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I dazi americani stanno scuotendo l’economia del Bellunese, mettendo a rischio settori chiave come l’occhialeria e la meccanica di precisione. Con un export che rappresenta il 69,4% del PIL provinciale, la provincia di Belluno si trova in una posizione vulnerabile nella guerra commerciale globale. Abbiamo intervistato Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, e Massimo Sposato (nella foto), presidente di Appia CNA Belluno, per capire l’impatto di queste misure protezionistiche, le strategie di risposta delle imprese e le possibili vie d’uscita.
Un colpo duro per l’export bellunese
«I dazi americani, anche “solo” al 10%, sono una mina sotto il tessuto industriale italiano», afferma con chiarezza Lorraine Berton. Nel 2024, le esportazioni bellunesi verso gli Stati Uniti sono crollate del 25,4%, pari a 296 milioni di euro persi. L’occhialeria, che rappresenta oltre il 75% dell’export provinciale, è il settore più colpito. «Belluno è la quarta provincia italiana più a rischio nella guerra commerciale globale, secondo Prometeia», aggiunge Berton. Un eventuale inasprimento dei dazi, fino al 20% o 25% come già visto in altri settori, potrebbe trasformarsi in una «vera e propria tragedia industriale».
Anche Massimo Sposato sottolinea le difficoltà per le piccole e medie imprese (PMI). «Le aziende associate, attive in occhialeria, legno-arredo e meccanica di precisione, segnalano un aumento dei costi di esportazione e una forte instabilità normativa», spiega. L’incertezza tariffaria complica i rapporti con gli acquirenti americani, rende difficile la programmazione a medio-lungo termine e costringe molte PMI a sostenere costi elevati per rivedere listini o rinegoziare contratti.
Resilienza e competitività: le armi delle PMI
Nonostante le barriere commerciali, le imprese bellunesi dimostrano una straordinaria capacità di adattamento. «Le PMI del territorio hanno una spiccata resilienza», sottolinea Sposato. «Molte hanno investito in innovazione di prodotto, digitalizzazione e rafforzamento del brand “Made in Italy”, puntando su qualità e filiera corta». Tuttavia, le risorse limitate delle PMI rendono complesso affrontare mercati internazionali sempre più instabili. «La competitività si sostiene con un mix di innovazione, cura artigianale e digitalizzazione», aggiunge, ma servono strumenti di supporto più robusti.
Berton, dal canto suo, insiste sulla necessità di un’azione strutturata. «L’Europa deve difendere la propria manifattura», afferma, criticando la mancanza di una strategia industriale chiara. «Gli Stati Uniti hanno l’Inflation Reduction Act, la Cina un piano quinquennale. E l’Europa? Risponde con tassi BCE alti e crescita strozzata». Per Berton, i margini di manovra esistono, ma richiedono un’azione diplomatica immediata e investimenti in innovazione, digitalizzazione e formazione, anche sfruttando i fondi del PNRR.
Le risposte di Confindustria e CNA
Confindustria Belluno Dolomiti ha agito con prontezza. «Abbiamo creato una task force tecnico-legale con LCA Studio Legale e Cugiva Aeromare», spiega Berton. Questo “sportello” offre supporto su classificazioni doganali, strategie di mitigazione e analisi economiche, mentre si dialoga con ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) per esplorare nuovi mercati. «Sostituire gli USA non è semplice», avverte, sottolineando la complessità di diversificare i mercati.
Appia CNA Belluno, invece, si muove in rete con CNA nazionale, CNA Veneto, enti camerali e istituzioni regionali. «Promuoviamo azioni di orientamento politico e partecipiamo a tavoli istituzionali per chiedere misure di compensazione e strumenti di supporto all’export», spiega Sposato. La diversificazione è la parola d’ordine: «Invitiamo le imprese a esplorare mercati in Asia, Medio Oriente, Europa orientale e Sud America – aggiunge – promuovendo e-commerce B2B, fiere internazionali e formazione per rafforzare le competenze manageriali».
Uno scenario geopolitico incerto
Il contesto globale non lascia spazio a facili ottimismi. «Viviamo nel regno dell’incertezza», afferma Berton. «Gli USA, da sempre partner, sono in piena transizione geopolitica. L’Europa rischia di essere stritolata tra Stati Uniti e Cina se non cambia rotta». La Cina, in particolare, avanza con accordi e tecnologie, mentre l’Europa fatica a reagire. «Senza manifattura, l’Europa è solo un bel museo a cielo aperto», conclude con un monito.
Sposato condivide la preoccupazione, ma guarda al futuro con pragmatismo. «Le imprese devono investire in una visione strategica e in un approccio sistemico», sottolinea, evidenziando l’importanza di competenze e strumenti per affrontare l’instabilità globale.
Un futuro da costruire
La crisi dei dazi americani è una sfida senza precedenti per il Bellunese, ma anche un’occasione per ripensare strategie e rafforzare la competitività. Confindustria e CNA sono in prima linea per sostenere le imprese, ma serve un impegno congiunto di istituzioni nazionali ed europee. Come dice Berton, «la politica ascolti il mondo dell’impresa: è lì che si gioca il futuro di un continente». Nel frattempo, le aziende bellunesi continuano a lottare, con la resilienza e la creatività che da sempre le contraddistinguono.
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