Bologna, 27 maggio 2025 – “E’ una situazione insostenibile”, per cui “serve agire con urgenza”. Non usa mezzi termini Emanuele Orsini, che da Bologna – per la prima volta sede dell’assemblea annuale di Confindustria – un vero e proprio allarme per il caro energia.
“È un vero dramma che si compie ogni giorno – afferma il presidente – per le famiglie, per le imprese e per l’Italia intera”. Alla presenza di Giorgia Meloni, Orsini ne ricorda le parole (“Bisogna abbattere il sovraccosto energetico che pesa come un macigno sulla competitività delle imprese italiane. Alle opposizioni dico: lavoriamo insieme per il disaccoppiamento in bolletta tra prezzo del gas e prezzo delle rinnovabili”). Orsini si dice d’accordo con la premier: “È esattamente quello che chiediamo e ho chiesto da quando sono presidente di Confindustria”.
Emanuele Orsini parla all’assemblea annuale di Confindustria a Bologna (Imagoeconomica)
Un mezzo, dice Orsini, è “accelerare il ritorno al nucleare“, ricorrendo però ai “piccoli reattori modulari, molto meno invasivi e più sicuri delle centrali di vecchia generazione e capaci di fornire quell’elettricità di continuità che serve all’industria e che le rinnovabili intermittenti non possono fornire”. Su questo, insiste, “non ci possono essere divisioni politiche, parliamo di indipendenza e sicurezza nazionale”.
Parlando all’assemblea, cui partecipa anche la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, Orsini indica le priorità delle imprese italiane con un richiamo all’unità: “Bisogna lavorare tutti insieme, industria e servizi, istituzioni e partiti, di maggioranza e di opposizione, forze sociali e sindacati, ad un vero ‘piano industriale straordinario per l’Italia”. L’idea è quella di “un sostegno agli investimenti di 8 miliardi di euro l’anno per i prossimi 3 anni. Ancora meglio se avessimo un orizzonte temporale di 5 anni”. L’obiettivo di crescita deve essere “ambizioso”, almeno “il 2% di crescita del Pil nel prossimo triennio, da consolidare e aumentare nel tempo”. E per fare questo serve “un nuovo patto” tra forze politiche e parti sociali.
“Presidente Metsola, questa non è l’Europa che vogliamo”
L’Europa deve fare la sua parte. “Presidente Metsola, so che Lei condivide la maggior parte delle cose che sto per dire – anticipa Orsini – . Ci aiuti a ribadirle con forza. Alle politiche europee serve un radicale mutamento di impostazione: le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo. Hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro (…)”. “È questa l’Europa che vogliamo? – incalza – Un’Europa senza industria e che attira meno investimenti? Un’Europa che dipende sempre di più dal resto del mondo? La nostra risposta è no, no e poi ancora no”.
Orsini contro il Green Deal: “Sono stati ignorati i costi per imprese e famiglie”
Il capo di Confindustria ce l’ha con il ‘Green Deal’, dove “l’ideologia è stata anteposta al realismo”. “Ci siamo dati i tempi e gli obiettivi ambientali più sfidanti del mondo – afferma – ma senza alcuna stima degli effetti e dei costi sull’industria e sui lavoratori e le loro famiglie”. A chiudere una svolta è soprattutto il settore dell’automotive. “Il rischio concreto è di avere auto sempre più costose, con il risultato di cedere quote di mercato sempre maggiori ai concorrenti cinesi”.
Nel suo lungo discorso Orsini ha toccato anche il tema delle morti bianche. “Non smetterò mai di dire che ogni morte sul lavoro è un fallimento per tutti. Per questo ribadiamo che è fondamentale un accordo con il sindacato e con il Governo, affinché tutte le imprese siano spinte ad investire di più in formazione e prevenzione, usando anche l’avanzo Inail che ammonta a circa 1,5 miliardi di euro ogni anno, versati dalle imprese”.
Quindi tocca a Meloni descrivere il contesto economico, secondo il punto di vista del governo, oggi rappresentato anche dalla ministra della Ricerca Anna Maria Bernini, dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, in prima fila all’assemblea di Confindustria. “L’Italia si presenta credibile davanti a un quadro di estrema difficoltà. Lo testimoniano il livello dello Spread, più che dimezzato, la Borsa, il nuovo appeal dei Titoli pubblici italiani, l’attrattività ritrovata degli investimenti, e anche i giudizi delle agenzie di rating, su cui a volte sono critica. da Ultimo Moody’s che ha rivisto quello dell’Italia come non accadeva da 25 anni”. La premier non si prende tutti i meriti: “La nostra economia è solida e resiliente, non dipende dalla politica, lo avete dimostrato voi. La politica aggiunge la stabilità di un sistema e la visione”. Con Orsini condivide che il problema più urgente è il costo dell’energia da “affrontare con serietà e senza timore”.
Nel suo intervento Giorgia Meloni ha ringraziato Metsola per aver detto che “il Parlamento europeo è dalla nostra parte. Devo essere sincera, questo dipende dalle maggioranze che si formano volta per volta ma tu sei dalla nostra parte”. Nel suo intervento la presidente dell’Europarlamento ha rivolto “un riconoscimento speciale alla leadership della presidente Meloni su questi temi: per aver contribuito a mantenere l’Italia al centro delle decisioni europee, e per aver insistito su soluzioni costruttive”
Da casa l’attacco dell’ex ministro dell’Economica Carlo Calenda: “La relazione di Emanuele Orsini all’Assemblea di Confindustria sancisce, sia pure con toni molto diplomatici, il totale fallimento del Governo sulle politiche industriali: nulla su energia, industria 4.0, automotive, concorrenza e semplificazioni. Dalla Meloni e dalla Metsola una quantità di fuffa fuori scala persino per questo tipo di appuntamento. Tanti applausi alla retorica, perché alla fine gli imprenditori sono fatti così. Ed anche per questo la politica non se li fila mai. Forse servirebbe essere capaci di dire le cose in modo più diretto. Forse”.
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