Una decisione assurda e ingiustificabile che penalizza pesantemente il nostro territorio». Così l’Osservatorio Edile Provinciale di Confapi Lecce commenta con durezza il drastico taglio ai fondi destinati alla manutenzione delle strade provinciali, previsto dal Governo per il biennio 2025-2026, e la conseguente riallocazione delle risorse su maxi appalti al Nord Italia.
Secondo l’associazione, si tratta di un vero e proprio colpo basso per la Provincia di Lecce e, più in generale, per tutte le province italiane, che dovranno fare i conti con una riduzione fino al 70% delle risorse previste per i prossimi anni. Ulteriori tagli, inoltre, sembrano già profilarsi anche per il periodo successivo.
«È un colpo durissimo non solo per l’economia del territorio, ma anche per la sicurezza dei cittadini – denunciano da Confapi Lecce –. Si tolgono fondi vitali a un sistema già fragile, per destinarli a grandi opere concentrate al Nord, affidate alle grandi imprese, ignorando le necessità delle piccole e medie aziende che rappresentano l’ossatura produttiva del nostro Paese».
Nel mirino c’è anche la disparità di trattamento tra grandi e piccole imprese: «Ancora una volta si concentra tutto su colossi imprenditoriali, trascurando l’enorme valore delle nostre aziende locali, che hanno dimostrato grande efficienza in situazioni d’emergenza, come per l’organizzazione della tappa leccese del Giro d’Italia».
La preoccupazione maggiore riguarda lo stato manutentivo delle strade, molte delle quali – secondo Confapi – sono già oggi al limite della sostenibilità in termini di sicurezza. La denuncia è in linea con quella già lanciata a livello nazionale dall’Upi (Unione Province d’Italia): «Venendo meno le risorse per la manutenzione straordinaria, rischiamo chiusure di tratti stradali e, in prospettiva, un aumento drammatico di incidenti e vittime. Nessuna riforma del Codice della Strada può funzionare senza un’adeguata infrastruttura viaria».
Oltre ai rischi per l’incolumità dei cittadini, Confapi mette in guardia dalle ricadute economiche: «Si mettono in ginocchio centinaia di imprese e l’intero indotto collegato al comparto. E si impoverisce la rete dei collegamenti in un’area – il Salento – che già soffre un isolamento geografico evidente e che basa buona parte della sua economia sulla capacità attrattiva turistica».
L’appello di Confapi Lecce è chiaro: «Serve una presa di posizione unanime da parte dei rappresentanti istituzionali del territorio, al di là degli schieramenti politici. Le battaglie per il Salento devono unire, non dividere. Ci auguriamo che da questa mobilitazione nasca un’immediata marcia indietro da parte del Governo».
Infine, l’annuncio: «Confapi Lecce non resterà passiva. Abbiamo già chiesto a Confapi nazionale di avviare un’interlocuzione urgente con il Ministero. Il Salento non può e non deve essere lasciato indietro».
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