dei personal computer, della telefonia mobile e della televisione digitale.

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Secondo Nando Pagnoncelli, presidente di IPSOS Italia,

“abbiamo superato lo stereotipo dell’anziano analogico: il pubblico maturo di oggi è digitale, informato e rappresenta un potenziale ancora inespresso”.

Il Rapporto invita dunque broadcaster, inserzionisti e decisori pubblici a rivedere l’approccio tradizionale basato su segmentazioni generazionali ormai obsolete. L’analisi evidenzia come i 65-74enni abbiano il tempo, le possibilità economiche e le competenze digitali per essere fruitori attivi e sofisticati di contenuti multicanale, e costituiscano un pubblico prezioso e spesso trascurato nei piani editoriali e pubblicitari

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Nelle battute finali della presentazione, Lugiato ha ribadito la necessità di rafforzare le infrastrutture digitali, in particolare la copertura della banda larga, per favorire una connettività pienamente inclusiva. Pagnoncelli ha chiuso con una riflessione destinata a ridefinire le categorie interpretative:

“la società italiana non è invecchiata: è maturata, e maturità oggi significa competenza tecnologica e multicanalità”.



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